Ikea restituisce i sussidi pubblici percepiti per il Covid-19

Il governo ha cercato, come poteva, di fronteggiare a suon di casse integrazioni in deroga e decreti vari l’emergenza economica causata dalla pandemia.

La divisione italiana del colosso svedese di mobili più conosciuto al Mondo ha deciso di restituire i sussidi che il governo gli aveva concesso a seguito dell’emergenza.  Dopo le riaperture, la situazione economica di Ikea si è risollevata, non apparendo più critica come pareva inizialmente. Già il 17 giugno, il gruppo svedese aveva comunicato la decisione di restituire gli aiuti ricevuti da Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Irlanda, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna e Stati Uniti. «Ikea è in contatto con i governi di nove paesi per restituire gli aiuti governativi che abbiamo ricevuto per coprire gli stipendi dei colleghi durante il culmine della pandemia», aveva spiegato un portavoce del gruppo. Ad oggi la divisione italiana che annunciato di  “sospendere la procedura di accesso ai fondi per la Cassa Integrazione, inizialmente richiesti”.

Tutti i lavoratori assunti da Ikea Italia sono infatti tornato a pieno ritmo al loro posto di lavoro, nei 21 negozi sparsi per l’Italia. Nonostante nessuno possa prevedere cosa succederà in futuro e se una nuova ondata di Covid-19 possa frenare nuovamente la nostra economia. Ovviamente tutti si augurano il contrario, non solo Ikea, non solo il governo o i medici, ma tutti noi. Ikea, nella sua prospettiva di speranza, ha deciso di non gravare sulle casse dello Stato.

Maggiori controlli statali

Un esempio che molti dovrebbe seguire, in quanto molti “furbetti” del quartierino non solo non hanno anticipati ai loro dipendenti la cassa integrazione in deroga, ma li hanno anche fatti lavorare qualche ora durante l’emergenza, non pagando loro lo stipendio. Non sempre è semplice denunciare questi soprusi. Spesso la paura di perdere il posto di lavoro è molto. Forse maggiori controlli da parte dello Stato sarebbero necessari. Il nostro elevato debito pubblico e la scarsa liquidità non ci permettono di scialare così tanto con i sussidi pubblici, e certamente c’è sempre chi se ne approfitta.

Sharon Santarelli