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La guerra mette fine a diverse cose, ma purtroppo non alle mestruazioni

Con il termine period poverty si designa l’impossibilità economica di una donna di poter accedere ad un’igiene adeguata durante le mestruazioni. Una condizione che accomuna milioni di donne in tutto il mondo e che viene troppo spesso sottovalutata. Al punto tale che non esistono neanche banche di dati riportanti la percentuale di donne che vivono questo deficit economico.

Mentre in Italia si discute ancora se approvare o meno la riduzione della tampon tax, nei Paesi in guerra le donne non hanno neanche accesso alla propria biancheria intima. Nel momento esatto dell’inizio del conflitto, le famiglie fuggono con il minimo indispensabile e spesso si spendono gli ultimi soldi in beni di prima necessità, in particolar modo beni alimentari.

Le mestruazioni, però, non si fermano dinanzi al conflitto.

È bene ribadire tale concetto affinché tra gli aiuti che migliaia di persone di tutto il mondo stanno donando ai rifugiati in Ucraina, possano essere inclusi anche gli assorbenti. Donne e bambini sono i principali fuggitivi dalle zone di guerra, motivo per cui l’arrivo del ciclo mestruale per le rifugiate non può che accentuare l’importanza di ricevere assistenza sanitaria a riguardo.

Non avere accesso ai prodotti significa utilizzare articoli che non sono necessariamente igienici, quindi abbiamo segnalato casi di donne che utilizzano vecchi stracci, pezzi di muschio, pezzi di materasso.

Queste le parole riportate da reuters.com su uno studio di Global One del 2017, che sottolinea come ad esempio nei campi di rifugiati in Libano e Siria più del 60% delle rifugiate non avesse alcun  prodotto sanitario per affrontare il periodo delle mestruazioni. Tale mancanza, non solo costringe le donne a vivere per più di cinque giorni al mese in condizioni ancora più precarie di quanto non siano già, ma favorisce l’insorgere di infezioni.

Una donna con le mestruazioni non è una donna malata, ma una donna a cui si nega l’igiene intima può andare incontro a problemi di salute.

Quante volte, le bambine in classe si sono ritrovate a sussurrare alla compagna di banco se avesse un assorbente. Addirittura a nasconderlo in tasca alla velocità della luce senza farsi notare da nessuno. Come se per una ragazzina avere le mestruazioni fosse un problema sociale da nascondere a tutti i costi. Il ciclo mestruale è ancora un tabù di cui tutti, donne comprese, hanno timore di parlare.

Al di là della stigmatizzazione delle mestruazioni, queste esistono e sono presenti nella vita di di quasi 2 miliardi di persone nel mondo ogni mese. Motivo per cui non si può non considerare i prodotti per l’igiene intima femminile alla pari dei prodotti di prima necessità. A maggior ragione quando la loro carenza rischia di compromettere lo stato di salute di un essere umano.

Lo stress causato dalla guerra può, inoltre, accentuare i dolori mestruali e causare degli scompensi ormonali difficili da gestire. Se a ciò si aggiunge la difficoltà nel controllare tramite prodotti adeguati il proprio ciclo, si evidenzia la necessità di intervenire con aiuti appropriati.

Parafrasando Reuters.com, gli assorbenti non sono percepiti come priorità poiché sono rivolti a donne e ragazze, mentre spesso i decisori sono uomini.

Una triste, ma reale immagine della società che fa ancora fatica a capire le esigenze primarie di metà della popolazione mondiale. Il livello di povertà mestruale non si ridurrà con la riduzione della tampon tax, questo è un dato certo. Per quanto, comunque, globalmente si stiano compiendo diversi passi in avanti.

Dalla Neo Zelanda di Jacinda Ardern che ha reso gratuiti gli assorbenti nelle scuole alla Scozia di Nicola Sturgeon, il primo paese al mondo a fornire assorbenti gratis a tutte le donne. Rari casi che, però, non sono abbastanza. La situazione si aggrava ancora di più se si pensa che oltre all’elevato indice di povertà, in altri Paesi ci sono dei conflitti in corso.

Per fortuna, ognuno nel proprio piccolo può cercare di fare la differenza, almeno per chi sta rischiando la vita in diverse parti del mondo.

L’azienda This Unique, attiva nella vendita di prodotti mestruali adatti ad ogni tipo di ciclo, lo scorso 8 marzo ha donato 1500 assorbenti e una box donata ad ogni acquistata per la popolazione Ucraina.

Un gesto che prende le mosse dalla consapevolezza di quanto ci sia ancora molto per cui lottare per le donne nel mondo. Dinanzi ad un’emergenza umanitaria, però, le priorità diventano altre. In Ucraina e non solo, ci sono tante persone che rischiano la vita, donne, uomini e bambini ciascuno con esigenze diverse. Pannolini, omogenizzati, latte, cibo sono necessari così come anche gli assorbenti!

Giulia Grasso