Il paradosso della East Side Gallery: un “muro” salverà il Muro dai vandali

Era il 9 novembre 1989 quando il Governo della Germania Est ha annunciato l’apertura della “frontiera” tra Berlino Est ed Ovest; così migliaia di persone si arrampicarono sul muro per raggiungere Berlino Ovest. Ecco la fine di un lungo capitolo della storia moderna, uno dei più controversi e raccontati.

Da quel momento ciò che è rimasto di quel “vecchio muro” è diventato uno dei luoghi simbolo della capitale tedesca, non solo per i turisti che ogni anno in migliaia lo visitano, ma anche per gli stessi berlinesi.

La storia dell’East Side Gallery comincia quello stesso novembre, quando l’amministrazione cittadina per celebrare l’evento invitò 129 artisti da 20 differenti paesi per colorare il grigiore di un ricordo triste. Si estende per 1,3 km su Mühlenstrasse, accanto alla Sprea, delimitando la divisione tra Friedrichshain e Kreuzberg, un tempo quartieri di due città diverse, Berlino est il primo, Berlino ovest il seconda, ora uniti in un unico distretto amministrativo.

Fino al 1989 quel blocco di cemento si chiamava Muro, chiunque lo volesse scavalcare nella speranza di un futuro migliore, sarebbe diventato un bersaglio delle guardie poste al confine. Oggi rappresenta la più grande galleria a cielo aperto, una sorta di tempio della street-art.

Purtroppo i bellissimi disegni che coloravano l’ormai ex Berlino Est sono stati coperti da tag e vadalismi di vario tipo. Uno scempio che nel 2009 ha portato il sindaco di Berlino a chiedere nuovamente agli stessi artisti di vent’anni prima di ridisegnare i propri murali stavolta con una vernice anti-umidità e anti-vandalismo. Molti di loro accettarono. C’è chi rifece lo stesso murale e chi sfruttò l’occasione per rielaborarlo. La soluzione però non ebbe successo.  I tag, con nuove vernici, ricominciarono ad affollare il Muro tanto che cinque anni dopo una squadra di “pulitori” provò a rimettere “a nuovo” il tutto.

Se la storia è maestra di vita, il senso di civiltà non appartiene a tutti. L’amministrazione non riesce a tenere il passo con gli atti vandalici, le opere di pulizia sono troppo costose e il Muro più famoso del mondo rischia di essere “sporcato” irrimediabilmente. Per questo motivo l’amministrazione del quartiere Friedrichshain-Kreuzberg ha deciso che dall’estate 2018 sarà finanziata la costruzione di una recinzione alta circa un metro, distante dal muro 85 centimetri. Sembra di vivere in un paradosso, tuttavia sembra essere l’unica soluzione per la salvaguardia dell’East Side Gallery.

L’opinione pubblica però sembra non aver preso di buon grado questa decisione. Se c’è una cosa che la storia della città di Berlino ci ha insegnato è che la libertà, qualunque sia la sua espressione, non sia un principio da dare per scontato. I berlinesi tuttavia non sembrano avere così tanta voglia di lasciare intatto questo pezzo di storia, oltre che straordinaria manifestazione d’arte; un esempio è la costruzione del grattacielo Living Levels (per il quale sono stati spostati quattro tessere di muro) e la prossima edificazione di un hotel di lusso sempre lì accanto, attaccato all’East Side Gallery.

Ciò che noi ci chiediamo è: può l’ennesima barriera essere la soluzione? E’ davvero finito il tempo in cui i muri dividevano le città?

Claudia Ruiz