Arriva Athent: l’app che aiuta gli sportivi a non finire in bancarotta

Athent non è una semplice app, è molto di più. E’ un progetto integrato per aiutare gli sportivi a gestire meglio le loro finanze. La necessità è tangibile in quanto negli Usa, secondo una ricerca di Sports Illustrated, il 78% dei giocatori della National Football League (lo sport maggiormente praticato e seguito dagli Americani) è in bancarotta o ha problemi finanziari entro due anni dal pensionamento; mentre il 60% dei giocatori Nba (National Basket Association) si ritrova in cattive acque finanziarie a 5 anni dalla fine della carriera.

Perché nello sport, praticato ai massimi livelli, c’è il tempo della gloria e poi, inesorabile, quello dell’oblio. Tantissimi sono gli sportivi finiti in bancarotta.  Alcune volte succede perché ai campionissimi manca il talento di far fruttare i soldi guadagnati, oppure si affidano a manager non sempre navigati, che non riescono a trarre un grande vantaggio economico da un ottimo talento. Altre volte, come nel caso di un tennista famoso negli Anni ’80, si paga il conto salato di una vita di eccessi. E questo probabilmente è uno dei motivi principali: sperperare il denaro.

Athent cerca di risolvere ogni qualsivoglia problematica economica: combina la possibilità di gestire il proprio budget con strumenti per la supervisione dei social media e dei video. “Athent – si legge sul sito – ti consente di gestire facilmente le tue finanze, il tuo brand e i tuoi progetti da una piattaforma centralizzata e trasparente. Dopo aver collegato i tuoi account finanziari e social media, Athent monitora l’attività quotidiana e tiene traccia dei tuoi progressi verso un futuro sostenibile e di successo. Gli atleti spesso sperimentano una grande quantità di entrate finanziarie in un tempo molto breve, ma tuttavia una percentuale tra il 60 e il 78% degli sportivi dichiara bancarotta entro 5 anni dalla pensione”. Athent propone inoltre, sempre via web, dei mini corsi per imparare una sorta di economia personale, resi più divertenti attraverso un meccanismo di gamification. Poi c’è la parte meramente finanziaria che, grazie al collegamento col conto corrente, mostra report e statistiche su come vengono spesi i soldi. Infine il progetto prevede una serie di lezioni dal vivo per insegnare ai giovani atleti dei college a gestire il denaro: in cattedra non salgono esperti di finanza ma atleti “pro”, che raccontano le proprie esperienze, nel tentativo di produrre un vero e proprio cambiamento di mentalità anche per emulazione. Dominique Easley dei Los Angeles Rams lo dice senza giri di parole sull’homepage di Athent: “Pensavo che una volta che altre persone si sarebbero prese cura delle mie finanze, avevo torto, vorrei aver iniziato a prendere sul serio le mie finanze quando ero una matricola al college“.

Per ora Athent è in fase beta: l’app non si può scaricare da alcuno store, ma si possono richedere informazioni sul sito ufficiale. Ovviamente, successivamente alla fase di prova, lo scopo è quello di lanciare il download ufficiale.  Successivamente ad Athent, che come più volte precisato si rivolge ad un gruppo ben definito di utenti, non si esclude che possano essere sviluppate altre app, magari rivolte ad altre categorie di professionisti.

Le star dello sport che hanno aderito al progetto sono circa una ventina e tra loro ci sono il running back del Los Angeles Rams, Todd Gurley, John Halapio dei New York Giants e atleti olimpionici come Aaron Brown, Lavonne Idlette e Katsura Horton-Perinchief. Il parterre che non ti aspetteresti per un’app del telefonino, e invece eccoli lì: smartphone in mano e via al download.

La maggior consapevolezza finanziaria è infatti un argomento sentito anche ad altre latitudini: anche in Italia, dove qualche mese fa la Feduf (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio), creata dall’Abi, e la Commissione Nazionale Atleti del Coni hanno lanciato Campioni di Risparmio per organizzare iniziative sul territorio per incontrare i giovani atleti e i loro allenatori, allo scopo di avvicinarli al tema della gestione consapevole del denaro. App o non app, il vero cambiamento è infatti prima di tutto culturale.

 

Sharon Santarelli