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Romulus: un primo episodio da urlo per la serie di Matteo Rovere

Dopo mesi di attesa finalmente ci siamo. È andata in onda, venerdì 6 novembre, la prima puntata di “Romulus“, la serie televisiva ideata da Matteo Rovere e tratta dal film “Il primo re”, diretto dallo stesso Rovere. Un progetto ambizioso, imponente e che ha come obiettivo quello di ricreare nei minimi dettagli la realtà della Roma del 753 a.C. Possiamo dire che con questo primo episodio, Rovere ha già fatto centro.

Per la verità, Sky ha già trasmesso anche il secondo episodio, che tuttavia qui non considereremo. Vediamo di capire com’è stato, invece, il primo episodio di “Romulus”, senza fare spoiler.

La serie, esattamente come il film, ha due grandi punti di forza: la scelta di recitare in protolatino e l’uso di una fotografia fatta di luce completamente naturale. Sono due scelte coraggiose di Rovere, che tuttavia si rivelano azzeccatissime. Per quanto riguarda nello specifico la lingua protolatina Andrea Arcangeli, che qui copre il ruolo di Yemos, il protagonista, ha dato un’interessantissima prova di recitazione, in una lingua che molto probabilmente non aveva mai sentito. E non era semplice. Arcangeli, come tutto il cast, sembra essersi immedesimato perfettamente nell’ambientazione selvaggia dell’VIII secolo avanti Cristo.

Un primo episodio che ha presentato i personaggi senza dire troppo di loro, giustamente, e i tre principali filoni narrativi, destinati verosimilmente a intrecciarsi. Il primo è quello del già citato Yemos e suo fratello Enitos. Il secondo vede come protagonista lo schiavo Wiros, interpretato da Francesco di Napoli.

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Il terzo e ultimo filone narrativo, invece, vede come personaggio principale la vestale Ilia, amante segreta di Etinos, interpretata da Marianna Fontana.

Il pilot di “Romulus” ha fornito allo spettatore diverse questioni lasciate aperte a cui, sicuramente, i successivi episodi daranno risposta.

Da un punto di vista scenografico, bellissime le ambientazioni e la ricreazione della realtà antica. Matteo Rovere, così come si era visto nel film “Il primo re”, punta molto su questo aspetto. Importantissima, come dicevamo, è la fotografia, ottenuta lavorando sulle luci naturali.

Un ulteriore punto a favore per “Romulus” è la sigla. Sappiamo tutti che, ad oggi, la sigla contribuisce alla buona riuscita e alla fama di una serie. Chi non conosce la sigla di “Game Of Thrones” o quella di “Breaking Bad”? Ecco, in “Romulus” la canzone che accompagna l’intro è una cover di “Shout”, dei Tears For Fears, realizzata da Elisa. Le immagini che si uniscono alla musica sono perfette, e noi non possiamo far altro che apprezzare.

“Romulus” si prospetta dunque una serie molto interessante, avvincente e divertente. Non vediamo l’ora di proseguire con la visione. Vi siete convinti a iniziarla? Bene, fatelo subito perché non ve ne pentirete!

Marco Nuzzo