Paolo “Ballard” Ballardini è un compositore e musicista italiano. Nell’ambito del suo progetto omonimo, BALLARD appunto, è da poco uscito il suo nuovo singolo, “Chant of Posidonia”. Il brano, strumentale, rappresenta una sorta di “canto di protesta” contro l’inquinamento marino e l’incuria dell’uomo nei confronti della natura. Ecco la nostra intervista a Ballard!
Partirei proprio dal tuo nuovo bellissimo singolo, “Chant of Posidonia”. Come e in quale circostanza è nato questo lavoro?
“Chant of Posidonia” è il terzo singolo del progetto BALLARD e fa parte del disco che uscirà a febbraio. È un disco strumentale e ho composto ogni brano pensando a precise immagini o a suggestioni personali o, come nel precedente “Too Soon”, a persone. Un sorta di diario di bordo della mia vita tradotto in musica. Il lavoro è nato all’inizio del 2020 subito dopo aver terminato l’album con la band fusion Tulip Tree. Con il primo Lockdown di marzo 2020 mi sono trovato molto tempo da poter dedicare al progetto e sono riuscito a farlo partire in tempi molto brevi grazie ad un team di amici e collaboratori che man mano ne hanno preso parte.
Il titolo è parecchio interessante, quasi “evocativo” oserei dire. Ci spieghi la scelta di questo nome per il brano?
“Canto della Posidonia”, è un titolo quasi fiabesco, una storia immaginifica. La scena vede questa bellissima pianta acquatica animarsi e “cantare” un inno di protesta contro l’inarrestabile inquinamento dei mari. Sono nato e cresciuto al mare, pratico snorkeling e sono sempre stato affascinato dalle praterie di Posidonia che purtroppo sono sempre più rare. Meno raro invece è il fenomeno dell’inquinamento marino causato soprattutto dalle plastiche. Ho così voluto dedicare un brano al mondo sommerso immaginando un canto di protesta proveniente dagli abissi.
Qual è il messaggio che vuoi veicolare attraverso questo singolo?
Un invito ad amare sempre più la natura, il mare e a scoprire le bellezze del mondo sottomarino senza dimenticarci che ognuno di noi deve fare la sua piccola parte per il nostro pianeta.
Rimaniamo sempre in questo ambito. All’interno del brano siete tu, la chitarra e gli altri strumenti, ma senza voce. Diventa difficile riuscire a trasmettere un messaggio senza un testo che accompagni la musica?
Ho sempre amato la musica strumentale proprio per questo motivo: lascia all’ascoltatore il compito di assegnare a sua volta immagini e significati ai suoni che percepisce. Un po’ come quando in una mostra si legge il titolo di un quadro: ognuno di noi vive una suggestione personale e unica legata a quell’opera ma non sempre viene colto il messaggio originario dell’autore…l’importante è che qualcosa arrivi, che resti un’emozione.
Il 16 ottobre uscirà anche il videoclip ufficiale. Ci puoi già anticipare qualcosa?
Il videoclip è in lavorazione e sarà sostanzialmente diviso in due sezioni: la prima esalterà la bellezza del mondo marino, mentre la seconda mostrerà l’incuria dell’uomo verso la natura e verso il mare.
Quali sono i prossimi progetti in cantiere per l’immediato futuro?
Il progetto è di far uscire il quarto e ultimo singolo a dicembre. Dopodichè ci prepareremo all’uscita del disco prevista per febbraio e che sarà seguita da un mini-tour italiano per la presentazione dell’album. C’è molto entusiasmo e partecipazione da parte dei musicisti della mia band e non vedo l’ora di salire sul palco insieme a loro!