Intervista Lidia Vitale – Attrice appassionata tra cinema e fiction

Volto di “La Meglio Gioventù” e “La bellezza del somaro” al cinema, torna nelle sale cinematografiche con più titoli. Lidia Vitale si trasforma, interpretando magistralmente dei ruoli per la televisione: da “Salvo D’Acquisto” a “I Liceali”, da “Medicina generale” ad altre esperienze che la riportano alla fiction di grande qualità. Ultimo esempio è la presenza di Lidia Vitale nella seconda stagione della fiction “Non uccidere” su Rai 3.

La vedremo presto anche al cinema interpretando il ruolo di Monica, la madre di Matteo (Andrea Arcangeli) protagonista del film “The Startup – Accendi il tuo futuro” con la regia di Alessandro D’Alatri, prodotto da Luca Barbareschi, per poi diventare Nonna Tiziana in “Slam – Tutto per Una Ragazza” di Andrea Molatoli.

Imminente anche l’uscita di “Tulips” nel ruolo di Immacolata, protagonista per il regista premio Oscar Mike Van Diem e “Niente di Serio” di Lazlo Barbo al fianco di Claudia Cardinale e Gianmarco Tognazzi. Social Up! l’ha incontrata per voi.

“The Start up, accendi il tuo futuro”, per la regia di Alessandro D’Alatri, è ormai sul grande schermo da un mese. Che impatto ha avuto sul grande pubblico?

Non sono riuscita a capirlo: da un lato molto amato, da un lato molto criticato per le vicende di Matteo Achilli, giovane e discusso fondatore di Egomnia. Io ho scelto di esser parte del cast per supportare i giovani e un cast molto giovane, e come me, anche Massimiliano Gallo.

Monica, madre equilibrata nel film di D’Alatri, Immacolata in “Tulips” di Mike Van Diem: quanto si somigliano secondo te i due personaggi e in cosa differiscono?

Tutti i personaggi si portano qualcosa di te: io penso che bisogna togliere quello che non serve e lasciare quello che serve. Costruire per immagini è fondamentale, come un artigiano. In Immacolata il processo è stato più lungo: ci son voluti quasi due anni per portare a termine le riprese, anche per le vicissitudini legate al cambio di regia.

Come è lavorare con un premio oscar del calibro di Van Diem?

La differenza si sente: c’è un’apertura consistente, specialmente nel mio caso, dove porto avanti il lavoro col metodo da tantissimi anni in Italia, mentre qui spesso mi danno della “matta”. Lì mi sono sentita accolta e spinta ad andare oltre. Mike ha avuto questa capacità e lo ringrazio moltissimo per questo.

Dalla commedia ai film per così dire storici, alle pellicole più “impegnative”: hai da poco ultimato le riprese di “Liberi sognatori”, il film prodotto dalla TaoDue che narra la storia del giornalista Mario Francese. Come sono andate le riprese?

Quella del pubblico ministero è una figura che mi accompagna da tanti anni. Quando fai questi personaggi la cosa più bella è lo studio documentario: ogni volta mi trovo a imparare qualcosa, tra poco prendo una laurea in giurisprudenza (ride, NdR).

A breve tornerà sugli schermi Rai “Non uccidere 2”. Qual è il tuo personaggio e quando lo vedremo in tv?

Devo dire gran bella esperienza: personaggio interessantissimo, preparato in tempi brevissimi. Il tema affrontato è quello della Violenza sulle donne e del femminicidio, a cui mi dedico anche nel privato come volontaria. Le donne sono un mio interesse costante.

Una qualità che certo ti contraddistingue come attrice è la versatilità: qual è secondo te la caratteristica che non deve mai mancare ad un professionista?

Secondo me la dedizione, l’ossessione e l’intelligenza. Io sono finalista come studio e seguo il metodo Strasberg da quando avevo 18 anni. Da domani ricomincio infatti il mio processo di ricerca: lo strumento va allenato, siamo come in una palestra.

Attrice e madre: tua figlia Blu ha scelto di seguire le tue orme. Che consigli le hai dato e che consigli ti senti invece di dare ai giovani che scelgono di fare questo mestiere?

Le basi chiave sono state sempre “studia, sogna e rimani fedele a te stessa”. Ai giovani darei gli stessi consigli che ho dato a mia figlia: vivete la vita e non chiudetevi in una denominazione. Un attore è una persona che contiene tante persone.