L’allenatore perfetto secondo uno studio del CIES

L’allenatore perfetto non esiste. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Qualche mese fa il CIES ha completato uno studio che fornisce un buon identikit dell’allenatore ideale. Ecco i risultati.

Analizzando i dati di oltre 1600 squadre e 110 campionati di tutto il mondo (quasi ottanta i Paesi indagati) il CIES ha trovato le caratteristiche dell’allenatore perfetto partendo dai dati della realtà. I parametri analizzati sono diversi: l’età, la durata della sua permanenza in una squadra e la sua nazionalità. Inoltre sono stati analizzati anche altri parametri secondari.

L’età

Per quanto riguarda l’età la media si attesta poco al di sotto dei cinquant’anni (48,8) anche se gli estremi sono molto interessanti. Ad esempio nella Serie A estone (la Meistriliiga) l’età media degli allenatori è molto bassa: appena sotto i 41 anni mentre per la corrispondente Serie B turca l’età media è di quasi 55 anni.  Questi due estremi non sono citati a caso ma perché al loro interno allenano l’allenatore più vecchio e quello più giovane di tutta l’analisi: Hamdi Yılmaz ha 74 anni mentre Ole Martin Nesselquist appena 27 ed è in carica da oltre un anno e mezzo. In Italia, in una breve parentesi della scorsa stagione, sulla panchina si è seduto uno dei più giovani allenatori del mondo: Guillermo Abascal, tecnico della Primavera, promosso per 3 partite alla prima squadra dell’Ascoli.

Lo studio nota anche un’interessante correlazione tra l’età media degli allenatori e i giocatori del campionato: più anziani sono i giocatori del campionato più i club tenderanno ad assumere allenatori con maggiore esperienza e quindi più anziani.

Permanenza

La permanenza media su una panchina di una squadra è di circa 300 giorni. Anche i questo caso i valori estremi sono proprio all’opposto: nella Premier League gallese la permanenza media di 943 giorni, più di due anni e mezzo. L’estremo opposto è occupato dalla Serie B brasiliana dove un allenatore, è proprio il caso di dirlo, resiste in panchina in media solo 122 giorni.

Il record di allenatore più longevo sulla stessa panchina è attualmente detenuto da Bruno Luzi, che dirige il Chambly (club che gioca nella seconda lega francese) da ben 19 anni. Un nome noto che compare nella lista degli allenatori più longevi è quello di Simeone, all’Atletico Madrid da oltre otto anni.

Anche in questo caso c’è un interessante relazione tra la permanenza di un allenatore e quella dei giocatori: più un allenatore rimane in squadra meno giocatori si alterneranno all’interno della stessa e viceversa.

La nazionalità

Lo studio analizza poi la nazionalità degli allenatori. Poco meno del 30% (28,3%) è cresciuto calcisticamente in un’altra nazione rispetto a quella in cui allena. Nell’Arabia Saudita il 93% degli allenatori è straniero, percentuali simili si riscontrano anche in altri Paesi come gli Emirati Arabi, il Qatar, l’India e la Cina. Al contrario in diversi campionati del mondo non ci sono allenatori stranieri: è il caso della Serie B brasiliana e francese, la prima divisione islandese e irlandese e altre serie non di primo piano.

In generale gli allenatori argentini sono quelli più richiesti: sono ben 68 in tutto il mondo. Il podio è completato da Spagna e, a sorpresa, dalla Serbia. Ai piedi del podio, a pari merito, Italia e Germania con 27 allenatori sparsi in tutto il mondo.

Conclusioni

L’allenatore ideale, ma reale, è quindi un uomo di poco sotto i 50 anni, in carica da poco meno di un anno, che è cresciuto calcisticamente nel paese in cui allena. Nella massima competizione italiana il profilo che più si avvicina a quello del profilo ideale è Filippo Inzaghi, attuale allenatore del Benevento. Dopo le sfortunate esperienze sulla panchina di Milan e Bologna, il tecnico ha stupito lo scorso anno dominando la Serie B. Che si arrivato alla maturità necessaria per fare bene anche in Serie A?

Tommaso Pirovano