Intervista a Revee: l’artista-webstar tra social ed Eurovision Song Contest

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Revee, al secolo Giovanni Brugnoli, cantante, webstar da ben 100k followers su Instagram, molto attivo e conosciuto anche su TikTok.

La sua è la storia di un artista innovativo, partito con delle cover su You Tube, arrivando a partecipare all’Eurovision Song Contest a soli diciassette anni con il singolo “Resurrected”, mancando la vittoria per un soffio. Non solo gavetta per lui però, ma anche numerose collaborazioni con importanti artisti italiani, come Lorenzo Fragola, raggiunti grazie al proprio talento e ad un utilizzo intelligente dei social media.

Il 2020 è stato un anno importante per Revee, che l’ha visto firmate un contratto discografico e la pubblicazione del singolo “Voglio Morire”, in attesa di nuove canzoni. Buona lettura!

Come nasce il tuo progetto?

Canto da sempre ed ho iniziato a pubblicare cover su YouTube nel 2014 a caso, senza aver ancora studiato a livello tecnico canto. È successo che un anno dopo molte di queste cover hanno cominciato a girare, registrando dalle 10.000 alle 50.000 visualizzazioni, ed ho cominciato a rispondere ai vari commenti.

Tramite i commenti sono stato contattato nel 2014 dalla mia prima casa discografica, la “Word Music Records”, con cui ho iniziato a lavorare ad un primo progetto, un brano che si intitolava “Resurrected”, che ha partecipato alle selezioni degli “Eurovision Song Contest 2014”, ma purtroppo siamo arrivati secondi, ma i numeri su YouTube sono andati benissimo.

Poi ho iniziato a lavorare con loro per un nuovo EP, che si intitolava “Out of Shells”, uscito a febbraio 2016, ma è stato autoprodotto, avendo carta bianca nella costruzione del lavoro. È andato molto bene, considerando che ai tempi Spotify non funzionava ancora benissimo, registrando circa 100.000 stream in totale su iTunes.

Il brano mi ha aiutato molto poiché è stato un bel trampolino, dato che mi ha permesso di iniziare a lavorare con Lorenzo Fragola come autore. Mi sono trasferito a Milano per studi e per appunto lavorare ad alcuni progetti con lui, lavorando per due anni come autore per brani di altri e per brani miei.

 

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Oggi, 9 gennaio 2020, ho firmato un contratto discografico.

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Poi ho deciso di prendere in mano tutto quello che avevo costruito, insieme al web, continuando il mio percorso da indipendente, arrivando a firmare un nuovo contratto discografico a gennaio 2020 con la casa discografica Lien, che mi lascia completa libertà in termini di creatività.

Quali sono le maggiori problematiche del mercato musicale attualmente? Quali sono i consigli che ti senti di dare ad un artista emergente?

Prima di tutto ti dico che il mercato discografico è un mercato in crisi in questo istante, poiché è difficile emergere a meno che tu non abbia già una solida base per cui una casa discografica decida di investire sul tuo progetto perché ha già delle sicurezze.

Questa cosa è paradossale, poiché prendiamo l’esempio dei talent show, che non sono altro che catalizzatori alla fine, che hanno distrutto tutto quei fondi che venivano messi a disposizione, secondo me, dei nuovi talenti. Per cui una persona da 0 a 100 si ritrovava con il disco di platino dopo aver partecipato a questa grande macchina che è il talent.

Una casa discografica, che si ritrova a non poter investire 300.000 euro su un nuovo progetto, ma che decide di investirli su un talent show con tot dischi di platino derivanti dal programma, diciamo che si è deciso di investire i budget in modo diverso, eliminando la fase del “mi esibisco per strada”, arriva il produttore e dice “cavolo questo spacca”.

Vanno su personaggi web, personaggi in tv, su tutto quello che può avere sicuramente un discreto successo a prescindere dalla persona. Questa cosa è stata favorita anche dal genere musicale che sta andando adesso, per cui non ha bisogno di un vero e proprio talento tecnico, ma forse più autorale.

Come ci si sente ad aver partecipato all’Eurovision Song Contest da giovanissimo, ma soprattutto ad aver conosciuto personalità importanti del mondo della musica come Lorenzo Fragola e Gazzelle?

Ho sempre seguito l’Eurovision e quindi quando mi è stato proposto di presentare il brano è stato super emozionante. In realtà è sempre quello che ho voluto fare, nello specifico non l’Eurovision, ma far musica. L’emozione è stata tanta soprattutto perché avevo 17 anni appena compiti quando abbiamo partecipato.

È stata una cosa fuori dagli schemi, nel senso che, vivendo a Bolzano, una città molto piccola, una cosa del genere ha destato molto scalpore e mi è sembrato di vivere, metaforicamente, il “sogno di quello che magari dopo riesce”, ma poi quando le cose vanno avanti capisci quali sono i meccanismi e che le cose sono molto diverse.

 

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Amici & palazzi, palazzi & amici, pamici e m’ammazzi ?♥️ #Milano #R

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Quando è uscito il mio primo EP ero a scuola, in quinta superiore. Un giorno ero su Twitter e ho visto che Lorenzo Fragola aveva iniziato a seguirmi, così totalmente a caso, ed io non lo seguivo ancora. Mi sono ritrovato un suo messaggio in cui diceva “Ciao come stai?” e lui aveva vinto Sanremo tipo tre settimane prima, per cui non c’ho più visto.

Parlandoci mi ha chiesto se fossi in zona Milano, chiedendomi di vederci qualche giorno dopo ed io sono partito, cercando di inseguire questo sogno. Il lunedì dopo mi sono ritrovato a casa di Lorenzo a scrivere, a conoscere gente ed è stato decisamente molto strano, soprattutto se l’anno prima vedi Lorenzo Fragola vincere X-Factor.

Alla fine, quello è un mondo dove devi farci l’abitudine, poiché quando ci entri ti sembra tutto molto strano, con tutti i pezzi grossi che conosci, ma alla fine sono persone normali e devi semplicemente prenderci la mano.

Ad inizio 2020 ti sei buttato a pieno su Tik Tok. Secondo te qual è sarà la prossima rivoluzione che interesserà i social?

Quello che penso che ogni social ha avuto qualcosa di diverso per cui ha funzionato: Instagram era solo foto, Facebook era per l’amicizia, poi c’è stato Snapchat, ecc.

Non so esattamente dire qual è la tendenza, poiché qualcuno deve creare eventualmente il nuovo social, ma sono sicuro che qualcosa succede. Nessuno si sarebbe mai aspettato che un giorno un social sarebbe nato nel giro di un anno. Dipende da quale sarà la nuova funzione. Quando qualcuno si inventerà la funzione che tutti vorranno, ci sarà il nuovo social.

Pian piano più le cose escono più si mettono insieme, diventato sempre più un’unica realtà. Guarda Instagram, che ha aggiunto Reels. Sembrerebbe che tutto tende ad unificarsi sotto una tipologia di social.

Sicuramente uscirà qualcosa di nuovo, con funzioni che ad oggi non pensiamo di utilizzare e non riteniamo necessarie.

Il web ed il digital che supporto possono dare ai nuovi talenti? Delle piattaforme di condivisione dedicati ai nuovi talenti, se migliorate, potrebbero aiutare?

Sì, potrebbero aiutare. Il web offre delle possibilità che le case discografiche o i talent show si sognano in questo periodo. Le stesse, infatti, vanno a cercare personaggi sul web, piuttosto che nella vita reale.

Quali sono i prossimi progetti?

Sto continuando a lavorare sul nuovo progetto discografico che ho firmato a gennaio, per cui ci saranno delle belle cose. In concomitanza, c’è un percorso molto social, ossia vorrei prendere la condizione dell’influencer musicista, che è una cosa che ancora non esiste, perché l’artista è contro i social, ma io voglio essere quello pro.

 

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?CI SIAMO!!? Il mio nuovo singolo, “Voglio Morire” dal 3 agosto ovunque ??♥️ #vogliomorire #Revee

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Per cui vorrei far convivere l’influencer marketing con la figura del musicista, che racconta tutto quanto attraverso i social e quindi non ha bisogno sostanzialmente di una casa discografica per potersi muovere. Questo è l’obiettivo che vorrei realizzare da qui a un anno.

 

Paride Rossi