Eriana Waiapi smiles on her way to harvest maniocs to prepare Caxiri, a craft beer made with Manioc, imbibed daily by men, women and children when is not yet sour yet, at the Waiapi indigenous reserve in Amapa state in Brazil on October 13, 2017. Deep in the wilds of the Amazon rainforest, the Waiapi tribe is ready for its favorite activity: drinking vast quantities of homemade beer. / AFP PHOTO / Apu Gomes

La foresta amazzonica verrà riconosciuta come un essere umano

Per tutti i Planet Lovers all’ascolto: finalmente alla foresta amazzonica verranno garantiti gli stessi diritti di un essere umano!

Finalmente una buona notizia in questo 2019 inoltrato, che riguardi il nostro pianeta. Infatti, purtroppo, ormai siamo più abituati a sentire di tragedie che colpiscono il nostro mondo, piuttosto che sentire dati incoraggianti come questo.

C’è anche da dire che negli ultimi anni l’intera popolazione mondiale sta vendendo sensibilizzata molto di più su quelli che sono i problemi che affliggono il nostro pianeta. L’amore verso di lui, visto tutte le innumerevoli risorse, rinnovabili e non, che ci concede ogni giorno, non è un fatto per niente scontato. Se prima risultava più facile girarsi dall’altra parte e fare finta di niente, ad oggi fortunatamente è cresciuto esponenzialmente il numero delle persone che stanno cercando di essere utili in campo ambientale. Probabilmente, è anche merito delle innumerevoli iniziative e giornate scelte come simbolo per lotta contro i danneggiamenti causati dall’uomo sulla terra.

Da oggi finalmente in Colombia sono stati riconosciuti gli stessi diritti umani anche alla Foresta Amazzonica; compreso quello di vivere.

La più alta corte colombiana ha, infatti, emesso sentenza nei confronti del governo, il quale dovrà intervenire con urgenza per proteggere la foresta pluviale amazzonica, ponendo un accento importante sulla necessità di diminuire in primis la deforestazione.

Tutto questo si deve all’iniziativa di 25 giovani che hanno querelato lo Stato per l’incapacità di svolgere in modo, sia pure approssimativo, i propri compiti. Questa sentenza ha lasciato completamente di stucco non solo la popolazione colombiana, ma anche tutto il resto del mondo.

Quando è stata l’ultima volta che è stato espresso un parere del genere? Esattamente: mai. Per questo, una notizia del genere, ha creato tanto scalpore: per una volta è un rappresentante supremo dei diritti dell’uomo a schierarsi dalla parte della natura, concedendole la stessa giustizia che avrebbe dato a qualsiasi altro essere umano.

Per la precisione, è stato intimato al Governo colombiano di dover redigere un piano d’azione entro i prossimi quattro mesi. Dopo il passaggio di questi ultimi, l’obiettivo primario del progetto sarà l’abbattimento della deforestazione ingiustificata e abominevole, che purtroppo è diventata la diretta causa della scomparsa del polmone verde amazzone.

Il fatto che attualmente “possediamo” una ricchezza così vasta (l’area dell’intera foresta amazzonica è paragonabile ai territori della Germania e dell’Inghilterra messi insieme) non vuol dire che non debba essere tutelata. A maggior ragione, visto la caducità con la quale la stiamo perdendo, manovre come questa potrebbero dare nuova vista a problemi climatici che tutt’ora rimangono posti da parte.

La terra in cui viviamo è una sola: non abbiamo altra via, se non quella di renderle giustizia, tutelandola con ogni mezzo a nostra disposizione. 

Alessia Cavallaro