Il 2021 è l’anno dantesco: la Crusca pubblica ogni giorno una sua parola

Quante volte avete sbuffato a sentirlo nominare? E quante notti insonni abbiamo trascorso sulle sue opere? Abbiamo studiato tutto ciò che ha scritto e c’è chi l’ha amato e chi odiato.
Ma udite, udite. Ladies and gentlman, il 2021 sarà l’anno di Dante.

Per celebrare i 700 anni dalla scomparsa del Sommo poeta, per ognuno dei 365 giorni dell’anno, sul sito dell’Accademia della Crusca apparirà una parola, un’espressione, motti che con il tempo sono entrati a far parte del nostro patrimonio culturale.
Ricorderete tutti “lo bello stilo” che è lo stile poetico di cui Dante andava fiero e che ha imparato dai grandi classici, oppure “color che son sospesi” per indicare uno stato di incertezza e attesa.  Verranno segnalati latinismi, come “colubro” che significa serpente e indica specificamente l’aspide con cui Cleopatra si causò la morte; oppure neologismi come “immiarsi” per indicare la penetrazione della conoscenza di altri in noi stessi. Troverete voci onomatopeiche come “cricchi”, con cui Dante intende il rumore dello scricchiolio del ghiaccio che sta per rompersi; o “tin tin” per indicare il gradevole suono prodotto dalle ruote di un orologio a sveglia.

Per ogni giorno troverete “la parola di Dante fresca di giornata”!
Sono rari gli autografi o gli oggetti che sono appartenuti al poeta e che sono giunti sino a noi, e sperando in giorni con meno restrizioni, l’omaggio potrà avvenire visitando i luoghi danteschi.

Alcune mete sono davvero irrinunciabili.
Firenze è per antonomasia la città di Dante, offre l’imbarazzo della scelta.
Nel cuore della metropoli c’è Bargello: fu nel grande salone che vennero lette le condanne all’esilio a morte. Lì vicino c’è l’antica sede dell’Arte dei Giudici e Notai (oggi ospita un noto ristorante di pesce)  e si può scoprire un ritratto del poeta. Risale alla seconda metà del Trecento e si presente con un naso piuttosto regolare.
A due passi dal Forte Belvedere, c’è l’antica chiesa di San Pier Scheraggio, un luogo sacro dove l’autore cercò di convincere i fiorentini prima che gli fosse impedito di rimettere piede in città.
Ancora, nella Basilica di Santa Croce si può ammirare il monumento funebre dello scultore Stefano Ricci intitolato a Dante.

Se siete poi tra quelli che amano vivere grandi emozioni, allora dovrete visitare le ricche biblioteche fiorentine come la Nazionale, la Ricciardiana, le Olbate. Qui sono custodite le più antiche, rare e belle copie della Divina Commedia.

Non resta che rimanere curiosi, ricordarlo e perchè no, omaggiarlo!

Rachele Pezzella