L’intelletto umano e le sue facoltà inesplorate nella letteratura fantascientifica

Il recente film “Limitless”, ispirato al romanzo di Fantascienza “Territori oscuri” di  Alan Glynn, ha portato alla ribalta un tema classico della fantascienza: le potenzialità “sopite” del cervello umano. Partendo dall’assunto che gli esseri umani sfruttano solo il 10% delle loro facoltà intellettive – assunto che, sebbene suggestivo, non è ancora supportato da valide prove scientifiche – nella pellicola viene immaginata la sintesi di una nuova droga, l’NZT, capace di “risvegliare” il 100% delle connessioni neuronali di chi l’assume, creando così uomini super-intelligenti.

L’idea è incredibilmente affascinante, tanto da aver dato vita ad una serie televisiva che prosegue la storia del film, ma dal punto di vista letterario Alan Glynn non è stato certo il primo a scrivere su questo argomento, che rappresenta uno degli argomenti preferiti della letteratura fantascientifica. Molti grandi scrittori del genere si sono confrontati proprio su questo terreno.

Pensiamo ad Asimov che nel Ciclo della Fondazione teorizza l’esistenza di uomini “mentalici” i quali, affinando le proprie capacità intellettive, hanno ottenuto l’abilità di leggere e controllare i pensieri altrui. Lo scrittore americano immagina addirittura che uno di essi, un mutante detto il Mulo per la sua infertilità, acquisisca un potere mentale talmente elevato da poter plagiare la mente di tutti gli esseri umani che abitano la galassia, diventandone in poco tempo il dominatore assoluto.

Tra gli altri autori che hanno indagato le potenzialità dell’intelletto umano e i suoi possibili sviluppi va senz’altro citato Frank Herbert, che per molti aspetti ha fatto di questo elemento uno dei punti di forza della sua opera più celebre: il “Ciclo di Dune“.

Ambientata in un universo in cui tutte le macchine sono state distrutte e vietate, dopo che esse hanno cercato di ribellarsi all’uomo, la serie di romanzi vede l’affermarsi di esseri umani che affinano e sviluppano le proprie facoltà mentali. Nascono così i mentat, uomini in grado di analizzare enormi quantità di dati ed elaborarli al fine di prendere decisioni, come se si trattasse di veri e propri computer-umani e per questo più inclini alla logica che alle emozioni.

Accanto ad essi vi è poi l’ordine delle Bene Gesserit. Si tratta esclusivamente di donne addestrate in “arti” mentali con cui sono in grado, ad esempio, di condizionare la volontà delle menti più deboli. Il loro scopo è quello di selezionare geneticamente gli esseri umani e favorire accoppiamenti mirati per il miglioramento psico-intellettivo della specie umana.

Infine, in questo quadro così complesso si inserisce la “spezia”, una potente droga (che si trova solo sul pianeta Dune), capace di allungare la durata della vita di chi l’assume e di risvegliare, negli individui che siano predisposti, poteri intellettivi straordinari, tra cui quello di pilotare veicoli spaziali a velocità superiori a quella della luce, o quello ben più raro e prezioso della “Prescienza”, l’abilità di prevedere il futuro (il potere del protagonista Paul Atreides).

Nella sua opera Herbert si spinge sempre più oltre. In “L’imperatore Dio di Dune”, egli immagina che il massimo potere che un essere umano possa raggiungere sia la possibilità di viaggiare con la mente nella propria memoria e in quella dei propri antenati per rievocare volontariamente qualsiasi momento del passato, diventando così padroni assoluti del tempo, di quello trascorso, ma anche di quello futuro.

Non si può poi trascurare un altro grande autore della fantascienza contemporanea: Philip Dick. In molte sue opere, egli fa riferimento ai poteri psichici. In “Ubik”, ad esempio, lo scrittore immagina una società in cui lo spionaggio industriale viene esercitato avvalendosi di uomini e donne provvisti di prodigiose facoltà mentali, come la telepatia e la telecinesi. Accanto a questi individui, però, ve ne sono altri, i cosiddetti “inerziali”, che hanno la capacità naturale di inibire “i talenti” altrui!

Nel suo racconto “Minority Report” (da cui è stato tratto l’omonimo film di Spielberg) i crimini sono stati aboliti del tutto grazie alla Precrimine, un’organizzazione che sfrutta il potere dei precog, esseri umani capaci di prevenire i delitti prima che essi vengano compiuti.

Passando al fumetto, è senz’altro notevole l’influenza della letteratura fantascientifica sulla creazione della saga degli X-men di Stan Lee,  (che ha poi ispirato anche un fortunato ciclo di film). Il comic racconta le vicende di mutanti dotati di poteri al di fuori del comune, tra cui anche la facoltà di leggere e controllare i pensieri altrui.

Anche nei manga, i fumetti giapponesi, questi temi sono stati ampiamente analizzati e sfruttati. Tra i tanti “Akira” di Otomo, da cui è stato tratto l’omonimo film nel 1988.

Insomma: dove non è ancora arrivata la scienza è arrivata la letteratura che ci ha consegnato questi e molti altri esempi di prodigiose potenzialità cerebrali. Chissà se un giorno alcuni di questi aspetti a dir poco paranormali potranno trovare qualche fondamento scientifico e applicazione nella nostra vita quotidiana…

Francesco Bellia