Peyo, il cavallo che dona un sorriso ai malati di Alzheimer

Hassen Bouchakour era un artista che si esibiva come ballerino, ginnasta e falconiere. Un giorno decise di arricchire i suoi spettacoli introducendo l’esibizione di un cavallo, Peyo, che tutto sembrava fuorché un destriero che voleva essere addestrato. La sua qualità, infatti, era un’altra, molto più importante di un giro a trotto: una particolare sensibilità e attenzione nei confronti delle persone più fragili, soprattutto quelle con un’invalidità o malattie “invisibili”. Insomma, se c’era qualcuno bisognoso di attenzioni, lui era pronto a dargliele.

Sembra la storia di un romanzo, invece è tutto vero. Da quel momento in poi Hassen ha smesso di fare spettacoli e ha iniziato ad andare in giro per gli ospedali francesi insieme al suo fidato amico a 4 zampe. Obiettivo: portare un sorriso ai bambini malati e agli anziani ricoverati nelle case di cura. Da questa nobile idea è nata l’associazione “Gli zoccoli del cuore” che, attraverso la dolcezza di Peyo, dona momenti di felicità a chi soffre.

I benefici di questa speciale forma di ippoterapia non sono tardati ad arrivare, in particolare con i malati di Alzheimer. La presenza e la dolcezza di Peyo, infatti, è uno stimolo per gli anziani affetti da questa patologia così come dimostrato nella sperimentazione condotta in modo controllato nell’Ehpad (Istituzione di alloggio per anziani non autosufficienti) di Vinay sotto gli occhi attenti e professionali del personale medico e paramedico. “Mia madre soffre di Alzheimer da anni. Quando parlo con lei mi sento male perché capisco che lei non sa più che sono suo figlio. Poi un giorno questo straordinario cavallo le si è avvicinato. E ho scoperto che ha ritrovato gran parte della sua memoria per diverse decine di minuti. Ricordava i nomi dei vicini, il nome del villaggio. È stato come un miracolo, anche se non eravamo a Lourdes“, ha raccontato un uomo la cui madre è ricoverata in un ospedale di Digione.

Che la ippoterapia è ottima per i bambini affetti da autismo era già noto, ma non si erano mai visti effetti così positivi nei confronti degli anziani. “La malattia terrorizza tutti, ma non possiamo continuare a trattare gli anziani come facciamo oggi. Nella cultura del Maghreb, la mia cultura, la famiglia è al centro di tutto”, ha spiegato ai giornali francesi Hassen Bouchakour. E i risultati gli danno ragione:  i pazienti iniziano a parlare spontaneamente quando lo incontrano, ritrovano un sorriso e la lucidità che molto spesso perdono a causa della malattia. L’effetto di un cavallo in ospedale è, dunque, sorprendente così come gli effetti che produce. E tutto questo soltanto grazie alla dolcezza e alla sensibilità di Peyo, un cavallo molto molto speciale.

Catiuscia Polzella