La proposta di legge per il congedo mestruale, ecco cosa c’è da sapere

Se ne è sempre discusso molto, senza arrivare però ad una conclusione sufficientemente appagante. Grazie ad una proposta di legge già presentata mesi fa alla Camera ed ora sottoposta all’esame della Commissione Lavoro, l’Italia potrebbe finalmente accogliere il congedo mestruale. Il dibattito era sorto soprattutto alla luce della decisione da parte della Coexist, nota azienda di Bristol, di introdurre per le proprie lavoratrici che soffrono di dismenorrea alcuni giorni di permesso dal lavoro, affinché venga garantito loro la possibilità di muoversi in un ambiente lavorativo flessibile, sano e sicuramente più felice.

Sulla scia dell’esempio britannico e di molti altri Paesi in cui il congedo è ormai una solida realtà, pensate che in Giappone esiste dal 1948 e in Indonesia dal 1945 a cui più di recente si sono aggiunte Corea del Sud e Taiwan, l’Italia ha deciso così di mettersi al passo con i tempi. Il disegno di legge, che porta la firma delle deputate del Partito Democratico Romina Mura, Daniela Sbrollini, Maria Iacono e Simonetta Rubinato, qualora dovesse essere approvato, permetterà alle donne di godere di ben tre giorni di permesso al mese per i dolori causati dal ciclo mestruale. Ovviamente non tutte potranno beneficiare indistintamente della proposta in esame, ma solo coloro che soffrono di forti dolori durante il ciclo tanto da impedire il normale svolgimento delle attività lavorative.

Non a caso, sarà infatti necessario allegare apposito certificato medico da rinnovare entro il 31 dicembre dell’anno in corso e presentarlo necessariamente al datore di lavoro entro il 30 gennaio dell’anno successivo. A beneficiare del congedo saranno le lavoratrici con contratti a tempo indeterminato e determinato, subordinato e parasubordinato, full o part-time e nei settori sia pubblico che privato. Durante i giorni di astensione dall’attività lavorativa alle donne verrà in ogni caso garantita e corrisposta piena retribuzione, con la precisazione che il congedo non potrà in alcun modo essere equiparato ad altre cause di impossibilità alla prestazione lavorativa, inclusa l’indennità per malattia.

In Italia le donne che soffrono di dismenorrea appartengo ad una percentuale che si aggira tra il 60 ed il 90 per cento, causando dolori addominali, mal di testa, mal di schiena, malessere articolare e umore nero. Nel 30% dei casi i disturbi sono invalidanti: costringono a letto per ore e anche per diversi giorni. Dati e previsioni che nonostante siano allarmanti non hanno lasciato spazio alle polemiche, arrivando addirittura a sottolineare il rischio di probabili conseguenze discriminatorie.

Erminia Lorito