“The Handmaid’s Tale”: la miglior serie drammatica del 2017!

Il motivo che spinge gli appassionati di serie e i più curiosi – inutile negarselo – ad iniziare a vedere “The Handmaid’s Tale” è il trionfo alla sessantanovesima edizione degli Emmy Awards. La serie ha conquistato ben otto Emmy, portando a casa il riconoscimento come miglior serie drammatica, miglior attrice protagonista in una serie drammatica ad Elizabeth Moss e miglior attrice non protagonista in una serie drammatica ad Ann Dowd.

Non siate diffidenti! Gli addetti ai lavori della kermesse degli Emmy Awards non hanno preso un abbaglio, ma anzi hanno riconosciuto la validità e l’eccellenza di un prodotto che si appresta ad essere la migliore serie del 2017!

Avete letto bene e non vi stiamo mentendo, anzi vi stiamo svelando perché in America, dove è stata trasmessa ad aprile, è stata rinnovata per una seconda stagione e in Italia è arrivata subito dopo gli Emmy Awards a metà settembre su TIMVISION.

È necessario dire da subito che “The Handmaid’s Tale” è una serie distopica basata sull’omonimo romanzo del 1985 dell’autrice femminista Margaret Atwood. Entrerete in un mondo surreale e fuori da ogni logica plausibile che, seppur lontano da chi siete o cosa pensate, vi ipnotizzerà catapultandovi nella realtà assurda e difficile della protagonista.

Gli Stati Uniti d’America sono diventati la società di Gilead in cui i Comandanti hanno l’obiettivo di riportare i valori tradizionali della società e di riprodursi con le donne fertili. Quest’ultime, letteralmente strappate alla loro vita emancipata ed indipendente fatta di lavoro e di famiglia, a Gilead sono sottomesse e soggiogate agli ordini del regime totalitario ed estremista. Attraverso le sorti della protagonista Difred (Elizabeth Moss) si scopre l’intero sistema architettato,  fatto di donne che diventano Ancella, Zia o Martha in base alla fertilità, di nuovi nomi collegati a quello del comandante con l’aggiunta iniziale di di-, e di precise espressioni da utilizzare per salutarsi tra Ancelle come “Sia benedetto il frutto/Possa il Signore schiudere” di buon auspicio per la fertilità. Nel mondo di Gilead i sentimenti non esistono e l’Amore è solo qualcosa che non serve. La riproduzione, pertanto, avviene attraverso stupri e sevizie uniti ad una dose di asservimento e di divieti. Le donne usate dai Comandanti come strumento sessuale per riprodursi e per compiere quanto stabilito dalle regole della società. In tutto questo Difred, la protagonista, proverà a far buon viso a cattivo gioco, lasciando credere di essere schiavizzata e provando allo stesso tempo, però, ad uscire da una realtà concettualmente primitiva, rigida e molto ipocrita rifugiandosi in una relazione sentimentale con Nick, l’autista del Comandante e Occhio del regime.

“The Handmaid’s Tale” è la riproduzione di cosa accade quando le diversità non sono considerate una ricchezza ma motivo di odio, fustigazione e schiavitù. Infatti, le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini, gli omosessuali (chiamati nella serie Traditori di Genere) sono abominio e i sentimenti sono stati aboliti a favore della meccanicità dei corpi e della freddezza delle parole. Ma il sistema della società di Gilead, orribile e spregevole, ha una falla: sono tutti infelici, Comandante compreso.

Il rieducare a valori medievali uomini e donne che hanno conosciuto la libertà e la possibilità di autodeterminarsi e che sanno cosa significa provare sentimenti è un’impresa impossibile. Il rapporto freddo con la propria moglie, la necessità di copulare nonostante si sappia di essere sterili, la consapevolezza che il figlio nato potrebbe non essere il proprio, l’assenza di pulsioni che partano dal cuore e la tristezza delle mogli sono chiari elementi che Gilead è un fallimento.

E gli occhi di Elisabeth Moss nel ruolo di Difred – magistrale nella sua interpretazione – raccontano perfettamente il terrore, l’infelicità e la voglia di scappare uniti alla speranza di tornare ad essere nuovamente libera.

La serie vanta un cast eccezionale di attori che insieme alla fotografia, ai costumi e alle scenografie, sono determinanti nel suscitare attenzione ed interesse. Oltre Elizabeth Moss, vi sono Alexis Bledel nel ruolo dell’ancella Diglen, Ann Dowd come Zia Lydia, Joseph Fiennes che interpreta il Comandante Fred e Max Minghella, il tenebroso Nick con cui Difred avrà una relazione sentimentale. Merita un plauso anche la scelta delle musiche: vecchie e nuove hit che trascinano da un episodio all’altro, incalzando lo spettatore e dando il giusto ritmo ad ogni scena.

Vi abbiamo detto abbastanza per decidere di vedere “The Handmaid’s Tale” e vi diciamo anche che, secondo noi, la seconda stagione è fondamentale e non vediamo l’ora di sapere cosa succederà.

Quindi…Buona visione!

Sandy Sciuto