cacciato di casa gay

La triste storia di Angelo, cacciato di casa perché gay

Questa è la storia di Angelo, un ragazzo napoletano che, in qualche gruppo Facebook, ha scovato la mia risposta al problema d’infedeltà di Emanuela. Dopo qualche titubanza ha deciso di utilizzare il mio contatto whatsApp per raccontarmi un po’ della sua vita.

Non ho ben capito quand’è che è successo, ma pur non avendo un favoloso caschetto biondo e quel riconoscibile accento misto al rauco risucchio di caramella, mi sono ritrovato nei panni dell’unica e inimitabile Maria De Filippi.

cacciato di casa perché gay

Insieme ad Angelo, decidiamo di incontrarci. E’ un bel ragazzo, solare e dai suoi occhi si capisce quante ne ha già passate in soli 27 anni. Ascoltandolo, ho pensato a quanto può pesare la verità, talvolta più di una bugia stessa. Tenterò di riportare un riassunto fedele di ciò che Angelo mi ha confidato.

“Avevo 17 anni, quando ho deciso di fare coming out con i miei amici. Dopo un anno ho trovato il coraggio di parlarne a casa, con i miei genitori. Pensavo di essere pronto e che ormai anche loro avessero capito che da un po’ frequentavo un ragazzo. Cioè, almeno per me era evidente che io e Gaetano fossimo più che amici. Con mia madre è stato “abbastanza semplice”, ma mi disse che avrebbe dimenticato ogni mia parola. Mio padre, invece, ha dato di matto. Pensava che io scherzassi. Quando ha capito che era tutto vero, mi ha riempito di botte. Li ricordo ancora quegli schiaffi. Io non ho reagito. C****, è comunque mio padre. Poi si è chiuso in camera e non mi ha parlato, penso per tre mesi.

Dopo circa sei mesi mi ha messo alla porta. Mi ha detto che lui un figlio ricchione non lo voleva proprio. Avrebbe detto a tutti che ero partito per Londra, per cercare lavoro. Mi ha messo in tasca 2 mila euro e mi ha liquidato. Io non capivo. Mai, avrei pensato che potesse arrivare a tanto. Sono quasi 10 anni che non abbiamo contatti. Quando provo a rintracciarli, mi scacciano, tipo lebbroso. Cosa posso fare? E’ vero, allora, che essere sinceri non premia. Avrei dovuto vivere nell’ombra, come tanti altri? Sposarmi con una ragazza e avere una doppia vita?”

cacciato di casa perché gay

Angelo, ascoltare la tua storia ha fatto male. Ho rivisto nelle tue parole le storie di tanti amici e di tante amiche, che hanno patito l’inferno proprio come te. Vorrei poterti dire che tutto si sistemerà. Vorrei essere davvero Maria De Filippi per invitare i tuoi genitori in studio, per fargli comprendere che errore madornale hanno commesso, per poi aprire la busta e regalarvi un viaggio spesato dalla redazione. Non ho questo potere e non ho nemmeno una bacchetta con la quale poter “salvare” l’intelligenza di tanti genitori come i tuoi. Ciò che, però, mi è concesso fare è valutare ciò che sei adesso e quanto questa vicenda, con tutto il suo male, ha contribuito a renderti l’uomo che sei diventato.

Parto proprio dalla scelta di fare coming out. Decidere di rivelare al mondo che il tuo gelato preferito è alla banana, non è un atto non da poco. Già in questo hai dimostrato una grande maturità. Hai gettato via una maschera, quella della bugia. Hai capito chi fossi e non ti sei nascosto. In realtà trovo realmente buffo che bisogni dichiarare il proprio orientamento sessuale. Mica gli etero hanno bisogno di dichiarare cos’è che gli piace? Eppure boh! Si è sempre lì ad aspettare la rivelazione shock, il fattore che crei “rumor”. Ma infondo, alle persone, amici compresi, che frega?

cacciato di casa perché gay

A 18 anni la tua famiglia ti ha messo alla porta. Avevi di fronte a te due strade. Rimboccarti le maniche e percorrere la via del sacrificio o lasciarti abbattere dal sistema e finire chissà dove. Io ti ho guardato Angelo. Tu sei un vincente! Diamine Tiziano Ferro ha aspettato, prima ha messo da parte un bel gruzzoletto con Rosso Relativo, poi ha annunciato al mondo che aveva attraversato l’altra sponda del fiume e ci voleva la residenza, con marito annesso. Tu, invece, sei stato come la Cristoforetti. Sei andato nello spazio con due soldi di speranza. Al tuo fianco hai ancora Gaetano, in barba a chi dice che le relazioni omosessuali sono meno stabili, hai trovato un lavoro che ti piace e hai una casa tutta tua.

Certo, non voglio nascondermi dietro la sottigliezza di un Mikado. Dentro hai un vuoto incolmabile e nella testa penserai sempre a come sarebbero andate le cose se tu fossi rimasto zitto. Penserai sempre che la verità non premia e che una bugia, a fin di bene, avrebbe ottenuto lo stesso risultato di un Win for Life. Di questo ne sei sicuro? Avresti avuto il coraggio di non dire nulla? Di nascondere al mondo Gaetano, l’uomo che ami? Ma ti ci vedresti con una ragazza, a metter su famiglia con lei? A dirle che fai gli straordinari e invece, sei ad un incontro segreto?

No, l’Angelo che ho conosciuto io, non ne sarebbe stato capace. Eppure voglio dirti una cosa. Sì, sono molto radicale nelle mie posizioni, ma prendilo come un consiglio e poi buttalo nella pattumiera. Tuo padre non ti merita. Non è sempre vero che la famiglia è tutto ciò che abbiamo, la cosa più sacra. La famiglia d’origine a volte è marcia. Se tuo padre ha avuto il coraggio di girarti le spalle, perché tu che sei suo figlio, il ragazzo che dovrebbe imparare dalla sua esperienza, dovrebbe dimostrare reverenza e maturità superiore. La famiglia è anche quella che ci creiamo, con amanti, fidanzati, amici e nuovi figli. Perché sì, tu un figlio che impari da te lo meriti, in barba a Giorgia, la mamma, la donna, la cristiana, tu saresti un padre favoloso.

Non nasconderti, non farlo mai. Sì fiero di ciò che sei e di ciò che sarai, qui a perderci sono i tuoi genitori, che si stanno negando la gioia di un figlio speciale come te.

Alla fine ho pubblicato la tua storia. Ora, appena finisco la dieta, una torta dal tuo laboratorio la merito?

#Socialexperience ti risponde, scrivimi a [email protected] oppure inviami un messaggio al 3319764913, vi rispondo, tranquilli!

Benito Dell'Aquila