Intervista a Guappecartò: “Amore Migrante è il nostro omaggio a Sambol”

I Guappecartò sono un quintetto strumentale nato a Perugia ed “emigrato” a Parigi, città in cui la loro musica ha trovato piena cittadinanza.
Il nome nasce dall’insulto napoletano “guappi di cartone”, che si usa per indicare chi si dà delle arie e fa le cose come fosse un “boss”, credendo di essere chissà chi, quando in realtà non è che tutta apparenza, “una sagoma di cartone”.

Il gruppo è nato per caso ossia quando due degli attuali membri del gruppo si sono incontrati in una liuteria di Gubbio. Da quel momento, la loro è stata una carriera in ascesa. Sono stati notati dall’attrice Madeleine Fisher che li ha chiamati per la colonna sonora del suo film “Uroboro”. Negli anni hanno pubblicato quatto allbum, si sono definitivamente trasferiti a Parigi e si sono esibiti in più di 1500 concerti in tutta Europa.

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Il loro nuovo album si intitola “Sambol – Amore Migrante” ed è dedicato a Vladimir Sambol, compositore degli anni ’30 nato a Fiume ed emigrato in Svezia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il progetto discografico contiene infatti 9 rivisitazioni delle opere del musicista, dove la scrittura è stata in alcuni casi fedelmente rispettata, in altri invece è servita a sviluppare brani profondamente diversi dall’originale a favore di una ricerca sonora inedita e atipica per il quintetto. Il disco nasce dall’incontro con la figlia di Sambol, Mirjam Sambol Aicardi, che rimane impressionata dai live dei Guappecarto’, invitandoli a ripercorrere il repertorio del padre.
Al termine della prima parte del loro tour, li abbiamo intervistati e si sono raccontati tra il passato e i progetti futuri.

Da qualche settimana avete ultimato il vostro tour. Come l’avete vissuto? Cosa vi ha lasciato? E soprattutto c’è qualcosa di questo tour che non dimenticherete mai?

È stato un tour pieno di emozioni. La risposta della gente è stata molto emozionante. Siamo davvero felici e soddisfatti. La gente ha ricambiato con molto affetto, questo vuol dire che la storia di Vladimir Sambol ha toccato cuori e anime. Abbiamo avuto la fortuna in qualche data di avere tra il pubblico anche la moglie di Vlado e sua figlia, sono momenti che porteremo sempre dietro con noi.

Facciamo un passo indietro. Siete italiani, per la precisione di Perugia, ma avete trovato la vostra “residenza musicale” a Parigi. Com’è dover emigrare per inseguire la realizzazione di un sogno?

Vuol dire dare la priorità all’amore per la musica sapendo di dover rinunciare a molti affetti. Il “viaggio” porta con sé molti aspetti affascinanti, ti arricchisce, e allo stesso tempo ti rende nostalgico. Tutti ingredienti necessari alla musica.

Nella vostra carriera, ruolo determinante ha avuto il rapporto tra la vostra musica ed il cinema. Prima l’incontro con Madeleine Fisher per il film “Uroboro”, poi colonna sonora del film “Gatta Cenerentola”. Ci raccontate come sono nate queste “collaborazioni”? Secondo voi quali sono i segreti per scrivere un’ottima colonna sonora?

L’incontro con Madeleine ha generato quello che poi è diventato Guappecarto’: è stato come un concepimento di un sogno che ancora esiste e resiste. Siamo legati a lei come fosse una mamma. L’esperienza è stata meravigliosa; Madeleine ci dava dei testi da musicare, esigendo totale libertà di espressione. È stata la nostra prima vera scuola, ha formato lo spirito del gruppo e tutto questo in maniera divertente, giocando. Con Gatta Cenerentola è stato diverso. I registi hanno scelto dei brani già composti che poi hanno adattato alle immagini. Molti dicono che la nostra musica è perfetta per qualsiasi immagine, forse perché raccontiamo delle storie, pur non avendo parole. E quindi la musica riesce a sposarsi facilmente con delle immagini.

Il vostro quarto ed ultimo album è “Sambol – Amore Migrante” dedicato a Vladimir Sambol. Nove tracce rivisitate dell’artista. Ci raccontate com’è nato e se c’è qualche brano a cui siete più legati?

L’album è nato da una richiesta di Mirjam Sambol, dall’ amore di una figlia che voleva far rivivere i brani del padre attraverso di noi. Non potevamo dire di no ad una simile richiesta. In seguito insieme al nostro produttore Stefano Piro abbiamo arrangiato alcuni brani di Vladimir Sambol, spesso stravolgendo completamente quello che era scritto sui suoi spartiti. Ognuno di noi è legato ad un brano in maniera diversa, dunque è difficile dire a quale siamo più legati.

“Sambol – Amore Migrante” vi ha visti quindi reinterpretare brani già editi. Qual è stata la difficoltà? In cosa avete trovato la musica di Sambol vicino al vostro modo di intenderla?

All’inizio la difficoltà è stata nel capire in che modo affrontare i brani, ma quando abbiamo scelto la formula della “libertà”, tutto è venuto da sé. Non ci siamo posti più limiti e le difficoltà sono sparite, ed è subentrato il divertimento, anche se è stato un duro lavoro. Guardando tutto il repertorio di Vlado ci siamo subito resi conto che anche lui amava spaziare in diversi generi di musica: dal tango alla beguine, dai valzer alle musiche balcaniche, sempre mantenendo una melodia fruibile e semplice. Questo ci ha fatto subito capire che anche se avevamo quasi 100 anni di differenza, avevamo molte cose in comune.

Archiviato un tour ed un nuovo disco rilasciato, c’è qualcos’altro nell’agenda dei Guappecarto’ che potete svelarci?

Il tour continuerà tutto il 2020, potete seguire i nostri spostamenti sui nostri social. Stiamo nel frattempo già lavorando al nostro prossimo album con tutti brani inediti, ma per adesso non possiamo svelare nulla… Certo, potrebbe sempre arrivare qualcos’altro di inatteso nel frattempo. Noi siamo sempre pronti a tutto.

Sandy Sciuto