Telecontrollo: cos’è e qual è il rapporto con l’automazione

Il telecontrollo è un’automazione che permette lo scambio di dati fra un’area periferica e un centro di controllo, anche dislocati in luoghi diversi. Quando si parla di automazione non si può non parlare di telecontrollo. Questo concetto, infatti, definisce la possibilità di agire su un sistema automatizzato, controllandolo.

Il flusso di dati di un sistema di telecontrollo è dunque bidirezionale: da un lato, il terminale centrale legge le informazioni in arrivo dai sensori sull’impianto, mentre dall’altro il terminale può intervenire sull’impianto stesso, modificandolo.

La possibilità di controllare le proprie linee produttive e i propri sistemi dà all’azienda diversi benefici: primi tra tutti, l’aumento dell’efficienza e della sicurezza di lavoratori e consumatori.

Il telecontrollo si applica nella produzione industriale, ma anche in diversi altri settori come le utility, la viabilità, le emissioni e lo smart building. Andiamo a vedere tutto questo nel dettaglio insieme a degli esperti del settore come CSW Automazione.

Telecontrollo: definizione

Con il termine Telecontrollo si definisce genericamente una soluzione di automazione che prevede la supervisione mediante un software e la raccolta dei dati tramite una rete di apparati e strumenti geograficamente distribuiti su un impianto anche complesso.”

Questa è la definizione di telecontrollo data dal gruppo Anie Automazione (federazione di aziende presso Confindustria). Vediamo insieme quali sono i punti da sottolineare:

  • Il telecontrollo è una soluzione hardware e software: include delle componenti meccaniche, elettriche e digitali per poter tradurre dei comandi in azioni specifiche sugli impianti.
  • Prevede la raccolta dati tramite una rete: il telecontrollo è possibile solo se esistono i dati raccolti dai sensori. Il loro compito è misurare tutte le variabili che istante per istante descrivono lo stato di un impianto.
  • Il sistema di telecontrollo può distribuirsi geograficamente in zone anche molto lontane fra loro. Non è necessario che la centrale di controllo sia vicina al campo controllato. Gli impianti e il centro comunicano grazie a mezzi come la fibra ottica e la rete telefonica.

Ora che abbiamo compreso come funziona un sistema di controllo, analizziamo quali sono le tre componenti fondamentali che permettono a questa grande macchina di funzionare. Si tratta dei sensori, degli attuatori e dei trasduttori.

  • Dei sensori abbiamo già parlato: servono a misurare delle grandezze fisiche e a trasformarle in un segnale di diversa natura. Alcuni esempi sono le fotocellule, i microfoni, i termometri e i tachimetri.
  • Gli attuatori sono quei meccanismi che compiono il percorso opposto. Accolgono il segnale elettronico e lo trasformano in un’azione fisica. Sono degli attuatori i relé, gli interruttori, le valvole e i pistoni.
  • Infine, i trasduttori trasformano una forza in un’altra forza di natura diversa. Membrane, molle e bobine fanno parte di questa categoria.

Sensori, attuatori e trasduttori assieme permettono al sistema di telecontrollo di funzionare.

Sistemi di telecontrollo: benefici

I vantaggi per un’azienda che introduce sistemi di telecontrollo sono molti e possono essere raggruppati sotto due categorie: efficienza e sicurezza.

Un sistema di telecontrollo permette l’ottimizzazione delle risorse perché dà la possibilità di regolare la produzione in base alle necessità. Esso rileva immediatamente qualsiasi anomalia e permette azioni di manutenzione intelligente. Dunque, anche la continuità del servizio aumenta, evitando stop alle linee produttive per esempio, e i guasti risultano minimi.

Sul fronte sicurezza si ha la possibilità di far interagire in misura molto minore uomini e macchine, limitando eventuali incidenti sul lavoro. Lato consumatore, poi, si assicura una precisione e una conformità molto alta dei prodotti e dei servizi erogati.

Sistemi di telecontrollo: applicazioni

Oltre al classico mondo della produzione industriale che ormai ha già abbracciato i sistemi di telecontrollo, le applicazioni di queste tecniche spaziano in diversi campi.

Ad esempio, l’illuminazione pubblica. Il telecontrollo, in questo caso, può avvenire “ad isola” o “punto per punto” dando la possibilità di gestire un’intera zona oppure ogni singolo punto luce. Grazie al telecontrollo si possono monitorare i consumi energetici, gestire immediatamente i guasti e controllare l’accensione e lo spegnimento di ogni area.

Altre applicazioni sono il teleriscaldamento, oggi sempre più popolare in ottica di risparmio energetico, i semafori e la viabilità urbana, il controllo delle emissioni di edifici e strade e lo smart building.

Seguendo gli obiettivi del paradigma industria 4.0, si sta dunque puntando a far comunicare il più possibile i diversi impianti di uno stabilimento, aprendo la porta a un gran numero di opportunità per il futuro.

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Claudia Ruiz