Sindrome da post-vacanza? Non esiste

L’estate si sta avvicinando e con essa le tanto attese vacanze. Non importa che siano in mare o in montagna, ma che ci permettano di staccare dalla routine e dagli impegni che ogni giorno ci aspettano. Inevitabilmente, però, è vivo in noi il pensiero che prima o poi dovremo tornare alla vita reale, lasciandoci alle spalle i giorni di relax. Al rientro potrebbe capitare di sentirsi stanchi, annoiati, come se non si avessero energie. Nulla sembra soddisfacente o piacevole, il lavoro appare infinito e faticoso, ma se pensate che si tratti della “sindrome post-vacanza” vi sbagliate!

Noi di Social Up cercheremo di capire insieme a voi di cosa si tratta e quali sono le tecniche per prevenirla.

Comunemente definita  “sindrome da rientro” o “depressione post-vacanze”, colpisce 1 persona su 10 e presenta sintomi quali tristezza, ansia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, apatia, fatica, insonnia e mancanza di appetito. Secondo la scienza, tuttavia, non esiste una categoria diagnostica ad essa dedicata, essa fa bensì riferimento al malessere psicologico prodotto dal riadattamento all’attività lavorativa in seguito a un periodo di distacco. Pertanto, non si tratta di un disturbo, bensì di un processo di adattamento che, in certi casi, può creare delle difficoltà. È semplice stress, inaspettato, che si presenta con il ritorno alla routine dopo un periodo piacevole. Non a caso Jeroen Nawijn, psicologo del turismo, non ha trovato traccia di tale sindrome in nessuno dei suoi studi tanto che, come affermato da Sebastian Filep, autore di un decalogo sulle ferie, attualmente la sindrome «è un mito» e nient’altro. La depressione, quella vera, è un disturbo serio che colpisce numerose persone, va diagnosticata e curata da chi di competenza e, pertanto, non è il caso di chiamarla in causa in questo frangente.

Alcuni studiosi lo chiamano “effetto contrasto”, altri “hangover”, la stessa parola che si usa per i postumi di una sbornia; per quanto diverse siano le definizioni, il calo dell’umore al ritorno dalle vacanze rimane fisiologico. L’ultima conferma arriva da uno studio condotto da Chris Danforth sui tweet geolocalizzati. Monitorando 37 milioni di cinguettii ed i movimenti di 180 mila persone, è emerso che le parole felici aumentano con la distanza dalla nostra solita posizione e, ovviamente, diminuiscono quando torniamo alla quotidianità. Chris Danforth afferma che “ qui la diagnosi è di ritorno alla normalità, più che depressione. Ma come, non facciamo in tempo a riprendere il ritmo a pieno che il beneficio della villeggiatura è già svanito?”

Alcuni fattori, in particolare il lavoro, sembrano influire negativamente sul decorso della “falsa-malattia”. Tornare ad un’attività lavorativa considerata obbligatoria, ingrata o sacrificata, lavorare in un contesto ostile circondato da colleghi ritenuti insopportabili, può aggravare la situazione. Al contrario, chi è felice e soddisfatto del proprio lavoro, al rientro dalla vacanze, non apparirà depresso.

Ovviamente non tutti attraversano le stesse difficoltà o presentano gli stessi sintomi, data la diversità del contesto quotidiano e lavorativo. Esistono, però, delle linee guida generali che possono aiutare in questa delicata fase. Erica Cossettini, psicologa psicoterapeuta, afferma che per sentirsi meglio potrebbe essere utile imparare qualche trucco di time management. Tale pratica consiste nel prendersi delle “pause di morbidezza”, dei piccoli momenti di relax di 10-15 minuti durante la giornata, che permettono di distrarsi e godersi l’ambiente circostante. Cosi facendo riprenderemo a lavorare più velocemente e porteremo a termine meglio quello che stavamo facendo. Inoltre, può essere efficace scomporre ogni compito in una sequenza di piccoli obiettivi, aiutandosi con delle liste che sono utili a placare l’ansia.
Come afferma la psicologa “non esistono decaloghi e manuali di time management che si adattano a tutti, e quando si è molto in difficoltà bisogna saper chiedere aiuto a uno psicoterapeuta”.

Ecco una lista di consigli pratici per affrontare il rientro:

Tornare con qualche giorno di anticipo. È importante avere qualche giorno di tempo per abituarsi alla quotidianità. Allo stesso tempo è consigliato non relegare gli svaghi solo alla pausa estiva, ma un po’ di divertimento è necessario anche fuori stagione. Inoltre, proprio perché tanto fuggevole, il piacere delle vacanze va assaporato e alimentato attraverso i ricordi.

Adattare le abitudini del sonno. Quest’ultimo deve essere garantito almeno sette ore per notte, per adattare le abitudini alla vita lavorativa.

Concentrarsi sul lato positivo. Le vacanze sono state un modo per riposarsi e divertirsi e per tale motivo si ha la possibilità di vedere da una nuova prospettiva il lavoro e la routine. Settembre potrebbe essere un buon momento per dedicarsi a qualche nuova attività o riprendere i propri hobby.

Vietato lasciarsi andare. Anche se dopo una giornata di lavoro si è stanchi o apatici, è importante dedicarsi ad altre attività che permettano di restare attivi e mantenere un umore positivo. Provare a mantenersi positivi e pianificare cose interessanti per tutto l’anno è un buon modo per placare la tristezza. Inoltre, è necessario tenere a mente che questo stato di apatia è momentaneo e che, con il passare dei giorni, tutto tornerà normale.

Moderare il consumo di alcol e caffè. Eccedere con alcool e caffè potrebbe aggravare i sintomi depressivi ed ansiosi, mangiare bene e fare esercizio fisico, invece, migliora l’umore.

Se non passa, chiedi aiuto. Lo stress post vacanze solitamente non richiede un aiuto psicoterapeutico, ma se i sintomi sono intensi ed ostacolano la vita quotidiana, il problema di fondo potrebbe essere una grave depressione, ansia o stress, che vanno trattati con l’aiuto di un esperto.

Ora, se vi va di tenere il broncio al rientro dalle ferie fatelo pure, magari appellandovi alla “sindrome post-vacanza”, ma non ne trarrete dei vantaggi! Potrebbe essere utile, invece, iniziare a pianificare il prossimo viaggio.

 

Emanuela Punzi