Intervista a Ettore Giuradei:”Vi presento il video ufficiale di Stupito”

Dopo la fortunata esperienza nei DUNK e l’album “Lucertola”, Ettore Giuradei è stato, quasi da solo, a New Orleans.

E li ha camminato per le strade, tra gente divertita e colorata, in una città perennemente in bilico tra match di musica contaminata e un soffio di affascinante spiritualità, e ha girato il video ufficiale di “Stupito”, uno dei brani estratti dal suo album da solista.

In occasione dell’uscita del video di “Stupito”, abbiamo intervistato Ettore Giuradei che ha vissuto il lockdown a Sarnico (BG), sul confine tra le province più colpite dall’epidemia e ha approfittato per immergersi in “Below Sea Level”, film documentario di Gianfranco Rosi, la cui visione è stata motivo per scrivere l’omonima “Below Sea Level”. Inoltre, in questo periodo duro a livello economico, ha lavorato part-time, grazie al capo/ amico/fan, nel settore idraulico, precisamente per la canalizzazione dell’aria.

In attesa di capire cosa succederà, ha lanciato un “continuo crowdfunding”, che diviso in diversi progetti, sarà di supporto all’attività di ricerca artistica, e un nuovo sito per comunicare con chi ancora ricerca in maniera autonoma.

Ettore, perché proprio New Orleans per girare il video di “Stupito”?

Ero in viaggio nel sud degli Stati Uniti, il viaggio è finito a New Orleans, dove sono stato ospite di Federica e Giorgio, amici videomaker con cui abbiamo pensato di passare una giornata spensierata e girare un video, per gioco.

Di cosa parla “Stupito”? Quando l’hai scritta?

Stupito è una canzone inserita nel mio secondo album “Era che così”, pubblicato nel 2008. Credo d’averla scritta 15 anni fa, mi ricordo che era stata ispirata dalle vicende di un amico che non riusciva a spiegarsi, a farsi capire…cosa che capita anche a me, anche adesso…come difficile è capire quello che sta succedendo.

In “Stupito” canti “È difficile capire l’incertezza delle cose. La verità che passa in ogni calice”. Cosa è per te la verità? 

Bella domanda, difficile. Non so…in questo momento mi vien da dire che la verità è l’equilibrio…dell’equilibrista, non dell’equilibrato.

Sei stato uno dei componenti dei Dunk. Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Replicherete? 

Bella esperienza. E’ stata fondamentale per rilanciarmi come autore. Ho lavorato con musicisti super, ho riallacciato i rapporti con mio fratello, mi sono divertito. Prima di natale ci siamo trovati per fare un live in streaming per Latteria Molloy. Abbiamo accennato ad un’ipotesi di ep/mini tour…magari già quest’estate…guardiamo che succede.

Dopo i Dunk hai pubblicato “Lucertola”, un album da solista. Quali erano le intenzioni e le aspettative per questo disco? 

Volevo fare un album da solo. M’hanno proposto di farlo e mi son lanciato a occhi chiusi. Ho capito che circolavano buone energie, mi son lasciato andare e così son riuscito a vivermi due giornate di registrazione veramente intense, soprattutto a livello emotivo, di presenza, di totale immersione. Le intenzioni erano anche queste: vivere un’esperienza intensa, d’insieme, di strumenti e suoni che si conoscono e si incontrano, veramente. Spero di riuscire a portare, soprattutto il live, in situazioni vicine al circuito jazz, comunque in situazioni d’ascolto anche se tutto è talmente in evoluzione che non mi stupirei di trovarmi a fare uno spettacolo a teatro o un concerto punk/clandestino o risvegliarmi agricoltore magari in centro Italia, sull’Appennino.

La pandemia ha frenato i progetti degli artisti e ha inciso sul modo di fare musica. Nel tuo caso? 

Si, anche per uno come me, poco affezionato alla realtà pre-covid, la pandemia è stata una rottura (di coglioni). Mi son saltati due tour, molto belli e soprattutto si è aperta una fase incerta proprio nel momento in cui m’ero ri-assettato. Ho fatto qualche streaming ma soprattutto ho comprato un sacco di dischi…l’ultimo? CD “Life” di Marco Parente, e un vinile di Nick Drake, il primo disco.

In più mi sto muovendo con amici/artisti/appasionati per capire che fare.

Su cosa stai lavorando in questo periodo? 

Sto continuando a studiare chitarra, sto ascoltando tanta musica, sto immagazzinando ancora un po’ di informazioni ma tante cose son già uscite. Ho scritto 4 brani, in lockdown, che mi piacciono molto.

Sandy Sciuto