Simone Soria: l’ingegnere che abbatte le barriere usando la tecnologia

Di Martina Naccarato per Social Up!

Con l’arrivo del terzo millennio, quanti di voi hanno pensato almeno una volta che sarebbe davvero bello se la tecnologia fosse alla portata di tutti, se giovani e anziani disabili e normodotati potessero condurre una vita a portata di click? Sicuramente moltissimi. Beh, allora siete stati accontentati, Social Up ha infatti intervistato Simone Soria, il giovane ingegnere diversamente abile, che ha reso possibile tutto ciò che solo pochi anni fa, sembrava un’ assurda utopia.

Di fatti, il “mago della tecnologia” nel 2004, ha conseguito una laurea in ingegneria informatica, e da allora, è impegnato nello sviluppo di ausili innovativi. Cerchiamo ora di capire meglio chi è facendo due chiacchiere con lui.

Crede che il superamento delle barriere mentali e/o sociali dovrebbe andare di “pari passo” con quello delle barriere architettoniche?

Ho visitato paesi esteri, come il Belgio e la Germania: paesi avanzatissimi dal punto di vista dell’abbattimento delle barriere architettoniche, ma molto più arretrati in merito all’integrazione sociale rispetto a molte regioni di Italia.  C’è da dire inoltre che un ostacolo fisico, come una rampa di scale, è molto più evidente rispetto ad un impedimento nella comunicazione e quindi anche l’esigenza di superarlo è palese. Per esperienza personale, posso dire che purtroppo, il bisogno di comunicare non è ritenuto tanto importante quanto quello di superare le barriere architettoniche, che perciò, risultano molto più semplici da abbattere.

I pregiudizi e gli stereotipi che molte persone hanno nei confronti della disabilità ostacolano in qualche modo la sua vita professionale? Se sì, come reagisce?

A volte, i pregiudizi che hanno persone come medici, educatori, insegnanti e a volte i genitori, vicini al soggetto disabile che dovrei aiutare, ostacolano il mio lavoro. Esse infatti, non credono molto nelle sue capacità e quindi nemmeno nella soluzione che gli propongo. Questo capita soprattutto con FaceMOUSE, l’ausilio più innovativo e più rivoluzionario che abbiamo inventato, poiché, soprattutto se si parte prevenuti, è difficile credere alle opportunità che può dare ad individui affetti da una grave disabilità.

Pensa che se non fosse diversamente abile farebbe comunque il lavoro che fa? In caso di risposta affermativa, spiegare brevemente perché.

Credo che dovrebbe lavorare con le persone disabili solo chi ha un’esperienza intensa con l’handicap e che quindi, molto probabilmente, ha sviluppato una certa sensibilità al riguardo. Il mio non è un lavoro come gli altri. ragion per cui, se non fossi disabile e non avessi avuto alcun contatto con l’handicap, non credo che avrei scelto di  lavorare in questo ambito.

Come nasce AIDA Onlus? Quali sono i suoi obiettivi principali?

La cooperativa sociale AIDA Onlus _Ausili ed Informatica per Disabili e Anziani_ ha come obiettivo principale la ricerca, lo sviluppo e la proposizione di nuove tecnologie informatiche che permettano a persone con patologie gravi di utilizzare il computer per comunicare, scrivere, studiare e lavorare. Particolare attenzione è rivolta ai disabili motori gravi, che non parlano e non usano perfettamente le mani, poiché non esistono altre soluzioni efficaci oltre a quelle di AIDA. L’idea di avviare il progetto AIDA nasce  dopo aver conosciuto direttamente persone di ogni età  incapaci di comunicare con il prossimo,  e di conseguenza, impossibilitate a studiare e lavorare. Questo semplicemente perché, fino a qualche anno fa, non esisteva uno strumento capace di aiutarle a farlo. Sto parlando di persone disabili dalla nascita o diventate tali a seguito di un incidente, che pur essendo dotate di normali capacità intellettive necessitano di un ausilio per esprimersi.

Può spiegare brevemente in che cosa consiste la tecnologia FaceMouse e soprattutto come mai ha deciso di progettare un ausilio con quelle determinate caratteristiche?

FaceMOUSE è un software acquistabile singolarmente, oppure confezionato in due computer ottimizzati per l’utilizzo.
Nascono quindi la “FaceMOUSE Machine “ ed il “FaceMOUSE Fly” due computer “speciali” che si possono utilizzare senza mani, voce o sensori: essi infatti, osservano i movimenti della persona tramite una webcam e li sfruttano per consentire a quest’ultima di usare il computer, e quindi, scrivere, comunicare, navigare in internet, giocare ecc… solitamente si utilizza il movimento  della testa, ma è possibile anche scegliere di usare quello del labbro, di un piede  o di un dito, questo dipende da quale parte del corpo il soggetto in questione controlla meglio. I movimenti possono essere ampi o ridotti. La principale  innovazione della “FaceMOUSE Machine“ e “FaceMOUSE Fly” consiste nella capacitá che essi hanno di adattarsi alla persona disabile.

A suo parere, in che modo gli ausili AIDA agevolano lei e/o altre persone diversamente abili nella loro vita quotidiana?

Come ho già detto, gli ausili di AIDA, uniti al nostro metodo di lavoro, cambiano la vita. Infatti, permettono a chi non parla di comunicare. Nei casi meno gravi, invece, FaceMOUSE semplifica la vita della persona disabile, permettendole prima di seguire un normale percorso scolastico e successivamente di lavorare in assoluta tranquillità.

Quanto può costare un ausilio informatico?
Questa è una domanda un po’ troppo generica, è un po’ come chiedere quanto costa una casa: si va dal monolocale in campagna, alla casa di lusso a Tokyo.
Con riferimento al mercato, gli ausili tradizionali come sensori,tastiere e joystick costano dai 100€ ai 800€; il prezzo degli ausili un po’ più evoluti si aggira intorno ai 1.000€ – 2.000€, mentre, quello dei famosi puntatori oculari varia dai 9.000€ ai 20.000€ circa.

Gli ausili AIDA devono essere pagati da chi poi li utilizzerà oppure sono contenuti nel nomenclatore tariffario e quindi finanziati dalla USL di appartenenza dell’utente in questione?

Per ogni ausilio di AIDA è possibile chiedere un contributo USL, l’esito della domanda però, purtroppo, dipende  dal distretto di appartenenza. Generalmente, si ottiene un contributo di 1.230€ per la persona che non può esprimersi verbalmente, mentre in altri casi, è possibile usufruire di agevolazioni quali aliquota iva 4%, detrazione fiscale del 19%. Inoltre, alcune regioni d’Italia  prevedono un ulteriore rimborso.

Infine, è doveroso ricordare a tutti i nostri lettori che AIDA offre anche un importantissimo servizio di consuleza gratuita, durante la quale Soria ed i suoi colleghi incontrano la persona disabile e la sua famiglia per poter capire quali sono le esigenze specifiche dell’individuo e trovare così la soluzione più adeguata ad ogni singolo caso.
Ultima, ma non meno importante attività promossa da questa cooperativa, è la raccolta di fondi, che avviene mediante donazioni da parte di privati o di Fondazioni, ed è utile per sviluppare progetti a beneficio di famiglie con difficoltà economiche che, senza quel denaro, non potrebbero acquistare nessun ausilio.

 

redazione