Fonte: www.futurism.com

“Emirates Mars Mission”: gli Emirati alla conquista dello spazio

Era il 20 luglio 1969 quando l’Apollo 11 portò i primi uomini sulla Luna. Gli astronauti Neil Armstrong ed Edwin Buzz Aldrin misero piede sulla Luna in un emozionante diretta seguita da milioni di persone in tutto il mondo. A distanza di 51 anni, quell’episodio così catartico per la storia dell’umanità ancora continua a destare stupore, meraviglia, mistero. E perché no, anche qualche sospetto. D’allora il cammino dell’uomo nello spazio ha compiuto passi da gigante. Altre missioni e altri viaggi spaziali hanno caratterizzato il nostro tempo in una perenne sfida “verso l’infinito e oltre”. L’ultima in ordine di tempo arriva dagli Emirati Arabi. Si chiama “Emirates Mars Mission” la prima operazione interplanetaria degli Emirati Arabi Uniti verso Marte, con una sonda delle dimensioni di un’auto destinata per il nostro vicino rosso nel febbraio 2021. Lì analizzerà l’atmosfera e il clima del pianeta ogni giorno che passa.

“HOPE”: IL PRIMO RAZZO DEGLI EMIRATI ARABI

Appoggiata su una piattaforma giapponese, la “H-IIA” del “Japan’s Tanegashima Space Center”, l’astronave “Hope” è stata lanciato in orbita lo scorso 19 luglio. “Anni di duro lavoro e dedizione hanno ripagato alla grande” – ha dichiarato subito dopo il lancio Yousef Al Otaiba, ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti negli Stati Uniti. “Grazie agli sforzi del team di missione, il primo razzo spaziale degli Emirati Arabi, che sei anni fa era solo un concetto, solo un’idea, ora sta volando nello spazio sulla buona strada per un altro pianeta. Questo è un grande risultato. Ma è solo l’inizio”, ha poi concluso l’ambasciatore.

Fonte: www.forbes.com

“HOPE”: UN ESEMPIO PER IL MONDO INTERO

Il progetto, concepito nel 2014, è un modo per celebrare il 50 ° anniversario della fondazione della nazione che cadrà l’anno prossimo. Per rispettare questa scadenza, “Hope” ha dovuto librarsi nei cieli proprio quest’estate. E’ questo, infatti, il momento in cui  Terra e Marte sono più vicini. Se avessero perso questa occasione, la missione avrebbe subito un ritardo di almeno due anni. “Il governo è stato molto chiaro – ha dichiarato Omran Sharaf, responsabile del progetto della Emirates Mars Mission- non volevano qualcosa con un grande budget. Volevano che venisse consegnato qualcosa in modo rapido, veloce e da condividere con il resto del mondo.”  Armati di un budget di 200 milioni di dollari, gli ingegneri del paese hanno rapidamente lavorato a fianco di diverse istituzioni accademiche statunitensi, dall’Università del Colorado a quella dell’Arizona fino all’Università della California.

NUOVE SFIDE NELLO SPAZIO

L’Emirates Mars Mission, dunque, è appena iniziata. Il prossimo mese, gli ingegneri dovranno essenzialmente spingere la sonda per correggere il suo corso e dirigersi verso Marte.  A ridosso del 21 febbraio, il controllo a terra brucerà i propulsori di “Hope” per 30 minuti nel tentativo di inserirlo nell’orbita di Marte, rallentandolo da 75.000 miglia all’ora a oltre 11.000 miglia all’ora. Se riusciranno a cadere nell’orbita di Marte, gli Emirati Arabi Uniti avranno gestito un’impresa mastodontica nella storia dei viaggi nello spazio. Ma i viaggi nello spazio non sono finiti qui. Per gli appassionati di marziani, ci sarà un sacco di azione interplanetaria nelle prossime settimane. Il 23 luglio, anche la Cina è destinata a inviare un orbita su Marte. La NASA, infine, lancerà “Perseverance” una settimana dopo, con la speranza di trovare segni passati della vita sul pianeta.

Catiuscia Polzella