Sei una persona reale? Oggi è un bene chiederselo

Ogni giorno grazie alla tecnologia ed alle varie piattaforme di comunicazione e social veniamo bersagliati da messaggi di ogni tipo, dalle svariate soluzioni per combattere il nostro nemico comune Covid -19 del momento, dalle comunicazioni complottistiche sulla provenienza di brogli finanziari, nel frattempo la borsa affossa in un baratro senza limiti, messaggi che ti avvertono che alle tue spallle stanno per ordire truffe e furti on line, ognuno insomma è pronto a fornire soluzioni e risoluzioni nel brave tempo, ognuno sa qualcosa che gli altri non sanno ma che devono sapere tutti a qualunque costo. 

Eppure, sappiamo anche che la maggior parte sono fake, sono messaggi falsi, di burloni e mitomani che tramite i canali social, possono e fanno ciò che vogliono. 

Tuttavia, non ci mettono mai la faccia, un volto, chiaramente un messaggio dice tanto, un nome e cognome, gli conferisce dei connotati, ma manca un volto, un volto che con i suoi connotati ti travolge e rimane li a fissarti perchè è una persona, reale, esattamente come te che leggi.
Da questo momento, occhio anche alle persone, si scopre che molte sono false sono frutto di un algoritmo che produce visi, espressioni, caratteri somatici, che ti avvolgono ma che non sono persone reali.
E così, la realtà virtuale ha raggiunto quella reale. L’idea è di Philip Wang, ingegnere di Uber, che ha sfruttato una ricerca di Nvidia. Quasi impossibile trovare difetti o dettagli che possano far pensare a volti del tutto inventati: “La maggior parte delle persone”, dice Philip, “ancora non capisce l’alto livello che avrà l’intelligenza artificiale nel sintetizzare le immagini in futuro”.

La realtà virtuale raggiunge quella reale: i volti riprodotti dal computer sono assolutamente naturali. Ma nessuna di queste facce appartiene a un essere umano.

Alessandra Filippello