Intervista ad Andrea Ciliberti CEO di Bcode: “L’importanza della blockchain per mostrare la bontà del proprio operato”

Nuovi fenomeni a livello tecnologico negli ultimi anni stanno avendo il sopravvento in ambito aziendale e non solo. La corsa all’acquisto degli NFT ne è esempio. Tra questi fenomeni, però,  sempre più spesso si sente parlare di Blockchain, parola chiave su cui si fonda la realtà di Bcode. Per Social Up ne ha parlato Andrea Ciliberti, fondatore della piattaforma.

Che cos’è la blockchain e perché ha assunto sempre più rilevanza?

“La tecnologia blockchain viene spesso definita come internet of value. Penso che questo concetto sintetizzi molto bene cos’è la blockchain. Così come internet ha permesso lo scambio di informazioni tra agenti diversi nel mondo, la blockchain permette lo scambio di valore tra due agenti connessi alla rete, in modo veloce ed a basso costo. Senza necessità di avere intermediari che fungano da garanti dello scambio di valore tra le parti.

Com’è possibile tecnicamente? Grazie ad un registro pubblico, distribuito, immutabile ed incorruttibile. Quindi se trasferisco del valore digitale (le criptovalute) ad un altro soggetto tutti possono vedere che l’operazione è avvenuta. E che io non dispongo più di quel valore perché che in questo momento è nel possesso di qualcun altro. E questa operazione non può essere annullata, modificata o cancellata.

Una delle immagini più semplici che descrivono la blockchain e che ci aiutano nella comprensione è l’immagine di Twitter.

E’ possibile immaginare la blockchain come una specie di Twitter fatto di messaggi consecutivi tra loro ma con alcune caratteristiche particolari: non c’è nessuna società che lo gestisce. Tutti possono inviare messaggi anche senza essere registrati. É non censurabile, ovvero nessuno può impedire che qualcun altro invii un tweet. Immutabile, quindi nessuno può cancellare o modificare i tweet precedenti, né propri né altrui. É decentralizzato, cioè non esiste un server su cui si appoggia ma risiede su tanti nodi diversi quanti sono le persone che partecipano alla vita di questo registro”.

Logico domandarti a tal proposito quando e perché nasce Bcode. O meglio quando avete capito che era necessario investire su una realtà che si occupasse di Blockchain?

“Bcode è uno spin-off del Politecnico di Milano e tra i co-founder, oltre al sottoscritto, ci sono docenti e ricercatori del Politecnico e dell’Osservatorio Blockchain & DLT. L’anno di avvio ufficiale è il 2020 ma la genesi risale a qualche anno prima, in tempi non sospetti. Bcode nasce infatti anche dall’esperienza di KNOBS, realtà attiva dal 2014, che offre consulenza e sviluppo custom di progetti blockchain in base alle specifiche esigenze del cliente.

La sfida di Bcode è quella di rendere accessibili tutti i vantaggi offerti dalla tecnologia blockchain a quante più aziende possibili in modo semplice. Ovvero tramite soluzioni pronte all’uso. Quindi, senza dover realizzare necessariamente progetti custom. Senza l’obbligo di utilizzare criptovalute e senza necessità di avere a disposizione un reparto IT. Abbiamo deciso di investire in una realtà che avesse questo focus specifico scommettendo non tanto sull’utilizzo della blockchain, lo diamo abbastanza per assodato. Ma quanto sulla necessità degli attori di mercato di poter utilizzare dei tools semplici, no-code e pronti all’uso”.

In che modo Bcode si propone, allora, di essere inclusiva ed accessibile? E quali sono i vantaggi di cui un’azienda può usufruire se decide di implementare la Blockchain?

“La nostra idea di inclusività ed accessibilità passa proprio dalla realizzazione di tools (nello specifico abbiamo una piattaforma che racchiude diverse soluzioni) pronti all’uso che permettano anche a chi non ha esperienza di coding, di poter utilizzare la blockchain. Così come è stato per il web che conosciamo oggi, dove siamo passati dallo sviluppo custom di siti web e software di mail automation a strumenti come WordPress, Elementor e Mailchimp. Noi siamo l’Elementor ed il Mailchimp della blockchain.

I vantaggi nell’utilizzo di questa tecnologia sono molteplici. Condivido i primi per importanza, in base al mio punto di vita: la notarizzazione di dati, la creazione e gestione di asset digitali.

Notarizzare un dato significa creare un’impronta digitale univoca. In gergo tecnico si chiama hash, di un dato (file, databse, det di dati…) e scriverla su blockchain per rendere questa informazione immutabile ed incorruttibile. Potrò in questo modo dimostrare in qualunque momento di aver prodotto o di essere stato in possesso di una precisa informazione ad una data certa grazie alla marcatura temporale offerta da blockchain. In Italia ed in Europa questa operazione ha validità legale.

Veniamo spesso coinvolti come consulenti informatici presso alcune procure. Una delle prime domande del giudice riguarda la manomissione dei dati ‘il database è stato manomesso?’. Se esistono prove della manomissione di un dato la risposta è ‘sì’. Se invece non ho prove la risposta corretta è ‘non lo so’, perché qualcuno potrebbe aver manomesso e falsificato i dati e poi potrebbe aver coperto le tracce. Grazie alla notarizzazione dei dati tutto questo non sarebbe possibile. Le aziende che lavorano bene possono finalmente dimostrare la bontà del proprio operato in modo certo!

Altro tema è quello della creazione di asset digitali, i token, di cui fa parte anche la categoria degli NFT.

Si tratta di asset digitali che l’azienda può emettere e che, in base a determinate logiche, può trasferire ai propri clienti. Ad oggi ci siamo abituati a sentirne parlare soprattutto in ambito artistico, ma è solo la punta dell’iceberg. E’ possibile creare NFT associati a diritti particolari, a prodotti fisici, NFT che rappresentano la chiave di accesso a luoghi esclusivi o ad aree esclusive di un sito internet. Qui il cambio di paradigma è forte perché mentre oggi i beni digitali creati da un’azienda rimangono in possesso dell’azienda (l’utente li vede nell’account del sistema, ma non sono suoi), con i token su blockchain, gli asset digitali entrano in possesso degli utenti.

Se oggi volessi pagare in un negozio qualsiasi con i bollini digitali della raccolta punti di un supermercato, non potrei farlo. Come faccio a trasferire i miei bollini? Dovrei chiamare il supermercato, ottenere il permesso di trasferirli ed il negozio dovrebbe ottenere il permesso di riceverli. Tramite l’utilizzo di token invece ci troviamo direttamente in un sistema aperto ed interoperabile dove è possibile creare promozioni o applicazioni cross-brand in maniera semplice e su un’infrastruttura che lo permette in modo nativo”.

In che cosa consiste, allora, il lavoro che fate per un’azienda o un professionista che intende avvicinarsi alla tecnologia innovativa della Blockchain? E in che senso il vostro si può definire un prodotto ready to use?

“Bcode mette a disposizione una piattaforma che permette di notarizzare dati e creare token ed NFT tramite interfacce semplificate. Ad oggi per svolgere le stesse operazioni ci si deve rivolgere in genere ad uno o più sviluppatori. Su Bcode è possibile invece iniziare ad operare senza necessità di avere risorse IT, senza preoccuparsi della complessità tecnologica e senza possedere criptovalute, i pagamenti sono in valuta fiat.

I clienti possono scegliere se gestire le operazioni manualmente oppure possono richiedere un set-up iniziale  per fare in modo che le notarizzazioni di dati, file o database avvengano in automatico. Inoltre è possibile condividere i dati notarizzati solo con alcuni attori specifici per motivi di audit aziendale. Pensi a quanto può cambiare l’attività di auditing svolta su dati certificati legalmente tramite l’utilizzo di tencologia blockchain. Tutto questo è già possibile e disponibile sulla nostra piattaforma.

E’ possibile inoltre creare NFT ed impostare le logiche del token: posso scegliere quanti NFT creare, come trasferirli, se tutti allo stesso indirizzo o ad indirizzi diversi, posso decidere di dare loro una ‘data di scadenza’, posso scegliere se renderli trasferibili o meno dopo il primo transfer, se associarli a un qr-code per renderli riscattabili semplicemente inquadrandolo. Insomma, una grande serie di opzioni senza necessità di scrivere una riga di codice.

Dall’altro lato la piattaforma permette di creare dei wallet per gli utenti finali che devono ricevere questi NFT in modo molto semplice, tramite username e password, proprio come siamo abituati ad utilizzare oggi il web. Quindi l’azienda ha sia lo strumento per creare NFT sia lo strumento per poterli trasferire in modo semplice ai propri clienti”.

Se il futuro è fatto di dati possiamo dire che la Blockchain è un metodo efficace per poterli gestire più facilmente e responsabilmente? E quali sono le sue altre potenzialità?

“Assolutamente si, è esattamente così! La blockchain è lo strumento che permette la certificazione di un dato. Certificazione che, come abbiamo già detto in precedenza, ha validità legale. La blockchain permette lo scambio di valore, ed in questo caso anche la creazione e lo scambio di NFT può essere considerato come scambio di valore. Anche se non vendo gli NFT che creo, ma per esempio li regalo per attività di marketing, sto trasferendo del valore.

Immaginiamo un NFT vinto tramite dinamiche di concorso a premi per esempio, che mi permetta l’ingresso gratuito alle partite della mia squadra del cuore per un anno. Si tratta di oggetto digitale a cui è attribuito un certo valore. Oltre a questi casi di cui abbiamo già discusso, esistono molte altre potenzialità relative alla blockchain ma penso che una delle più interessanti sia la programmabilità. E’ possibile implementare delle logiche che permettono lo scambio di valore in modo automatico al verificarsi di determinate condizioni.

Facciamo un esempio.

Prenoto una vacanza: se pioverà per più della metà del tempo del mio soggiorno verrò rimborsato automaticamente del 20% sul costo della vacanza. Com’è possibile? Compro la vacanza a prezzo pieno mettendo a garanzia il valore su uno smart contract (un pezzo di codice che gira su blockchain, quindi codice immutabile). Se le condizioni atmosferiche negative si avverano lo smart contract in automatico fa partire un rimborso del 20% al sottoscritto ed il restante 80% viene inviato venditore. Chi dice allo smart contract che ha piovuto? Gli oracoli, ovvero un sistema che prende informazioni dal mondo off-chain e le mette on-chain. Come Bcode abbiamo un brevetto sugli Oracoli ed una partnership con KNOBS e Young Platform per cui stiamo lavorando per integrare uno scenario come quello appena descritto fruibile sulla piattaforma Bcode, sempre senza l’utilizzo di criptovalute lato utente.

Tengo a precisare che tutte le soluzioni offerte da Bcode, riguardano blockchain di tipo permissionless, blockchain pubbliche e non sistemi chiusi di tipo permissioned, dove i nodi che partecipano al sistema devono essere ammessi in qualche modo e sono sempre poco verificabili. Non crediamo ci sia valore in soluzioni di questo tipo nemmeno quando le transazioni vengono successivamente ancorate a reti pubbliche. Operiamo su reti permissionless”.

Quali sono le aziende che, in particolar modo, nel giro di poco tempo non potranno assolutamente fare a meno della Blockchain per gestire la loro intera organizzazione aziendale?

“Se lo chiede a me la risposta è molto semplice: tutte. Tutte le aziende che lavorano bene almeno, le aziende virtuose che finalmente hanno la possibilità di dimostrare la bontà del proprio operato grazie alla notarizzazione dei dati per esempio: certificazione di documenti, file importanti, fatture, database, dati provenienti da macchinari ed oggetti IoT..

É da quando sono entrato nel mondo del lavoro che parlo con bravi imprenditori che sono giustamente impegnati con questa domanda: ‘come posso far vedere ai miei clienti la qualità di quello che facciamo in azienda?’. Oggi, semplicemente notarizzando i dati, è possibile dimostrare in qualsiasi momento al mondo la bontà del proprio operato. É come quando è arrivato internet: ‘che bisogno c’è di un sito web? Abbiamo già le brochure stampate?’. Oggi siamo nella stessa situazione. Ci si interroga ancora spesso, sempre meno a dire la verità, sull’utilizzo di questa tecnologia, nonostante i ritmi di crescita e di diffusione siano decisamente sostenuti. Ma faccio davvero fatica ad immaginare un futuro prossimo dove i dati aziendali non vengano notarizzati e dove le operazioni promozionali delle aziende non siano gestite tramite token anziché su tessere digitali aziendali e sistemi proprietari”.

Il confronto con l’estero in ambito tecnologico è sempre un punto rilevante da analizzare. L’Italia a tuo avviso ha saputo accogliere completamente l’innovazione o ancora c’è molta strada da fare rispetto al resto del Mondo?

“C’è sicuramente molta strada ancora da fare. Più che in campo tecnologico, dove mi sento di dire, abbiamo delle ottime capacità e competenze, occorre una spinta soprattutto in campo normativo. É necessario a mio avviso accelerare da questo punto di vista l’adozione di regole comuni che possano mettere ordine ed aiutare gli attori del mercato nella messa a punto dei propri servizi. Soprattutto per quanto riguarda il tema normativo in ambito criptovalute ci sono sicuramente Paesi più avanti di noi come per esempio la Cina e gli Stati Uniti. Come Bcode abbiamo avuto l’onore di essere stati invitati ad un convegno in Senato promosso dalla Senatrice Gallone e dal Senatore De Poli, convegno al quale ha partecipato ed è intervenuto anche il ministro Colao, per discutere proprio di queste tematiche. Auspico che il dialogo con il mondo politico possa proseguire”.

Qual è il prossimo step che volete aggiungere alla vostra “catena di blocchi” professionali?

“Abbiamo una roadmap abbastanza serrata per quanto riguarda lo sviluppo della piattaforma ed in particolare inseriremo nel nostro software: la possibilità di creare smart contract customizzabili per l’interazione con gli stessi tramite valuta fiat. Come abbiamo visto in precedenza, inoltre, offrire un servizio multichain; integrazione dei nostri servizi con altri tools ready to use (proprio come Mailchimp o Firebase) tramite API; e tante altre soluzioni incredibili che permetteranno in modo sempre più semplice ed immediato l’utilizzo della tecnologia blokchain ad aziende, professionisti ma anche al mercato consumer”.

Giulia Grasso