Pronomi in bio: ecco perché dovremmo imparare ad usarli

Sicuramente avrete notato che sempre più persone specificano il loro pronomi in bio dei social. Siete curiosi di scoprire il perché?

Ultimamente Twitter ed Instagram, nello specifico, hanno dato permesso (solo in alcuni paesi) di specificare il proprio essere in bio. Ma se questa ti sembra solo una moda o un’azione esclusivamente LGBTQ perché io che non sono cisgender dovrei specificarlo?

Ovvio, perché la vita ci ha insegnato che non tutto è come sembra e che le apparenze ingannano. La società da secoli ci ha abituato ad attribuire certi comportamenti e certi canoni estetici solo alle donne o agli uomini, ma, oggi più che mai, non è così. Infatti, specificare i pronomi in bio è un modo, come altri, per sostenere la comunità LGBTQ. D’altronde anche gli eterosessuali frequentano i pride, quindi perché non specificare il proprio essere di genere in bio?

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Insomma, questo piccolo gesto è un segno di sostegno a una comunità che spesso si trova vittima di ignoranza e resistenza culturale. Una ricerca dell’Università St. Louis in Missouri, nel 2019, ha dimostrato come l’utilizzo di pronomi neutri  aumenta e stimola un rapporto armonioso con le comunità transgender.

Perché l’identità di genere è un senso di appartenenza che va oltre gli stereotipi o i preconcetti della società. È ciò in cui ci si identifica senza stereotipi. La stessa cosa vale per l’espressione di genere: una forma di auto identificarsi attraverso modi, usi e costumi che non corrisponde al sesso biologico e rende liberi.

Quindi se tutto questo serve realmente, perché non farlo? Ma come si utilizzano bene i pronomi?

Maschile: lui\he\him
Femminile: lei\she\her
Neutro: loro\they\them (solitamente scelto da chi non si sente rappresentato dal sistema binario maschio/femmina, ad esempio una persona agender o gender fluid sceglie di sentirsi libero di non identificarsi in un solo genere ben definito).

Silvia Menon