Intervista ai Frigo: “Non importa parla di cose piccole, ma essenziali”

Dal 2011 erano i “Fabrizio Frigo and the Frezeers”, poi si sono evoluti in Frigo ed il 12 aprile hanno pubblicato il loro primo progetto discografico dal titolo “Non importa”.

La band è composta da Tony il frontman e la voce del gruppo, Paolo suona la chitarra, Enzo è alla batteria ed Elia al basso. Nel 2016 la band ha iniziato un nuovo percorso che li ha portati alla realizzazione di “Non importa”, disco prodotto da Pietro Paletti e Francesco Felcini per La Clinica Dischi e Luovo”iCompany e distribuito da Artist First.

Il disco è composto da nove canzoni, alcune delle quali hanno già ricevuto dei premi prima della pubblicazione quali il testo de “La gioia e l’ansia”, selezionato per essere pubblicato nella raccolta del Concorso Internazionale del CET di Mogol e “Leoni da cortile” che ha vinto il concorso “Mai in Silenzio” sulla violenza di genere organizzato da Controradio (in giuria, tra gli altri, Brunori SaS e Irene Grandi). Per esser un primo lavoro, il disco è molto ben confezionato, riserva degli ottimi spunti di riflessione e la dinamica musicale è molto ben congeniata e strutturata.

Di “Non importa” e di molto altro ne abbiamo parlato con Tony Frigo, un’artista con una carica esplosiva che, entusiasta, si è regalato e si è sottoposto alle nostre domande.

E’ d’obbligo chiedertelo. Perchè chiamarsi Frigo?

Perché non chiamarsi Frigo? È questa la domanda che giro a te, invece (n.d.r. ride). Non sto qui a raccontarti la storia dei Frigo. Abbiamo passato tanti anni di musica insieme. Siamo arrivati ad un momento in cui c’è stata una maturazione artistica ed una maturazione anche anagrafica. A quel punto abbiamo deciso di asciugare concettualmente i nostri pezzi, anche a livello musicale. Abbiamo asciugato anche il nome del gruppo che al secolo era “Fabrizio Frigo and the Frezeers”, lasciando solo Frigo che è comunque la parte fondamentale.

Come descriveresti la vostra musica? Quali sono le vostre fonti d’ispirazione per scrivere canzoni?

Partirei dalla seconda domanda. Le fonti di ispirazione sono tante. Siccome siamo un gruppo in cui ognuno di noi dà il proprio contributo anche in termini di scrittura, è difficile quindi individuarle. Sicuramente veniamo da un background italiano. Si parla della musica italiana dagli anni ’60 in avanti e quindi anche di tutta quella serie di nomi importantissimi del cantautorato italiano che ha fatto la storia. Dal canto nostro abbiamo anche cercato altri riferimenti fino a trovare un nostro modo di scrivere che ci piacesse e che ci potesse rappresentare a pieno. “Non importa”, il nostro primo disco, parla di grandi tematiche ossia dell’amore, della felicità, della scoperta, dell’ansia e della gioia. Parliamo di tali tematiche considerando aspetti particolari di ognuna di queste di cui di solito diciamo che non importa nella vita, invece caratterizzano secondo noi tali tipi di emozioni.

Il 12 aprile 2019 è uscito “Non importa”. Perché la scelta di questo titolo? Perché e cosa non importa a Frigo?

Come detto prima, “Non importa” riguarda le tematiche più importanti della vita e sono tutte quelle piccole sfaccettature che unite insieme danno un significato particolare e danno quel quid in più per andare a ricercare la felicità. Quest’ultima è il concetto fondamentale del nostro disco. Ci sono tante cose che non importano a Frigo come ce ne sono tante altre che ci importano quali piccole cose che sembrano inutili. Il disco è una sorta di stimolo verso le piccole cose che non sembrano ma sono importanti. Importa non il fine ultimo ma come ci si arriva.

La copertina è molto comunicativa: fa sorridere e riflettere. Come mai questa scelta e chi l’ha realizzata?

La copertina è stata realizzata dalla nostra squadra che lavora ai concetti e come cercare di esprimerli al meglio. Siamo arrivati a questa copertina partendo dal concetto del non importa che ci piaceva molto, anche da un punto di vista ironico. La copertina rappresenta due signori anziani, attempati e affaticati di fronte ad un ostacolo. Sanno che quell’ostacolo è insuperabile, però alla fine l’esser insieme e l’aver condiviso un percorso, quello è ancora più importante del superare l’ostacolo.

I produttori dell’album sono Pietro Paletti e Francesco Felcini, nomi importanti del backstage della musica. Come è stato lavorare con loro?

È stato molto bello. È stata un’esperinza nuova per certi versi. In riferimento ai pezzi che abbiamo prodotto con Pietro Paletti – che per noi è stata una novità assoluta – alla fine è venuto fuori un bel lavoro, dopo averci lavorato insieme. Pietro Paletti è un pazzo oltre ad essere un grandissimo nostro amico ed è stato molto divertente lavorare con lui in studio e vedere come sia maniacale sotto ogni aspetto. Francesco Felcini è un professionista incredibile e un nostro grandissimo amico che conosciamo ormai da più di dieci anni col quale abbiamo già lavorato. Dato che ci conosciamo a memoria e sappiamo perfettamente cosa vogliamo l’uno dall’altro e quale deve essere il risultato finale, lavorare per questo disco è stato pazzesco.

Tante canzoni interessanti nel disco sia per musica sia per testi. Un aggettivo per ognuna? C’è qualcuna a cui siete particolarmente legati? Se si, perché?

Dare un aggettivo per ogni pezzo diventa un po’ noioso. Posso dirti che siamo legati a tutti i pezzi. Tra questi, sentiamo più nostro l’ultimo singolo uscito “Via dei Bardi” che è un pezzo in cui noi abbiamo sempre creduto molto. È stato un processo di scrittura che da subito ci sembrava andasse nella giusta direzione. È quel pezzo che ha cambiato anche il nostro modo di approcciarci alla musica, alla composizione e alla scrittura.

L’estate è alle porte. Cosa c’è in programma nell’agenda di Frigo?

Ci sono un sacco di cose. Questo Frigo è sempre pieno;o meglio, è stato vuoto per un sacco di tempo. Adesso ci sono tanti avanzi di cui cercheremo di nutrirci per tutta l’estate. Ci saranno diverse cose, ma non posso anticipare molto.

Sandy Sciuto