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Intervista ad Antonello Riva, leggenda del basket ed esempio per i giovani

Per tutti gli appassionati di basket il nome di Antonello Riva è un nome che sa di storia. Annoverato tra i cestisti italiani più forti di sempre, con la Nazionale italiana ha conquistato gli Europei del 1983, in quella che è stata la prima vittoria per la squadra azzurra. Nella sua lunga carriera si è segnalato come una bandiera della Pallacanestro Cantù, con la quale ha vinto praticamente tutto. Detiene il record di punti segnati nella storia della Serie A ed è il miglior marcatore di sempre della Nazionale. Noi di Social Up abbiamo avuto la splendida opportunità di scambiare due chiacchiere con lui.

La situazione dello sport in Italia, in questo momento non è facile. Gli impianti sciistici non possono aprire, per le palestre e le piscine ancora la situazione non è chiara. Lo sport potrà riprendersi al 100% dopo un periodo difficile come questo?

Se dovessi utilizzare un solo termine userei la parola “disastro”. Sappiamo tutti che fare attività sportiva, prima di tutto, è uno dei punti più importanti per il nostro benessere fisico. È vero che, a differenza del primo lockdown, ci è permesso di fare attività, ma sappiamo quanti italiani fanno la settimana bianca, per non parlare dei week-end, oppure mi vengono in mente palestre e piscine o ancora gli sport di squadra a livello inferiore. Lo sport è praticamente bloccato da un anno, e se penso ai più giovani mi viene da star male. Fino a quando non avremo raggiunto la percentuale adeguata di vaccinati dovremo tutti stare attenti, ma con le giuste norme di sicurezza mi sento di dire che lo sport va liberato.

Le nuove generazioni, purtroppo, devono fare tutto stando seduti dentro la propria cameretta, e questo aggrava di più la situazione. Lo sport di squadra permette di socializzare e di stare insieme ai propri coetanei, quindi ripeto, la speranza è che si torni il prima possibile a vivere queste situazioni.

Passerei ora a parlare un po’ nello specifico di basket. In questi giorni l’Italia dovrà disputare le partite di qualificazione per i prossimi Europei. Come la vedi la squadra di Sacchetti per questa competizione?

Abbiamo dei buoni giocatori, come Gallianri, che può essere annoverato tra le stelle dell’NBA, poi Melli e Datome. Insomma, abbiamo tanti giocatori di grande valore. Se dovessimo fare un’analisi approfondita potremmo dire che forse nel ruolo di lungo, di pivot, ci manca un giocatore alla Meneghin, un giocatore che spostava veramente gli equilibri. Ma gli elementi ci sono, comunque. L’unico problema per Sacchetti sarà quello di mettere insieme questi giocatori, perché vengono da esperienze diverse. Il basket americano è completamente differente da quello che si gioca in Europa, e quello che si gioca in Eurolega è anch’esso differente da quello che si gioca in Italia. Il problema è proprio questo: mettere insieme giocatori che provengono da diversi campionati e trovare un amalgama di squadra.

Da www.avvenire.it

A questo proposito, uno dei prospetti italiani più interessanti è Nico Mannion, che gioca con i Golden State Warriors. Può essere un valore aggiunto per la Nazionale agli Europei dell’anno prossimo?

Assolutamente sì, è stato scelto nel massimo campionato del mondo. Può essere un elemento di grande spessore e può dare manforte. È vero che nel reparto dei piccoli abbiamo tanti buoni giocatori, però Mannion può essere l’iniezione di freschezza che porterà grande entusiasmo e valore tecnico che ci può aiutare a fare quel salto di qualità che ci è mancato negli ultimi anni.

Sempre restando in tema Europei, nel 1983 la Nazionale italiana li ha vinti in Francia. Tu c’eri, che sensazione è stata vincere una competizione così importante?

Prima di allora l’Italia addirittura non aveva mai vinto una medaglia d’oro, e tutto l’ambiente era pronto e preparato, spingeva per questo risultato. È stato bravo in primis l’allenatore, Sandro Gamba, a creare un grande gruppo. È stato anche un po’ fortunato perché in quel momento c’era il gruppo dei “vecchi”, che già tutto il movimento europeo conosceva: erano i vari Meneghin, Marzorati, Villalta, Vecchiato, e c’era una spinta di noi giovani, io, Costa, Tonut, e in mezzo c’era una generazione molto preparata, come Brunamonti, Gilardi. Gamba è stato bravo, nei due anni antecedenti, a creare un gruppo molto solido, con una grande motivazione, e raggiungere questo risultato è stato per noi motivo di grande soddisfazione, e ha cementato ulteriormente questo gruppo. Ancora oggi, a distanza di decenni, siamo in contatto, abbiamo anche un gruppo Whatsapp che dimostra come il gruppo sia unito.

La Nazionale del 1983. Da www.mondiali.it

Detieni anche il record di punti segnati nel campionato di Serie A. Cosa si prova ad aver stabilito un record così importante?

I record sono belli, ma sono lì anche per essere battuti; sono cosciente che prima o poi qualcuno lo batterà. In questo momento però me lo sto gustando, anche perché lo vivo come una dimostrazione del massimo impegno che ho profuso ogni giorno e ogni volta che scendevo in campo. Ho giocato tanti campionati, ma per raggiungere quei numeri devi dare il massimo di te stesso ogni volta che scendi in campo.

È un bell’insegnamento questo, che giro anche ai più giovani che si approcciano allo sport in generale, non solo al basket: dare il 100% in quello che si fa. Grazie per la bellissima chiacchierata Antonello, è stato un vero onore per me!

Marco Nuzzo