Intervista a Francesco Buttironi – La chiave per raggiungere il successo è il talento

Di Sergio Campisi per Social Up!

Giovedì 24 Gennaio è uscito nelle sale di tutta Italia Compromessi sposi, film diretto da Francesco Miccichè con Diego Abatantuono (nei panni di un ricco imprenditore del Nord) e con Vincenzo Salemme (che interpreta un rigido sindaco del Sud).

Il film narra di Ilenia (la giovane attrice Grace Ambrose), una fashion blogger di Gaeta, e di Riccardo (l’attore Lorenzo Zurzolo), un ragazzo milanese che aspira a fare il cantautore. Nel giro di una notte i due decidono di sposarsi. Se tra i ragazzi è stato subito amore, tra i futuri consuoceri è invece odio a prima vista. A unirli un solo obiettivo: impedire a ogni costo il matrimonio dei figli. In una battaglia giocata con ogni mezzo, che coinvolgerà tutta la famiglia, riuscirà la coalizione paterna a scongiurare le nozze dei figli?

Nel cast del film, nel ruolo di Francesco, uno dei testimoni del giovane sposo, fa il suo esordio sul grande schermo una giovane promessa del cinema italiano, Francesco Buttironi.

Oggi, in un noto bar del centro di Roma, abbiamo avuto la possibilità di chiacchierare con lui e di conoscerlo meglio.

Orgogliosamente Bergamasco ma con mamma romana, da diversi anni  insegue la realizzazione del sogno di diventare attore. Lui stesso ci racconta come è nata questa aspirazione: 

“Era il 27 gennaio 2014, la giornata della Memoria per la Shoah e frequentavo il quarto anno al Liceo scientifico. Ci dissero che quel giorno si sarebbe esibito, nell’auditorium della nostra scuola, un attore che avrebbe messo in scena una rappresentazione teatrale legata alla tematica del giorno.

Assistemmo,  nello stupore e nella sorpresa generale, ad uno spettacolo che, benché nel totale rispetto di un argomento così tragico e toccante, ripercorreva, in chiave sorprendentemente comica e satirica, alcuni eventi storici riguardanti la discriminazione razziale degli ebrei.

Lo spettacolo si chiamava “Venezia 1516: Affittasi monolocale in zona Ghetto”, e l’attore straordinario che vidi per la prima volta fu Eugenio De Giorgi. 

Quel giorno, il mio sogno divenne chiaro: volevo essere un attore, proprio come Eugenio.

Scattata la scintilla, non ho esitato a contattarlo privatamente e da lì a qualche mese Eugenio è diventato il mio primo Maestro. Grazie a lui ho debuttato con il Teatro di Piazza e con le maschere della “Commedia dell’Arte”, iniziando così il mio percorso formativo e vivendo i primi emozionanti contatti col pubblico. Ancora oggi gli sono molto riconoscente per avermi trasmesso la sua forte passione e per avermi aperto le porte di questo fantastico Mondo in una maniera così pura e speciale”.

E così Francesco, con grande spirito di sacrificio e determinazione, decide di trasferirsi a Roma per inseguire il suo sogno, iniziando un percorso di studi che lo porta a lavorare con alcune delle principali realtà italiane e a conoscere insegnanti, attori e registi che hanno avuto un peso notevole nella sua crescita professionale: 

“Avevo deciso che la formazione doveva essere tanto importante e prioritaria quanto il lavoro. Così, arrivato a Roma, ho frequentato scuole, laboratori, seminari con insegnanti e contemporaneamente sostenevo dei provini proposti dalla mia Agenzia di Cristiano Cucchini (al quale devo moltissimo), per poter lavorare sia per progetti teatrali che per produzioni televisive/cinematografiche sempre con il mirino puntato verso il lavoro, che ritengo essere  un’ottima scuola. Sicuramente un incontro che mi ha cambiato la vita, come attore, come uomo e come allievo, è stato quello con Michael Margotta. Michael è un membro a vita dell’Actors Studio di New York e di Los Angeles e da tanti anni è un grande punto di riferimento in Italia per l’apprendimento del cosiddetto metodo Stanislavskij/Strasberg. Con grande passione mi ha illuminato sull’etica, sulla disciplina e sulla dedizione che ci vuole nel mestiere dell’attore. Un altro riferimento altrettanto importante l’ho trovato in Marco Quaglia, tra i docenti della scuola di recitazione Action Pro di Roma da me frequentata per due anni. Marco, oltre ad essere un grande esempio come attore, è un insegnante capace di trasmettere ai suoi allievi quella fiducia e quella protezione che ogni percorso formativo richiede. Infine, non posso non menzionare Roberto Costantini: uomo che ha saputo insegnarmi la volontà di andare in profondità nello studio del testo e dei personaggi con grande umanità e sensibilità.”

E proprio a Roberto Costantini, acting coach e direttore artistico dei laboratori teatrali “La Verità in scena” a Roma e “The Method” a  Catania, abbiamo chiesto un’opinione su Francesco Buttironi, attore e allievo: 

“Francesco è l’allievo che, come acting coach,  ho sempre voluto avere; è l’attore con cui ogni regista dovrebbe avere la possibilità di lavorare. E io l’ho avuta. Per due motivi: ha quel talento capace di ipnotizzare gli spettatori sul palco e davanti la macchina da presa. E poi, soprattutto, la caratteristica di far emergere e vivere questo talento. E questa caratteristica si chiama DISCIPLINA, che non è stare buoni e composti ma lavorare duramente e scavare nel profondo di ogni ruolo, circostanza e battuta.

E in un momento come questo in cui il cinema italiano sta, miracolosamente, dando spazio ai giovani, ebbene in questo nostro cinema, un attore come Francesco è assolutamente necessario.”

E così, grazie alla coltivazione del suo talento, alla determinazione e al lavoro, Francesco Buttironi ha iniziato la sua “gavetta” che lo porta a calcare numerosi palcoscenici di Roma con spettacoli come 
“BUK – lo zoo di Bukowski” diretto da Angelo Longoni, “Il Gabbiano” di Anton Čechov e “Sleeping” con la regia di Roberto Costantini. Collabora inoltre con MYMovies per la realizzazione di video-recensioni per il web di film e documentari dopo aver lavorato al suo primo lungometraggio “La direzione del tempo” con la regia Vincenzo Stango e prodotto da RAI CINEMA.

Finché finalmente non arriva la prima grande occasione, “Don Matteo 11”: “Il coronamento di un primo sogno. La realizzazione di un obbiettivo che mi ero posto sin dal primo giorno in cui ero arrivato a Roma. Ha assunto un valore veramente speciale anche perché è stato il mio debutto in televisione e per di più come protagonista di puntata nel ruolo di Leonardo Marino. È stata davvero una soddisfazione enorme per me, per la mia famiglia e per tutti quelli che sanno quante energie ho investito per raggiungere questo traguardo. Inoltre conoscere e lavorare con icone del calibro di Terence Hill e Nino Frassica è stato molto emozionante perché mi ha stimolato e messo nelle condizioni di dare il massimo sul Set, con tutta l’umiltà, la dedizione e l’impegno che situazioni come queste richiedono. Un grande traguardo, dicevo, ma anche un punto di partenza per crederci ancora di più. Sempre di più. Porto quel 29 marzo 2018, sera in cui è andata in onda la puntata, con una grande gioia nel cuore.”

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E’ stato solo l’inizio. Perché da lì a poco sarebbe arrivata un’altra straordinaria occasione ed esperienza: “Una Pallottola nel Cuore 3” con Gigi Proietti : È stato fantastico essere inserito per la prima volta tra i ruoli ricorrenti nel cast di una fiction italiana di grande successo. Inoltre, è stato molto bello conoscere e vivere questa avventura con altri ragazzi della mia età, (con i quali c’è stato un sostegno ed un aiuto reciproco) costruendo amicizie che sono continuate anche fuori dal set. Ma la soddisfazione più grande è stata quella di lavorare sotto la direzione di un grande regista come Luca Manfredi (figlio dell’immenso Nino), con uno dei mostri sacri del panorama dello spettacolo italiano: Gigi Proietti. Ha una vis comica universale che supera il tempo,  è stato un trascinatore. Sul set noi ragazzi eravamo magnetizzati da questo Maestro che emanava magia. Ci ha affascinati e ci ha insegnato moltissimo. Solamente e semplicemente ascoltando ed osservando quello che lui  faceva, imparavamo e apprendevamo un’infinità di cose. Ci ha dato davvero un grande esempio di talento, di professionalità e di rispetto. 

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E nel 2019 appunto la grande occasione dell’esordio sul grande schermo: “Dal 24 gennaio sarò al cinema con “Compromessi sposi”.  Sono emozionatissimo per questo mio debutto sul grande schermo. È stata davvero un’esperienza stimolante e coinvolgente. Mi sono sentito davvero parte di una grande e amorevole famiglia.  Ero circondato e fiancheggiato da tanti professionisti che hanno saputo insegnarmi, ognuno a modo loro, qualcosa di prezioso e di indimenticabile e non solo a livello professionale. Il figlio di Diego Abatantuono, si sposa con la figlia di Vincenzo Salemme. Un matrimonio. Nord e Sud a confronto. E io, insieme a Federico Riccardo Rossi, saremo i testimoni da parte dello sposo. Abatantuono e Salemme sono stati davvero due grandi punti di riferimento; pieni di carisma e di energia.

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Ma questa notorietà prima televisiva e poi cinematografica, come hanno cambiato il Francesco di tutti i giorni?

 Ritengo di essere una persona umile, mi considero un ragazzo che ha investito tutto se stesso nel suo sogno che si sta concretizzando giorno dopo giorno e già per questo mi ritengo molto fortunato. Grazie alle opportunità che ho avuto e alle soddisfazioni che mi sono guadagnato, mi sento di poter raccontare la mia storia agli altri in maniera onesta e con un entusiasmo che vorrei fosse contagioso. 
Umanamente mi sento molto arricchito e privilegiato perché sto avendo la fortuna di coltivare al meglio la mia passione e questa la reputo una grande opportunità. Mi rendo conto che sto avendo, grazie ai sacrifici, al sudore e al lavoro di questi anni finalmente quelle occasioni che tanti ragazzi  non hanno la fortuna di avere. Mi sento di consigliare a tutti e con tutto il cuore di inseguire le proprie passioni e di investire tutte le proprie energie per raggiungere ciò in cui si crede. È chiaro che ci deve essere un terreno fertile  oltre a delle condizioni favorevoli ed è per questo che mi sento di dire che devo tantissimo  alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e incoraggiato. Sono consapevole che in realtà quello che ho fatto fino ad ora è quasi nulla, che tanto lavoro ancora mi aspetta. È anche  giusto dire che questo percorso non è privo di delusioni,  di sofferenza, a volte anche di lacrime, ma non bisogna scoraggiarsi, non bisogna fermarsi. Sarò un  sognatore ma penso che se si lotta e ci si impegna davvero per quello che si desidera, anche i sogni di un ragazzo della provincia di Bergamo possono diventare realtà. In fondo la vera soddisfazione che oggi posso dire di avere è quando la gente che mi incontra, che mi conosce, che vede il risultato del mio lavoro, mi dice: “Hai capito questo ragazzo? Questo ragazzo fa l’attore, sta iniziando a fare l’attore “ davvero”, a lavorare in quello che sente come il suo mondo e già solo per questo merita ammirazione e stima…” Per quello che mi riguarda, mi continuerò a relazionare con tutti con la stessa semplicità e comprensione che ho sempre avuto, senza montarmi la testa. E’ ovvio che quando qualcuno che conosco mi dice: “Ieri sera ti ho visto in televisione. Complimenti, sei stato bravissimo!”, questo è per me motivo di orgoglio oltre che di incoraggiamento, ma non è e non sarà mai oggetto di vanto o  di presunzione”. 

Se dovessi dare un consiglio ad un ragazzo che come te è affascinato da questo mondo ma ha paura di provarci davvero, cosa vorresti dirgli? Cosa credi che possa imparare scoprendo il tuo esempio, il tuo percorso e i risultati che stai cercando di raggiungere? 

Nel mio piccolo mi auguro che questa nostra chiacchierata possa risvegliare le coscienze di altri giovani come me che si chiedono se sia possibile scegliere questa strada. Spero di poterli aiutare a farsi coraggio e, se magari hanno questa passione, quantomeno vorrei spronarli a provarci, ad iscriversi ad un corso di teatro, a vedere che mondo meraviglioso c’è su di un palco o dietro ad una macchina da presa. Credo che nella vita sia meglio averci provato piuttosto che avere rimpianti. Sono convinto che tutti siamo potenzialmente talentuosi se ci mettiamo in gioco, ma quello che vince è quello che ha maggiore forza di volontà. 

Ti hanno mai chiesto un autografo? Che effetto ti ha fatto?

Mi fa sentire piuttosto in imbarazzo una domanda del genere, ad oggi è impensabile per me perché in realtà sono io ancora a chiederli agli altri! (sorride emozionato mentre risponde). Però qualche volta in realtà è successo, anzi ti racconterò il mio primo autografo: a  Formello, durante le riprese di Don Matteo, una famiglia aveva messo a disposizione casa propria per fare le riprese e lì ci viveva questa bambina di 7-8 anni che guardava me e un altro ragazzo prepararci prima di andare sul Set; incuriosita, ci chiese un autografo da far vedere il giorno ai suoi compagni di classe. Fu curiosa e ci riempì di domande; voleva poter raccontare il giorno dopo a scuola di aver ospitato degli attori “veri” che facevano una fiction di RAI 1. Ricordo con molto piacere ed un pizzico di emozione che facemmo l’autografo e scattammo anche una foto insieme a lei. Fu molto bello, perché fu un gesto semplice che porto nel cuore, con la consapevolezza di aver reso felice una bimba. (dice sempre sorridendo).”

 E adesso cosa ti riserva il futuro? So che hai in cantiere un progetto a cui tieni moltissimo….

Sì, un bellissimo ed inaspettato progetto: sarò in scena in un importante Teatro di Roma. Sono felicissimo di aver avuto questa fantastica ed inaspettata possibilità e di fare parte di questo bellissimo progetto. È singolare come il tutto sia accaduto casualmente: ad un evento, pochi giorni prima di Natale,  rincontrai un mio amico, attore di grande esperienza, che non vedevo da tanto tempo. Lo salutai e lui era in compagnia di una ragazza (che avrei scoperto poi  essere la regista),  che stava cercando un attore per l’ultimo ruolo rimanente. Ed è stato ancora più magico quando dopo il provino mi ha scelto, perché proprio mentre stavo girando Compromessi Sposi, stava maturando in me una grande voglia di tornare al teatro, con una diversa  consapevolezza e una crescente sicurezza  maturata sul set del Film. È stata una gioia immensa: un bellissimo regalo di Natale. Lo spettacolo andrà in scena per sei serate quest’anno e l’anno prossimo per due settimane di repliche sempre in stagione, quindi un lavoro che andrà avanti nel tempo e di cui sono davvero molto felice. Non posso ancora rivelare niente del progetto ma ti darò un indizio: l’opera è stata scritta dal grande Shakespeare…

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Concludiamo questa nostra chiacchierata con un’ultima domanda che credo riproponga il classico dilemma di un qualsiasi giovane attore: cinema o teatro? Cosa ti da l’uno e cosa ti da l’altro?

Credo che sia una delle domande più frequenti che pongo a me stesso ogni giorno. Per quanto mi possa sforzare nel trovare la risposta su che cosa sia meglio tra Teatro e Cinema, per adesso posso affermare che adoro entrambi. A maggior ragione in questa fase della mia carriera dove sento il bisogno e la necessità di sperimentare, conoscere, indagare, avere opportunità e scavare dentro me stesso e nel mio lavoro. E mi auguro di sentire questo bisogno anche tra 50 anni di professione. Credo siano semplicemente due linguaggi molto diversi di comunicare emozioni con un filo misterioso che li accomuna.  Adoro entrambi. Amo entrambi. Entrambi mi completano. Come attore e come essere umano. L’aspetto senza dubbio più elettrizzante del Teatro credo sia il rapporto col pubblico. L’interazione con questo vortice di emozioni, instabilità e rischio permettono un’esperienza unica da vivere, sia per chi recita e sia per chi vede recitare. Mentre credo che il Cinema abbia la capacità di creare, tramite il lavoro di più reparti, anche tecnici, una connessione maggiore con la vita e con il vissuto. Forse proprio per l’immagine che vediamo proiettata. Anche qui, sia per chi recita e sia per chi vede recitare. Sia per chi è sullo schermo e sia per chi è davanti allo schermo. Nel frattempo, posso con certezza affermare che sogno una carriera completa divisa tra Teatro, Cinema e Televisione. E mi auguro che il continuo alternarsi di questi magici e così diversi modi di comunicare emozioni mi possa far crescere e maturare come artista, come attore, come uomo e come Francesco.

E mentre lo guardiamo andar via con un sorriso gentile carico di umiltà e sincerità vediamo nei suoi occhi quella luce e quell’energia che contraddistingue chi ha davvero un sogno. E siamo convinti che questo sogno continuerà, diventando sempre più una realtà e riuscendo a trasformare questo giovane ragazzo in un uomo e in un attore di cui sentiremo parlare.

redazione