Intervista a Jack Savoretti: “Sono felice di tornare a cantare in Italia!”

Il cantante italo – inglese Jack Savoretti è rimasto molto colpito dall’emergenza sanitaria causata dal Covid19 vissuta dall’Italia negli ultimi quattro mesi.

Sua precisa volontà, infatti, è stata di essere più vicino che mai ai fan sui social e di poter dare il suo contributo con ogni mezzo.

È così che durante il lockdown con i fan ha scritto la sua prima canzone in italiano dal titolo “Andrà tutto bene” e che stasera vi sarà “One night in Portofino”, l’evento pensato per mettere la sua musica a disposizione della comunità, ottenendo la disponibilità dell’intero Borgo e della Piazzetta dal Comune.

Sarà un live unico nel suo genere con un palco a sfioro sul mare, in compagnia della sua band.

Il ricavato della vendita dei biglietti – ossia 30.000 euro –  è stato prontamente devoluto all’Ospedale policlinico San Martino per il progetto #GenovaPerSanMartino, l’ormai celebre raccolta fondi nata per far fronte all’emergenza Coronavirus.

Una carriera costellata di successi per il cantante italo-inglese che è pronto a regalare uno spettacolo in cui al centro vi sarà non solo la sua musica, ma la sua grande umanità e attenzione per il periodo difficile che continua a vivere l’Italia.

Benvenuto in Social Up, Jack! Ci racconti com’è nata “One night in Portofino”?  

Ho passato parte della mia infanzia a Portofino, dove ho ricordi bellissimi, perciò ho sentito la necessità di rendermi utile per questo posto che mi ha dato tanto. Così è nato ‘One Night in Portofino’ come omaggio ad un luogo magico e parte di un territorio che è stato colpito da tanti eventi avversi ma ha sempre reagito con incredibile forza. Anche l’Ospedale San Martino di Genova ha dimostrato un’enorme tenacia nella lotta contro il Covid, ed è per questo che abbiamo devoluto il ricavato delle vendite dei biglietti di “One night in Portofino” a loro.

L’evento arriva dopo il singolo “Andrà tutto bene” scritto insieme ai fan su Instagram il cui ricavato è stato devoluto all’Ospedale San Martino di Genova. I social hanno in sé dei vantaggi se riescono a creare comunità nonostante la distanza. Cosa ne pensi?  

Non sono molto bravo con i social, ma nel periodo del lockdown sono stati fondamentali, li ho usati tutti i giorni per poter scrivere ‘Andrà tutto bene’, parlare con i miei fan soprattutto in Italia perchè il lockdown è iniziato proprio qui e poi ha coinvolto tutto il mondo. Ho fatto molte dirette da solo, con il professor Uccelli del San Martino. Credo che in quel periodo abbiano assunto proprio il ruolo di varco sull’esterno che non potevamo avere in altro modo per via delle circostanze.

Tuttora il Covid19 è un nemico, ma secondo te del periodo di lockdown, cosa abbiamo imparato?  

Questa situazione ci ha obbligato a cambiare: le emozioni e le sensazioni che viviamo sono più intense, siamo più coscienti di chi siamo e di cosa vogliamo. Abbiamo anche imparato a non dare per scontato nulla, dalle libertà personali agli affetti. Credo poi che in questo contesto la musica, come del resto tutta l’arte, andrà in qualche modo dietro a questa rivoluzione di profondità, come sempre accade dopo dei periodi particolarmente difficili.

Jack, la tua è una carriera costellata da tanti successi ed incontri. Quali sono i momenti che ricordi con maggiore emozione?  

Uno dei momenti in cui mi sono sentito più fiero della mia carriera è stato quando mi sono esibito sul palco del Glanstonbury Festival, uno dei festival europei più grandi ed importanti!

 Quali sono gli altri sogni nel cassetto che vorresti realizzare?  

Ne ho sempre molti, mi piace sognare e immaginare nuovi traguardi continuamente…ma per scaramanzia non dico niente!

Quali sono i progetti per i prossimi mesi?  

Spero di poter tornare a viaggiare e suonare su tanti palchi diversi in tutto il mondo intanto sono felice di potermi esibire di nuovo in Italia per ‘One night in Portofino’!

Sandy Sciuto