L’equinozio d’autunno

Nessuna bellezza di primavera, nessuna bellezza estiva ha la grazia che ho visto in un volto autunnale.

(John Donne)

Il sole a mezzogiorno appare più basso e le notti si allungano: nella metà settentrionale del nostro pianeta l’estate sta lasciando il posto alla stagione fredda.Oggi si celebra l’equinozio d’autunno che segna proprio l’inizio della stagione che prepara all’inverno.

Che cos’è un equinozio?

Un equinozio è l’allineamento geometrico tra il Sole e la Terra, nel quale la nostra stella è posizionata esattamente sopra l’equatore terrestre. In questo giorno dell’anno , come nell’equinozio di primavera, i raggi del Sole colpiscono la Terra in modo perpendicolare all’asse di rotazione terrestre. La cosiddetta zona crepuscolare, linea che divide la parte illuminata (dì) dalla parte in ombra (notte) del nostro pianeta, passa per il Polo Nord e il Polo Sud terrestri, cosicché il giorno e la notte hanno (quasi) la stessa durata in tutto il pianeta.

Il quasi è dovuto al fatto che, anche se l’origine latina del nome (aequinoctium, “notte uguale”) indica un uguale numero di ore tra dì e notte, durante l’equinozio il giorno dura circa 6 minuti in più. Questo avviene perché, se è vero che durante gli equinozi, il centro geometrico del Sole rimane sopra all’orizzonte per 12 ore, i raggi del Sole iniziano a illuminare la Terra un po’ prima dell’alba, e la abbandonano qualche minuto dopo il tramonto, rubando del tempo alla notte.

Via via che ci si avvicina a dicembre, l’emisfero settentrionale sarà più inclinato rispetto al Sole e riceverà i suoi raggi trasversalmente finchè,a fine dicembre, arriverà il solstizio d’inverno, in cui il Sole raggiungerà il suo punto più basso nel cielo di mezzogiorno.

Perché l’autunno inizia “in ritardo”?

La discrepanza tra l’inizio “tradizionale” dell’autunno ,il 21 settembre, e l’avvio della stagione astronomica, ha a che fare con la differenza, reale, tra l’anno tropico (o solare)  e l’anno siderale (il periodo orbitale della Terra)

Il nostro calendario è composto da 365 giorni, non considerando la reale durata dell’anno solare e quindi lasciando fuori, ogni anno, un po’ più di sei ore, come vorrebbe l’anno siderale: un ritardo che convenzionalmente  si recupera, ogni 4 anni, con l’aggiunta di un giorno a febbraio (anno bisestile) ma che si ripercuote anche sulle date degli equinozi e dei solstizi.L’equinozio, oltre che dalla durata del giorno e della notte, può essere riconosciuto con un semplice esperimento, osservando l’ombra di un chiodo infisso su un muro esposto al Sole;il vertice dell’ombra, durante ogni giorno dell’anno, disegna una curva che, agli equinozi, diventa una retta.

Nel corso della storia questo fenomeno venne studiato già dagli antichi Maya, i quali costruirono una piramide a gradoni detta El Castillo a Chichen Itza, in Messico, in modo che un serpente di luce sembrasse scivolare giù dalla scalinata durante l’equinozio d’autunno e quello di primavera.

Lucrezia Vardanega