La rivoluzione fa rima con nuovo inizio: parola di Dente!

Dente non pubblicava qualcosa di nuovo da tre anni. L’ultima volta è stata con “Canzoni a metà”, un disco emblema del modo di intendere la musica, il significato ed il significante per Giuseppe Peveri, in arte Dente. Almeno fino a tre anni fa.

Governava la libertà di non avere regole nel fare musica, ma il progetto discografico è stato un vero flop perché ascolto dopo ascolto era un’accozzaglia di suoni e di parole che neppure al fan della prima ora lasciava qualcosa.
Tre anni dopo, Dente ha pubblicato il suo settimo progetto discografico rilasciato ovunque il 28 febbraio 2020.

L’album segna una vera e propria rivoluzione nella carriera, nel modo di fare musica e nel volersi esporre di Dente.

La rivoluzione è già presente nella scelta della data d’uscita, del titolo, della cover e del contenuto del disco.
Il nuovo progetto discografico è stato rilasciato il giorno del compleanno del cantante, si intitola “Dente”, sulla copertina per la prima volta vi è il volto in primo piano di Dente graficamente colorato dal blu e dal rosso e le undici tracce sono declinate alla prima persona singolare.

“Dente” è senza dubbio il primo album più personale e intimista del cantautore che stavolta non ha avuto voglia di celare attraverso giochi di parole, chi è oggi, cosa è accaduto in questi tre anni e come si proietta verso il futuro.

L’uscita dell’album è stata anticipata da tre singoli estratti quali “Anche se non voglio”, “Adieu” e “Cose dell’altro mondo”.

Si fa fatica a dire è un album perché è più appropriato considerare queste undici canzoni un’autobiografia cioè un modo che Dente ha trovato per ricominciare e ritornare a cantarcele, però bene stavolta.
Musicalmente sono stati abbandonati chitarre e quei giochi che contraddistinguevano il suo stile e spazio è stato lasciato al puro, sano ed evergreen pop.

I testi, invece, riflettono la penna inconfondibile del cantautore che sceglie di aprire il disco con “Anche se non voglio” in cui cerca di spiegare chi è e chiude con “Non cambio mai”.

“Dente” ha in sé l’adrenalina della voglia del cambiamento, la necessità di rivelarsi ma anche la paura di quello che dice la gente, lo sfottò di chi oggi si autodà delle etichette ed il passato conservato in “La vita precedente” e in “Non cambio mai”.

C’è pure tanto amore, però, sia per sé ma soprattutto per la musa di “L’ago della bussola” alla quale Dente canta: “L’unico difetto che hai sono io”.
Si rassegnino quelli che credevano Dente in discesa. Il nuovo album è bello, suona bene, è profondo e pieno di concetti. Dente punta sull’onestà e non solo si sente ma anche conquista!
Buon ascolto!

Sandy Sciuto