Intervista a Alex Connor: “L’arte è il respiro della mia vita”

La vita di Alex Connor è stata piena di alternative prima di scoprire che la sola soluzione possibile per essere felice erano la pittura e la scrittura.

Da modella ad assistente personale di un cardio chirurgo fino all’arte, unica grande passione che l’ha portata oggi ad essere una delle più affermate e apprezzate scrittrici di art thriller.

I suoi libri sono arrivati in Italia nel 2016 quando la Newton Compton ha pubblicato “Cospirazione Caravaggio”, diventato un bestseller. In seguito, con “Il dipinto maledetto” ha vinto il Premio Roma per la Narrativa Straniera.

Nel 2020 è arrivato in tutte le librerie “Tempesta maledetta”, un nuovo thriller ambientato tra il 1510 e il 2020 ossia tra il secolo della peste e del Covid19.

In occasione dell’uscita del suo nuovo libro, abbiamo chiacchierato con Alex Connor che si è raccontata in libertà tra la passione per l’arte e l’importanza dello scrivere.

Cosa significa per lei scrivere?

Scrivere è condividere. Gli esseri umani sono creature sociali e anche se gli scrittori spendono molto del loro tempo da soli – dovuto alla natura della professione – noi abbiamo bisogno di comunicare e soddisfare quell’urgenza naturale di condividere cosa noi amiamo maggiormente. L’arte è il respiro della mia vita, la mia ossessione, la mia passione  così io voglio condividerla.

Come un bambino, voglio creare entusiasmo sul lavoro di un artista.  – “Guarda, non è meraviglioso? Non è donato? Guarda al momento in cui è stato creato, le condizioni. Senti il suo potere. Vedi la sua storia – non solo nel dipinto, ma nel pittore”.

Perchè preferisce scrivere thriller d’arte?  

Perchè i thriller d’arte mi permettono di scrivere sull’arte. Io sono una storica dell’arte e una pittrice e il genere thriller soddisfa la mia sete di sangue!

Il mondo dell’arte è parecchio rispettabile e ben governato, ma ci sono molti personaggi ombrosi e acque pericolose dove la falsificazione e il furto sono coinvolti.

Dove c’è molto denaro, c’è un grande delitto. E dove ci sono capolavori ci sono alcune persone che andranno sulla stessa lunghezza d’onda.

Così, scrivendo thriller d’arte, posso parlare della vita di un vecchio Maestro e, allo stesso tempo, correre accanto una storia sul crimine contemporaneo. Passato e presente – perché questo è cosa è l’arte. Non esiste in un vuoto. Ci racconta del passato e empatizza – anche, a volte – predice il futuro.

In “Tempesta Maledetta” ci sono sia la peste sia il Covid19. Perché ha deciso di ambientare il libro durante questi due momenti storici?

Volevo scrivere su Giorgione da un po’ di tempo, ma quando il Covid19 si è appalesato e ho visto la sofferenza in Italia, sono stata costretta a scrivere la storia della peste al tempo di Giorgione – affiancata alla pandemia del ventunesimo secolo.

È stata una via straordinaria di scrittura – con un occhio costante sugli aggiornamenti della BBC sul mio pc e l’altro sulla ricerca storica della peste in Venezia nel 1510. Non ho mai scritto di un momento contemporaneo prima, scrivendo degli eventi come essi sono accaduti letteralmente. È stata un’esperienza intensa perché non solo stavo immaginando la paura e l’incertezza di Giorgione, ma l’ho sperimentata su me stessa.

Nel libro c’è un’attenzione particolare per Giorgione. Perché?

Lui è un enigma! Quel poco che sappiamo di lui ci fa dire che Giorgione è sempre stato il fantasma del mondo dell’arte. Questo mi ha intrigato. Sapevo che era morto di peste e che era stato un gran romantico ma questi fatti scarni mi hanno dato l’intuizione di cui avevo bisogno. Le sue opere hanno fatto il resto.

Lo sfumato impiegato da Giorgione e l’ultraterrena atmosfera de “La tempesta” e molti dei suoi dipinti hanno dato al suo lavoro un fascino inquietante. Personalmente, ho sempre trovato “La Tempesta” un dipinto portentoso, la sua bellezza instabile, malinconica e ossessivamente enigmatica.

Qual è il suo scrittore italiano preferito e perché?

Ammiro tanto cotemporaneamente autori come Matteo Strukul e Marcello Simoni. Matteo per la sua bravura e il rispetto del passato: Marcello per l’intuizione e la tenerezza. Entrambi per il loro persistente e profondo amore per la storia e l’Italia. Non sono italiana, ma amo il paese e la sua cultura dall’infanzia e autori di questo calibro garantiscono che la cultura italiana è protetta e apprezzata.

Oh, devo aggiungere che adoro “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni!

Quali progetti per il futuro?

Scrivere, scrivere, scrivere!

I grandi artisti devono sempre essere celebrati e ci sono molte storie da raccontare sulle loro vite, i loro amori e le loro morti.

E, di certo, l’oscuro mondo sotterraneo del crimine d’arte è una frenesia di furto, falsificazione e delitto. Così c’è abbondanza per mantenermi occupata per molto, molto tempo…

 

Sandy Sciuto