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Prada, quando il dialogo creativo funziona

È già passato quasi un anno da quando Miuccia ci ha spazzati tutti con la notizia che non sarebbe più stata da sola nella direzione creativa di Prada, ma che avrebbe da lì in poi condiviso il lavoro con Raf Simons.

Il debutto di questa collaborazione è avvenuto durante la scorsa Fashion Week milanese con la presentazione della collezione donna SS 21 (ne avevamo parlato qua). Ora siamo nel pieno della Milano Fashion Week dedicata alla moda maschile in cui abbiamo visto andare in scena la seconda parte di questo debutto con la collezione uomo.

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Ma prima di commentare questa, è doveroso spendere qualche riga sull’intervista, o meglio sulla conversazione tra Raf e Miuccia. Pubblicata in questi giorni dal New York Times e curata niente meno che da Vanessa Friedman. I due co-direttori dialogano tra loro, esprimono i loro pensieri sul futuro della moda e su vari aspetti e meccanismi del settore e sul loro evolversi nel nuovo scenario mondiale. Se l’avete letta avrete senz’altro pensato in più punti come fanno questi due a lavorare insieme. Opinioni e pensieri che su alcune questioni prendono due direzioni diametralmente opposte. Ma non sarà forse proprio questo il segreto di ogni relazione di successo? Lo afferma anche la fisica che gli opposti si attraggono.

Ma scendiamo un po’ più nei dettagli. Ovviamente, ad avere sia la prima che l’ultima parola è Miuccia che esordisce dicendo che non ha mai voluto fare collaborazioni. Le considera un escamotage finalizzato esclusivamente alla vendita, ma che invece adesso è molto contenta del dialogo instaurato con Raf. Anche se, puntualizza lei, ancora non hanno mai lavorato fisicamente insieme perché lei rimane in casa, nel rigoroso rispetto delle restrizioni, mentre lui va in ufficio. Insomma: insieme ma non troppo. Miuccia, che non faceva mai meeting, come dice lei, adesso si ritrova a doverli fare continuamente, ma continua comunque a preferire le telefonate. I video la distraggono, dice.

Ad un certo punto Raf accenna al fatto che è stata discussa l’idea di unire la collezione maschile e quella femminile nelle presentazioni, come quasi tutti i brand stanno facendo. È chiaro che Raf preferirebbe abbracciare questa nuova strada, ma quello di Miuccia è un categorico no. Pur riconoscendo che attualmente la distinzione tra i generi non è più così netta, per lei mixarli genererebbe necessariamente il sacrificio di qualcosa sia da una parte che dall’altra.

“Don’t be shocked, Miuccia” le dice Raf quando mette a confronto il modo di lavorare a cui lui era solito e quello in cui invece si è ritrovato ad operare dall’arrivo in Prada. Da un lato abbiamo Miuccia che fino ad un istante prima della presentazione è pronta a partorire nuove idee da includere; dall’altro Raf abituato ad avere tutto chiaro e pronto già un mese prima. E ancora: da un lato Raf che crea immaginando, lasciandosi trasportare da un dettaglio o dalla musica; dall’altro, invece, Miuccia il cui modo di lavorare parte dal dialogo, rigorosamente senza musica, perché nella confusione non riesce a ragionare.

I due arrivano infine a discutere sulla condizione attuale del sistema moda. Entrambi concordano sul fatto che esso debba imparare ad essere meno avido, ma purtroppo entrambi sanno che questo è impossibile. Vendere è l’unico modo per andare avanti, anche se questo significa sacrificare il contenuto intellettuale a favore della popolarità.

A questo punto, passiamo a parlare della FW 21-22 Uomo presentata oggi. Attesissima da tutti perché considerata una sorta di prova del nove del neonato duo creativo. Prima di essere ripreso da Miuccia per non fargli svelare troppo, Raf nella conversazione ce l’aveva preannunciato: l’idea di capi che proteggano e al contempo adornino (pensiamo ai capispalla tenuti chiusi con la mano che erano stati protagonisti della collezione donna SS 21) sarebbe tornata anche nell’uomo. Così è stato. Capispalla dai tagli geometrici e lineari ma dai volumi over, bilanciati alla perfezione dall’aderenza degli altri capi.

Due elementi in particolare di questa collezione e presentazione ci fanno dichiarare superata a pieni voti questa prova del nove. In primis le tute in maglia super aderenti, soprattutto quelle a fantasia. Il secondo elemento è lo styling pazzesco dei completi con le maniche delle giacche tirate su fin sopra i gomiti mostrando i capi di maglieria a fantasia indossati sotto.

Questa collezione è la prova che non bisogna necessariamente essere uguali in tutto per collaborare e ottenere grandi risultati.

Giulia Storani