Sanremo 2022, Cremonini e Foer re e regina della terza serata

Terminata la terza serata, metà dell’opera è già compiuta ed è arrivato, quindi, il momento di lasciarsi andare a qualche considerazione in più. Per quella che è già un’edizione da record grazie ai picchi di share raggiunti nelle due precedenti serate. A votare i 25 artisti in gara, questa volta, il televoto e la giuria demoscopica 1000.

Quella del tre febbraio è stata una serata contrassegnata da tanti ospiti d’eccezione e pochi colpi di scena se non nella classifica generale. In vetta, lo scontro a due tra Mahmood e Blanco che superano questa sera Elisa. Grande successo per la terza posizione di Gianni Morandi e shock per la nona della Rappresentante di Lista.

Ecco l’andamento complessivo:

Amadeus: 5

Dall’inizio non accenna a cambiamenti, rimane affezionato ai suoi Swarovski sulla giacca e a quella finta spontaneità che lo contraddistingue. A tratti sembra persino impacciato, nonostante sia il terzo Sanremo da protagonista. Per fortuna non è lasciato a se stesso. Dopo Ornella Muti e Lorena Cesarini, la co-conduttrice della terza serata è Drusilla Foer, personaggio dell’attore Gianluca Gori. Prima di salire sul palco aveva così commentato le colleghe che l’avevano preceduta:

Dovevo essere la figura più scandalosa del Festival, ma mi pare che io sia la ‘donnina’ più normale, forse solo un po’ più alta.

Super simpatica, elegante e capace di tenere la scena. Il gran finale, poi, riservato al tema della “diversità”, o meglio dell’unicità, ha sicuramente rafforzato la sua figura e i valori che il suo personaggio incarna. Amadeus sembra abbia dovuto fare decisamente un passo indietro. Il confronto con le prossime co-conduttrice sarà duro. Voto: 9+

Giusy Ferreri: 5

Inizia la serata con la dolcezza di Miele, anche se si percepisce poco dalla sua performance. La cantante o è la prima o è l’ultima ad esibirsi, non ha vie di mezzo così come questa pagella. A dir la verità la Ferreri si presenta meglio della prima serata in termini di look, ma l’esibizione non convince. Fredda e troppa attenzione ancora a quello strumento, di sicuro utile per i meme.

Aka 7even: 4

Abbiamo abbandonato il floreale e questo è buono. I fiori, però, li ha ricevuti lui dopo averne regalato uno ad Amadeus (anche questo dà punti al Fantasanremo?). L’esibizione è iniziata con un po’ di preoccupazione, poi ha recuperato prendendo forte confidenza con il pubblico. AKA, però, non strafare (neanche con i ringraziamenti).

Dargen D’Amico: 5 1/2

Arriva sul palco (anche lui con un mazzo di fiori per Amadeus) dopo Ranieri, meglio della scorsa volta che ha dovuto colmare il vuoto post Maneskin. Sfoggia un look un po’ troppo estroso, ma in linea con la giocosità della canzone. La verità è che era troppo presto per ballare, lo avremmo preferito verso mezzanotte, ma in ogni caso ha fatto un’esibizione degna di una canzone che si chiama “Dove si balla”, facendo ballare tutto il pubblico e coinvolgendo l’orchestra. Canticchiamo già la canzone e chissà per quanto tempo la sentiremo nei lidi quest’estate. Poteva arrivare a 6 ma caro Dargen, va bene giocare con lo stile, ma ci sono dei limiti.

Michele Bravi: 7 1/2

Michele in diretta a Vanity fair aveva dichiarato che sarebbe stato aggressivo questa sera. Si presenta, infatti, in rosso rivestito di fiori con anfibi neri, tutto ok però i capelli li asciughiamo la prossima volta.

Il cantante di Inverno dei fiori si è lasciato, tra l’altro, andare anche ad un commento molto apprezzato alla co-conduttrice:

“La tua presenza racconta la meritocrazia!”

Rkomi: 2

Volevamo dare una seconda chance, ma diciamo che è stato davvero insuperabile.

Mahmood e Blanco: 9

La coppia che scoppia, acclamata anche dal pubblico. Le aspettative erano altissime e le hanno confermate. Uno bianco l’altro nero come come lo ying e lo yang si completano e generano un’atmosfera da “brividi”.

Morandi: 8

Nulla da dire: “stai andando forte!”. L’animo di questo Festival risiede proprio negli occhi di Gianni, eterno ventenne.

Cremonini super ospite da 10 e lode

Cesare Cremonini a Sanremo per la prima volta per i suoi 20 anni di carriera è il momento di cui avevamo bisogno per svoltare questa serata, o meglio l’intero Festival. L’inizio è stato suggestivo a cappella dietro un telo in cui apparivano i portici di Bologna, un omaggio alla città dove tutto ha avuto inizio.

Da Nessuno vuole essere robin a Poetica per poi ritornare con La ragazza del futuro fino all’eterna 50 special. Una voce d’eccellenza rimbomba per tutto l’Ariston. Il palco era suo, un concerto nel concerto della musica italiana per eccellenza. Sanremo gli ha dato la possibilità di tornare a cantare dal vivo e quell’emozione si è avvertita anche da casa. In studio tutti in piedi e pronti a comprare un biglietto per il prossimo concerto.

Elisa: 9

Mantiene lo stesso look della scorsa serata e la stessa “Luce” di 21 anni fa. Magica.

La rappresentante di Lista: un bell’8 se lo merita con le mani, con i piedi, con la testa, con il cuore…

Achille Lauro: 7+

Si conferma lo showman della 72°, così come delle due precedenti. Provocatore, non si capisce se voglia più sfidare il pubblico o la stampa, in ogni caso sul palco è protagonista indiscusso.

Ana Mena: 3

Di Duecentomila ore amiamo solo i remix sui social.

Emma: 9

Sfacciata, femminile, infuocata. Lo stile che ha deciso di sfoggiare è in linea con la canzone: forte e sensuale. Solo Emma poteva farci tornare con lo sguardo puntato sullo schermo all’1 di notte.

Noemi: 8

Chiudere in bellezza e in bravura. La sua rivoluzione è stata di sicuro più evidente l’anno scorso, ma la grinta che la contraddistingue le fa mangiare tutto l’Ariston in un sol boccone.

Durante questa lunga notte di musica non è mancato un momento dedicato alla trentennale dalla strage di Capaci e via D’Amelio. Ospite d’onore a riguardo Roberto Saviano che ha insistito sull’importanza di ricordare, sempre, simili avvenimenti. Altra tematica importante è stata affrontata insieme a Martina Pigliapoco, la giovane carabiniera che salvò una donna dal suicidio.

Per il resto si è sentita la mancanza dell’invadenza imprevedibile di Fiorello. Grazie a Drusilla, però, il ritmo è stato decisamente più incalzante. Si potrebbe dire, dunque, che tutto sommato questa terza serata ha risollevato un Festival che stava rischiando di cadere nel banale. Emerge indipendentemente dall’andamento effettivo un dato di fatto: Sanremo lo guardiamo a prescindere dagli ospiti, indice di ciò i risultati d’ascolto.

Adesso che le canzoni le abbiamo ascoltate tutte e i cantanti hanno avuto modo di far vedere la loro interpretazione almeno due volte sul palco dell’Ariston, attendiamo la serata delle cover e la super finale.

Dai Sanremo, hai Gianni Morandi e sai che si può fare di più!

 

Giulia Grasso