Lella “rivive” dopo cinquant’anni dalla prima pubblicazione. Piotta pubblica la sua versione rap di Lella, canzone firmata da Edoardo De Angelis diventata un classico del cantautorato italiano e della tradizione romana.
“Lella…e poi” è il titolo della versione riscritta da Piotta, scelta per la Giornata Mondiale UNESCO per il patrimonio audiovisivo. L’intento è promuovere la consapevolezza dell’importanza di immagini e suoni per la memoria collettiva.
La canzone è ormai simbolo nella memoria audiovisiva, ma il significato, spesso, rimane incompreso. Un testo che racconta una drammaticità, mai più attuale come ai giorni nostri, un focus su di una piaga sociale: il femminicidio.
Una melodia malinconica con parole di macabra dolcezza. Una visione che ricorda un ritratto pasoliniano, un uomo che ha amato, di un amore malato. Il racconto ad un amico di quando quattro anni prima, ha ucciso la sua amata Lella, che voleva lasciarlo l’ultimo giorno dell’anno.
“E te lo vojo di’ che so’ stato io/So’ quattr’anni che me tengo ‘sto segreto/Te lo vojo di’ ma nun lo fa sape’/Nun lo di’ a nessuno tiettelo pe’ te”
Una confessione, un lamento di strazio di chi si è macchiato e non vuole provare rimorso, ma dopo quattro anni deve confessare. Un intenso susseguirsi di immagini di un ricordo passato dove cresce l’inarrestabile senso di oscuro, di una confessione disperata.
La canzone, in passato, ha trovato voce con simboli della capitale, come Lando Fiorini o I Vianella, con Piotta rivive e diventa moderna. La sonorità si tinge di urban e si spolvera per vestire un nuovo abito e tornare presente, attuale, per le nuove generazioni.
Tommaso Zanello in arte Piotta riesce a di raccontare i chiaroscuri umani e sociali che attraversano la storia della sua città, restituendo a Lella un respiro contemporaneo senza intaccare la naturale poesia dell’originale.
“Bersaglio colpito nel centro! Ho molto apprezzato il flusso di nuova vita che Tommaso ha saputo dare alla nostra Lella con il suo prezioso intervento, –commenta Edoardo De Angelis-. Da cantautore “classico”, quale mi considero, trovo molto ispirato il contributo del suo nuovo testo. Una visione letteraria di un rapper di grande classe. E così due scuole, due ispirazioni, due tecniche musicali diverse si uniscono in un unico progetto. Mi auguro di trovare in futuro nuove personali forme di collaborazione con questo artista che oggi sento vicino!”.
La produzione è curata dallo stesso Piotta, insieme al pianista Francesco Santalucia, con il quale ha composto anche la colonna sonora originale dell’ultima stagione di Suburra – La Serie distribuita da Netflix in oltre 190 paesi nel mondo.