Intervista ai Serpenti: il brano”I giorni di Ulisse” e il viaggio dentro noi stessi

Con l’obiettivo di fondere due grandi elettroniche, Luca Serpenti e Gianclaudia Franchini danno vita, nel 2007, al progetto Serpenti.
Sonorità elettropop per una canzone di respiro internazionale che racconta di come, a volte, sia necessario allontanarsi per vedere meglio le cose: ecco il nuovo singolo dei Serpenti, “I giorni di Ulisse”(Godz), in rotazione radiofonica dallo scorso 6 Marzo. 
Noi di Social Up abbiamo avuto l’occasione di fare qualche domanda a Luca Serpenti e Gianclaudia Franchini sul progetto musicale dei Serpenti.

Come è nato il brano “I giorni di Ulisse”? 

Eravamo al mare. Luca suonava la chitarra ed io provavo a cantare su delle melodie. E’ stata una maniera nuova di comporre un brano per il progetto. Facendo musica con l’ausilio dell’elettronica, per noi era molto più semplice partire da un beat, dei synth… il fatto di partire così nudi, chitarra e voce, è stata una strada nuova da percorrere e ci ha portati a conoscere degli aspetti nuovi di noi stessi.

E’ estremamente interessante il riferimento alla mitologia greca e alla storia di Ulisse, famoso eroe che affronta un lungo viaggio per cercare di tornare a tutti i costi a Itaca. Questo tema, il viaggio, è importante per voi? Se sì, quali sono stati i viaggi\ percorsi più importanti della vostra vita? 

Sono sempre stata una fan della mitologia e sin da piccola mi piaceva leggere quelle “strane” storie così distanti da noi. E’ capitata l’occasione di metterle in una canzone proprio perché volevamo parlare di un viaggio, il nostro, ed ho colto l’occasione al volo. Il tema del viaggio per noi è stato fondamentale in questo periodo che siamo stati lontani dal progetto Serpenti. Per viaggio non intendo solo quello che fai con la valigia, alla scoperta di luoghi nuovi (che comunque è una figata) ma tutte quelle sfide quotidiane che ti portano lontano da casa. Im questo periodo noi ci siamo approcciati al mondo dell’autorato, abbiamo scritto canzoni per artisti musicalmente molto distanti da noi, abbiamo messo in dubbio quelle che erano le nostre certezze, le nostre “verità” e ci siamo messi in dubbio, ci siamo allontanati dalla nostra comfort zone ed abbiamo affrontato i nostri mostri, i nostri nemici… nel frattempo siamo anche diventati due volte genitori ed abbiamo ancora una volta stravolto le nostre vite. Abbiamo guardato da lontano quello che avevamo e che abbiamo perso e tutto quello che abbiamo invece guadagnato… più Odissea di così ?

All’interno del brano mi ha colpito molto la frase “la libertà è una trappola…di parole”. Come spieghereste il concetto di libertà?

Questo concetto si lega a quanto dicevo prima… anche la libertà ha oggi  un altro sapore. Col tempo ci siamo resi conto che molte volte ci costruiamo delle gabbie con le nostre stesse mani e ci diciamo che è questo quello di cui abbiamo bisogno: il dover fare le cose come le fanno tutti gli altri per sentirsi parte di un qualcosa che magari non ci appartiene e questa sensazione di libertà altro non è che una galera mascherata.

Il brano “I giorni di Ulisse” anticipa un nuovo lavoro discografico in corso?

Al momento siamo in studio e stiamo registrando brani nuovi, l’idea è di creare una sorta di appuntamento con il nostro pubblico e rilasciare un brano per volta. In un momento come questo, in cui la musica è a consumo veloce, preferiamo che l’attenzione si focalizzi su tutti i brani, senza lasciare niente indietro.

Anche la copertina del singolo è molto particolare: come è nata l’idea?

Si tratta di un frame del video, l’idea era quella di rappresentare quello che è stato il nostro viaggio che abbiamo affrontato per arrivare fin qui. Quel cielo incastrato nel palo elettrico era perfetto per raccontare lo stato d’animo di chi combatte tra quello che si sogna, quello che si ha tra le mani e quello che si perde per strada.

Per il futuro, avete live in programma? Quali sono i progetti per questo 2020?

E’ un momento molto difficile per fare questo tipo di previsioni. Ci piacerebbe tanto ma non sappiamo ancora cosa succederà nei prossimi mesi. Quello che possiamo dire è che siamo tornati e faremo tutto il possibile per far sentire la nostra voce.

 

Valentina Brini