Muro di Berlino: la streetart della East Side Gallery

In Muhlenstrasse, lungo il fiume Spree, si trova un coloratissimo pezzo del Muro di Berlino lungo quasi un chilometro e mezzo. Ā E’ la East Side Gallery, la piĆ¹ lunga galleria all’aperto del mondo!

Durante gli anni della divisione, il lato ovest del muro era famoso per essere coperto da murales mentre la parte est era stata resa inavvicinabile dai cittadini in quanto non veniva concesso a nessuno di avvicinarsi al confine.

Lā€™artista franceseĀ Thierry NoirĀ fu il primo a sdoganare l’integra striscia di marmo che divideva la popolazione: era il 1984 quando Noir viveva rintanatoĀ in un lugubre ospedale abbandonato insieme ad un gruppo di artisti come lui. FinchĆ© un giorno, dalle finestre dell’ edificio, gli venne in mente di portare un po’ di luce e colore nel denso grigiume che lo teneva imprigionato nella sua stessa cittĆ .

Dopo l’abbattimento della grigia cortina che ha separato i berlinesi per ben 28 anni, il muro diventĆ² subito ilĀ luogo di libera espressione.

In particolareĀ La East Side Gallery prese vita dopo l’abbattimento del muro e divenne la ‘voce’ degli artisti di strada all’interno di un progetto integrato,Ā coordinato dalle autoritĆ  della cittĆ .

La nascita della East Side Gallery

Vennero chiamati 129 artisti da piĆ¹ di 20 paesi delĀ mondoĀ per laĀ realizzazione dei famosi graffiti: i loro meravigliosi murales diventeranno Ā presto il racconto per immagini della storia di Berlino di ieri, oggi e domani.

Il primo murales ad abbattere il grigio del lato est fuĀ dipinto da Ā Christine Mac Lean nel dicembre del 1989.

Tra il 1989 Ā e 1990 questa colossale operazione venne portata a conclusione, a colpi di creativitĆ , ironia e malinconia. PiĆ¹ di 100 coloratissimi graffiti diedero luce e colore al simbolo del passato di una cittĆ  in ginocchio, martoriata dalla guerra e dalla miseria. Sono una vera e propria raccolta di opere di denuncia sociale che inneggiano alla libertĆ , all’amore, all’uguaglianza e all’abbattimento dei confini fisici e mentali.

Le immagini che hanno fatto la storia

Ci sono immagini cosƬ eloquenti da non aver bisogno di didascalie e slogan che non hanno bisogno di libere interpretazioni.

Sfacciata, indignata, sarcastica: la streetart della East Side Gallery ĆØ un tripudio di elementi che hanno un solo denominatore comune: la voglia di libertĆ .

Spiccano tra tutti alcuni graffiti che, per la loro irriverenza, hanno richiamato l’attenzione da ogni angolo del pianeta.

L’immagine simbolo del muro e di Berlino ĆØ il bacio “socialista” fra Erich Honecker e il segretario del PCUS Leonid Brežnev, realizzata dall’artista Dmitri Vrubel. Il cosiddetto “bacio mortale” ĆØ accompagnato dalla frase “Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale” (Mein Gott, hilf mir, diese tƶdliche Liebe zu Ć¼berleben) .

Birgit Kinder prova a sfondare il grigio con la mitica Trabant, l’auto simbolo della Germania divisa, targata 9 novembre 1989, accompagnata dall’emblematica scritta Test the Rest, “sperimenta il resto”.

Un triste elenco di date diventano il macabro curriculum vitae che ricorda la fuga che ha portato alla morte tanti berlinesi.

Frieden: il titolo significa proprio “pace“. Questo lunghissimo e coloratissimo graffito di Schamil Gimajev ĆØ il simbolo della pace e della fratellanza: un vero inno alla gioia celebrato dal titolo originale che recita “Persone di tutto il mondo, siamo un unico popolo”

La East Side Gallery termina presso lo OberbaumbrĆ¼cke, uno scenografico ponte dal quale osservare le imbarcazioni rincorse dai gabbiani percorrendo il fiume Sprea, incorniciate dal verde di Treptower park in lontananza.

Ieri, oggi e domani: il futuro della Gallery

La East Side Gallery ĆØ stata dichiarata monumento nazionale nel 1992 e visitata da migliaia di turisti ogni giorno, seconda in numero di visitatori soltanto alla Porta di Brandeburgo.

Il documentarioĀ East Side Gallery ĆØ nato in occasione del 25Ā° anniversario della galleria di streetart piĆ¹ famosa al mondo: due ore e mezzo di film durante le quali si vanno ripercorrendo la storia e le contraddizioni di questo monumento allo stesso tempo molto amato e spesso trascurato.

La grande massa di turisti inconsapevoli probabilmente di adottare un comportamento fuori dalla legalitĆ , firmano e scrivono messaggi ai posteri sulla East Side Gallery senzaĀ rendersi contoĀ diĀ compiere un atto di vandalismo. Per porre margine a questo scempio sono state inserite numerose ringhiere davanti alle opere piĆ¹ famose, a sottolineare l’autoritĆ  di queste opere di inestimabile valore storico, artistico e culturale.

Nel 2018 ĆØ in previsione la costruzione di una recinzione permanente. PuĆ² sembrare paradossale, ma ĆØĀ un “muro” che protegge “Il Muro” dall’ignoranza e dal vandalismo.