Intervista a Carmelo Pipitone: il co-fondatore dei Marta sui Tubi pubblica Cornucopia il disco da solista

Chitarrista e co-fondatore dei Marta sui Tubi, membro della band O.R.K. e Dunk, Carmelo Pipitone ha rilasciato “Cornucopia”, il primo album da solista.

Con i Marta sui Tubi, Carmelo Pipitone ha pubblicato 6 album in studio e realizzato preziose collaborazioni con artisti del calibro di Lucio Dalla, Franco Battiato ed Enrico Ruggeri.

L’album CORNUCOPIA arriva a conclusione di un anno dedicato da Pipitone a nuovi progetti. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare il nuovo progetto discografico e l’esperienza da solista.

Musicista da una vita. Co – fondatore dei Marta sui Tubi e presente in nuovi progetti musicali quali O.R.K. e DUNK. C’è altro che Carmelo Pipitone sogna di realizzare?

Beh sì, ce ne sono tante di cose che vorrei riuscire a realizzare in futuro. Inerenti alla musica, sicuramente un disco scritto da me, ma suonato da altri.

Parliamo della musica dei Marta sui Tubi. Quanto è stato importante far parte di una band del genere? E soprattutto qual è il ricordo più vivido che porti con te del fare musica con la band? Pensi che il progetto Marta sui Tubi sia stato penalizzato perché considerata una musica di nicchia?

Il progetto Marta sui Tubi, di cui sono co-fondatore, mi ha fatto crescere. Parte da lì la mia vita musicale. Abbiamo lavorato insieme pe quindici anni sempre. Ci siamo divertiti e abbiamo costruito una cosa che non può essere distrutta, nemmeno dai componenti stessi. È una cosa che vuole essere lì ferma e che fa pure credere che la musica possa essere libera. I Marta sui Tubi hanno vissuto il momento più alto al Festival di Sanremo. È stata un’ottima cosa: un momento divertentissimo e folle. Eravamo fuori da quel contesto che è più un circo che un Festival canoro.

Le novità sono O.R.K e DUNK. Ci racconti come sono nati questi due progetti e cosa c’è in programma?

Gli O.R.K. nascono più o meno quattro anni fa quando i Marta sui Tubi erano ancora attivi, quindi mi sbattevo per suonare sia a destra che a manca. Il 22 febbraio è uscito il nuovo disco degli O.R.K. che ci vedrà presenti con dei concerti in tutta Europa in apertura ad un altro grande gruppo di musicisti davvero talentuosi. Coi DUNK, invece, siamo in pausa perché ho altri progetti e poi Luca Ferrari dei Verdena che sta registrando il disco coi Verdena. C’è necessità di far incrociare i nostri percorsi, ma si tornerà.

“Cornucopia” è il tuo primo album da solista. Com’è nato questo progetto?

“Cornucopia” è l’esigenza di affacciarsi alla finestra per vedere che aria tira. Ho sempre fatto parte di altri gruppi ed è la prima volta che mi spingo da solo a vedere cosa c’è in giro, senza dover scendere a compromessi con qualcuno se non con me stesso. Beh, l’aria che tira è strana. In vent’anni, la musica ed i gusti sono cambiati. C’è tantissima attenzione e molta voglia di concerti ossia di gente che suona, che suda e che si mette in gioco sul palco per dire quello che pensa e per lanciare un messaggio.

Il disco si apre con “Talè”. Viene subito da pensare alle tue origini siciliane. Quanto Sicilia c’è nella tua musica?

Credo ce ne sia tantissima. Vivo da vent’anni a Bologna, ma è impossibile dimenticarsi della Sicilia. Qualsiasi cosa io faccia, mi viene un intercalare siciliano ogni tanto ed ovunque io mi trovi nel mondo. È come se non mi fossi mai veramente allontanato dalla Sicilia, ho solo cambiato residenza. Come puoi notare, la mia voce mi tradisce (n.d.r. ride).

Secondo te qual è lo stato di salute della musica italiana? Quale sarà il futuro dei musicisti?

La musica non sta male, in realtà. Ci sono sempre stati dei periodi in cui si seguiva la moda, ma io non ho mai cercato musica di qualità alla radio. Vado a cercare i dischi o mi faccio consigliare dagli amici. Ti assicuro che la musica da quel punto di vista sta benissimo. La stessa piattaforma di Spotify è molto utile perché da lì ti rilancia in mondi paralleli che tu volevi ascoltare. Io credo che la musica non sia mai scontata, è la tendenza degli ascoltatori che vede la musica come uno strumento per allontanare i pensieri negativi dalla mente. Io sono un musicista, invece, e mi occupo di quello e la musica sono sempre andato a cercarmela e ce n’è tantissima.

Sei in tour per l’Italia. Qual è il momento che ti piace di più dei live e quale canzone non puoi fare a meno di suonare?

Il momento più bello dei live è l’attimo prima di suonare perché in quel momento stranamente scatta una specie di switch on che dal panico ti catapulta in una sorte di serenità che non pensavi potessi avere. La canzone che mi piace suonare da sempre è “Space Cadet” dei KYUSS.

Sandy Sciuto