Cartello in gaelico in Irlanda Credits: greelane.com

Lingue antiche in difficoltà: Twitch si unisce all’UNESCO per aiutarle

Il detto dice “il mondo è bello perché è vario” e non c’è nulla di più vero. La varietà è costituita da usi, costumi, culture, tradizioni diverse, ma soprattutto dalla caratteristica identitaria per eccellenza: la lingua.

La lingua caratterizza nazioni diverse, ma anche regioni (si pensi alle decine di dialetti presenti solamente in Italia), costituendo quindi un tesoro da custodire con cura, da tramandare di generazione in generazione, poiché unico veicolo per riconoscere subito un membro della propria comunità nel bel mezzo del mondo globalizzato. Chi non sorride quando all’estero sente il proprio accento tra una parola di inglese maccheronico e l’altra?

La tutela delle lingue rare nel mondo avviene grazie alla spinta dell’UNESCO, attivo non solo nella conservazione dei siti di interesse culturali mondiali, ma anche nell’individuazione delle lingue native a rischio, con un portale ad hoc in costante aggiornamento.

Il lavoro dell’agenzia internazionale è impegnativo, poiché si trova ogni giorno a lottare per far sopravvivere migliaia lingue diverse, nonostante gran parte del Pianeta parli solamente una delle cinque lingue più diffuse, ossia cinese, spagnolo, inglese, hindi e arabo.

Tutela della lingua: non solo Unesco, arriva Twitch

Nell’era moderna, com’era prevedibile, è arrivato in soccorso dell’Unesco anche il mondo digitale, lavorando a delle piattaforme ad hoc di archivio per salvaguardare tutte le sfumature culturali delle diverse popolazioni del globo.

Una campagna molto interessante è #3000Twittz, lanciata su Twitch, per mettere insieme e categorizzare gli streamer che parlano in lingua basca, ossia appartenenti alle popolazioni che vivono nel nord della Spagna, dando la possibilità all’antica lingua di “esistere” sui social.

La campagna social, raccontata da The Verge, si inserisce in una serie di iniziative lanciate dagli streamer di tutti il mondo appartenenti a comunità con un’identità linguistica a rischio, che hanno scelto di scendere in campo per lottare contro la scomparsa di parte della propria cultura.

Molto interessante, ad esempio, il caso della lingua maori in Nuova Zelanda. La lingua sta vivendo una lieve ripartenza, nonostante sia parlata da meno del 5% della popolazione nazionale, grazie agli sforzi del governo locale per preservarla, ma anche per l’azione dello streamer Rangiora, che intrattiene in live i suoi follower parlando del più e del meno in maori, avventurandosi anche nel gaming. Ovviamente lo streaming non avviene solamente in Maori, permettendo così di far avvicinare anche persone “vergini” all’antica lingua oceanica.

Iniziative simili sono stati lanciate anche per la preservazione del bretone e gaelico irlandesi, linguaggi entrati nella storia grazie all’incontro con la cultura latina nell’antichità, ma che rischiano di scomparire a causa dell’imposizione delle lingue ordinarie, come inglese e francese.

Twitch è molto soddisfatto per queste iniziative, supportando gli streamer “autoctoni” con la diffusione di nuovi hashtag in lingue in disuso, categorizzando, archiviando e stimolando la discussione continua con linguaggi di antica memoria.

Paride Rossi