La mentalità ultras è un male assoluto?

In questi giorni di tristezza profonda per l’Italia si è vista una vera e propria corsa alla beneficienza. Chi più e chi meno, associazioni, organizzazioni ed istituzioni si sono mobilitate per mostrare il proprio sostegno alle comunità colpite dal terremoto, ma tra queste c’è una associazione che attraverso il suo gesto ha stupito qualcuno: la comunità Ultras.

I gruppi di tifosi si sono organizzati per dare il loro contributo durante queste tragiche giornate. Il gesto della comunità Ultras dell’Ascoli è stato commovente, si sono, infatti, presentati tra le macerie per dare una mano a scavare. La Curva Nord della Lazio ha invece dato appuntamento a tutti i tifosi in piazza Epiro per una raccolta. Gli Ultras della Gradinata Nord del Genoa, già attivissimi durante le alluvioni che avevano devastato il capoluogo ligure, hanno organizzato un punto di raccolta fino a giovedì 1 settembre in via Armenia 5r a Genova: lo hanno annunciato attraverso un comunicato ufficiale specificando di portare “acqua, generi alimentari a lunga conservazione, prodotti per igiene intima per adulti e bambini, posate e bicchieri di plastica, medicinali da banco”. Anche gli Ultras della Roma si sono organizzati “Adesso tocca a noi”. Questo è l’incipit scelto dalla Curva Sud che annuncia: “In occasione dell’amichevole contro il San Lorenzo (il prossimo 3 settembre), pur continuando a non entrare, ci troverete nei pressi dello Stadio Olimpico dove raccoglieremo beni di ogni genere per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto”.

Oltre alle tifoserie capitoline, sono oltre 50 le tifoserie organizzate che si sono mobilitate: tra queste ricordiamo Juve Stabia, Salernitana, Pontedera, Albinoleffe, Modica, Treviso, Civitavecchia, Albano, Grosseto, Venezia, Gorgonzola, Ferrara, Avezzano, Vasto, Frosinone, Padova, Ancona, Lecce, Pistoiese, Torino.

Non ha firmato alcuna tregua come sostiene qualcuno, perché non vive una battaglia contro alcun cittadino. Per fare chiarezza, occorre quindi capire cosa c’è dietro la mentalità ultras e sfatare quel mito che li vede sempre e solo come artefici di insensata violenza.

Essere Ultras rappresenta un modo di concepire la vita, un ultras è simbolo di libertà, credere nei valori del gruppo e non del singolo, contro gli abusi di potere, contro chi ci vuole fuori dal calcio, contro i falsi moralizzatori,contro di chi si fa bello per conto degli ultras. Per anni presidenti ci hanno sfruttato, abbiamo sempre riempito le curve d’Italia, è adesso ci vogliono fuori”, ci racconta così un nostro amico ultras.  

“La mentalità ultras vuol dire credere nel proprio gruppo di appartenenza, vivere la passione della propria squadra ogni giorno al di là dei risultati sul campo, condividere idee e portarle avanti, organizzare trasferte, organizzare coreografie, organizzare manifestazioni, portare la propria fede ovunque… senza paura e senza vergogna, vuol dire lottare contro di chi sta distruggendo il calcio”.

Che questo mondo spesso sia stato teatro di momenti spiacevoli e difficili da giustificare è senza dubbio vero e non sta a noi cercare di dare una spiegazione. Non vogliamo mistificare il comportamento della comunità Ultras, tuttavia è doveroso fare notare che chi parla di questo mondo molto spesso fa emergere solo un lato, spesso quello negativo, non riportando i veri valori che si manifestano, come abbiamo visto in questi giorni, sotto forma di atti di beneficenza. E’ un dato di fatto i “cattivi” ultras sono scesi in campo ed il loro prezioso aiuto si unisce a quello di centinaia di volontari.

Andrea Calabrò