Perché le liberie sono un servizio indispensabile, anche in lockdown

Zone gialle, zone arancioni e zone rosse. Con il nuovo dpcm sembra di giocare a Risiko.
Sono mesi che il premier Conte ci tiene incollati allo schermo della tv, scommettendo sulle nuove restrizioni e pregando per la libertà. Negli ultimi mesi abbiamo assistito alla chiusura di quelle attività che potevano essere svolte da casa o che semplicemente non erano “indispensabili” per lo sforzo produttivo del paese. Prima le scuole, poi i ristoranti, le palestre e così in avanti fino alla semichiusura totale. 
Abbiamo inventato nuove strategie per non abbandonare la nostra quotidianità: sedute dallo psicologo via FaceTime, lezioni di yoga in salotto e shopping compulsivo su tutti i canali di e-commerce.
L’essere umano è, per natura, portato all’adattamento.

Nell´ultimo dpcm sono state previste delle modifiche, lasciandoci respirare un po´di più. In questo spiraglio di libertà si assiste a qualcosa di generalmente fuori dal comune in Italia: le librerie resteranno aperte.
La cultura non viene mai considerata come qualcosa di necessario, ma dopo gli ultimi mesi, probabilmente, qualcosa è cambiato.

Abbiamo l`esempio della Francia, con la foto delle decine di persone in coda fuori dalla libreria prima del lockdown. L´Italia, questa volta, ha scelto diversamente. 

 

Forse perché decidere cosa è o non è necessario non è qualcosa di razionale. Forse perché non siamo computer e tutti abbiamo le nostre necessità, passioni ed interessi. Abbiamo bisogno dei nostri stimoli quotidiani per poterci considerare davvero “umani”. Rincorriamo ogni giorno i nostri desideri, vivendo e non sopravvivendo.
Che le librerie siano un bene necessario, tuttavia, lo sapevamo già da marzo. Ma non perché al suo interno si possono trovare Freud, Proust o l’Iliade. Non è il “livello di cultura” che rende un servizio indispensabile.
Anche un negozio di abbigliamento può essere indispensabile, così come un centro benessere o una palestra. È il valore che attribuiamo a quel tipo di servizio che lo rende più o meno indispensabile.


Una libreria lo è per tante ragioni.
Il fattore economico, come sempre al primo posto nella nostra società. Non considereremo le grandi catene di librerie, che hanno sicuramente perso durante il lockdown, ma a cui l´online ha permesso di lavorare. Sono piuttosto le piccole librerie indipendenti quelle a cui hanno tolto il pane dai denti. Quei negozietti nei vicoli, che spesso si specializzano in determinate letture, che sono dei piccoli tesori della città e spesso solo gli intenditori conoscono. Solitamente hanno dei proprietari molto appassionati al loro lavoro, i quali hanno piacere di fermarsi e parlare con i clienti, di consigliargli il libro perfetto ma anche la ricetta della torta al cioccolato. Con la chiusura di queste librerie, non è solo l’economia che cade, ma anche un pizzico di magia. 

 


Le librerie poi, sono dei grandi posti di perdizione.
Nei momenti di tristezza andare in libreria e perdersi tra gli scaffali ci riporta a quello stato di sicurezza di cui avevamo bisogno. Essere attratti da una copertina, sfogliare un manuale, leggere le prime pagine di un nuovo romanzo o anche solo ficcare il naso tra le pagine per sentirne l’odore sono dei piccoli piaceri.
Piaceri che se per qualcuno che non li mai provati sono noia e perdita di tempo, per tutti coloro che sono abituati a farlo sono dei rituali.


E poi, chi ha detto che le librerie sono noiose? Avete mai parlato con i commessi? Potrebbero raccontare così tante storie da intrattenerci per mesi interi. Scoprono i nostri gusti ancor prima di chiederci cosa cerchiamo, e sono tanto particolari da sembrare loro stessi delle rappresentazioni dei personaggi più iconici della letteratura.


La libreria non è solo il luogo del silenzio e della solitudine. Lì si possono fare conoscenze, si può incontrare l’anima gemella solo vedendo i libri che tiene in mano o si può semplicemente andare con gli amici a scegliere i regali di Natale.

 

Tenendo le dita incociate fino al prossimo dpcm, noi italiani cerchiamo di goderci al massimo questi luoghi fantastici, dove è possibile perdersi non solo con il corpo, ma anche con la mente. 

 

Azzurra Candelari