Foto Giorgio Romeo | Sicilian Post

Intervista a Sebastiano Ardita: oltre il magistrato, lo scrittore e il lettore

Magistrato dall’età di 25anni e attuale Presidente della 1° Commissione del Csm, Sebastiano Ardita ha presentato “Cosa nostra Spa”, il suo ultimo libro edito da Paper First, nell’incantevole cortile del Casale Papndrea sito a Fiumefreddo di Sicilia.

La presentazione nella cittadina ionico etnea è l’ennesima tappa di un tour che ha visto il Dott. Ardita incontrare lettori e curiosi di ogni parte della Sicilia, offrendosi a firma copie e a confronti con gli interlocutori.

Sebastiano Ardita ha iniziato la sua carriera come sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, divenendo in seguito componente della Direzione distrettuale antimafia, ove si è occupato di criminalità organizzata di tipo mafioso, di inchieste per reati contro la pubblica amministrazione e di infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti e forniture. Come consulente della Commissione parlamentare antimafia della XIII Legislatura ha redatto il documento relativo all’indagine sulla mafia a Catania. È stato Direttore generale dell’ufficio detenuti, responsabile dell’attuazione del regime 41bis.

Ha all’attivo la pubblicazione di due libri quali “Ricatto allo Stato” per Sperling & Kupfer  nel 2011 e “Catania bene” per Mondadori nel 2015.

In “Cosa nostra Spa” il Dott. Ardita racconta come dopo le stragi dei primi anni Novanta, Cosa nostra è diventata una grande impresa in cui convergono l’enorme fatturato con gli interessi dei colletti bianchi che governano multinazionali, enti e istituzioni pubbliche.

Al tour invernale ha fatto seguito un tour estivo per presentare “Cosa nostra S.p.a.” Al centro del suo ultimo libro vi è l’insediamento della criminalità organizzata nelle attività commerciali. Come si struttura questa S.p.a. malavitosa?

Si struttura in maniera abbastanza singolare perché prende le mosse da alcuni cambiamenti non solo della società ma anche dell’organizzazione mafiosa e quindi vuole avere appannaggi diversi, più economici e più diretti perché è riuscita negli anni a mascherare il suo vero volto attraverso quell’operazione che dal ‘92/’93 fino ad oggi ha portato a un fenomeno definito “la sommersione di Cosa Nostra”.

Parla soprattutto di un “modello catanese” che si contraddistingue dal resto perché?

Perché storicamente è più propenso a fare patti con lo Stato, con le istituzioni e con la società economica.

Lei è magistrato e anche Presidente della 1° Commssione del Csm. Ha vissuto svariate fasi giudiziarie. Quale fase sta attraversando la magistratura italiana al momento? Quali sono le misure immediate di cui necessita?

È una fase di crisi. Necessita di misure e di una riforma normativa ma anche comportamentale.

Ci vuole una legge che stabilisca forte incompatibilità per la partecipazione al Csm e anche per la successiva fase di reingresso in ruolo dei magistrati che hanno svolto queste funzioni, una legge elettorale del Csm che metta alle corde le correnti in modo reale e non solo formale e un’altra riforma interna che miri a salvaguardare l’indipendenza dei magistrati come bene supremo rispetto alla realtà giudiziaria e non le cordate, i gruppi e le forme di collegamento interno.

Molti giovani studiano ogni giorno con l’intenzione di diventare magistrato. Quali sono i consigli che si sente di dare a chi vuole intraprendere questo percorso?

Comprendere a fondo quello che storicamente e fondamentalmente è la funzione del magistrato ossia di operare in modo più equo possibile, facendosi carico di tutte le questioni collegate all’interpretazione della legge.

Inoltre, non dimenticare mai che esiste un punto di equilibrio tra la libertà dei cittadini e la sicurezza sociale che rappresenta il modello di una giustizia efficiente e giusta al tempo stesso.

Non solo magistrato, ma anche scrittore. Ci racconta come avviene il processo di scrittura di un suo libro?

Io sono un lettore essenzialmente, quindi so cosa annoia i lettori. Quello che annoia non lo scrivo. Non riporto atti giudiziari né articoli collegati. Cerco di dare ai lettori un quadro di insieme partendo da dati narrativi, storie individuali, vicende ed evitando giudizi semplici e scontati lasciando che sia il lettore a decidere.

Dietro uno scrittore, si cela sempre prima un lettore. Che tipo di lettore è lei? Quali sono i suoi scrittori preferiti? Libro sul comodino per adesso?

Sono un lettore curioso. Amo la letteratura semplice e che si vada subito al sodo senza descrizioni prolisse. Comprendere quali sono i nodi di uno scritto, ma poi voglio essere libero di decidere come lettore e come scrittore.

Libri preferiti: i classici. Scrittore preferito Dostoevskij. Al momento sto finendo di leggere “Il rosso e il nero” di Stendhal che mi mancava. Stendhal mi è piaciuto molto perché mette insieme tutto ossia politica, sentimenti, emozioni ed etica.

Ultima domanda. Dott. Ardita cosa si augura per il miglioramento delle sorti del sistema giudiziario?

Maggiore attenzione da parte dei cittadini su quello che accade nelle aule di giustizia.

Sandy Sciuto