La scuola è fondamentale per la crescita e la formazione dell’individuo. Purtroppo, nell’ultimo anno è andata incontro a numerose difficoltà. La pandemia non ha fatto altro che accentuare tutte le problematiche che contraddistinguono questa realtà ormai da tempo. Mai come nell’ultimo periodo si è radicata l’idea che tornare a frequentare la scuola sia di fondamentale importanza. Nel mese di gennaio sono stati milioni gli studenti che sono tornati a fare lezione in presenza.
Il rientro sui banchi è sicuramente positivo per i ragazzi che ricominciano a vivere una parvenza di “normalità”; si devono però seguire delle rigide e precise norme per la tutela della salute di tutti coloro che vivono questa realtà. Distanziamento, orari flessibili e ingressi scaglionati sono solo alcuni degli aspetti fondamentali per consentire un sicuro ritorno sui banchi. Un’altra tematica che deve essere tenuta in considerazione è quella dell’igiene. Per contribuire a restituire alla scuola il ruolo centrale che dovrebbe avere, Napisan, in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele e La Fabbrica, ha creato il progetto Igiene insieme.
Igiene Insieme
Questa iniziativa, rivolta alle scuole d’infanzia e primarie, ha come fine quello di rendere la scuola un luogo nuovamente sicuro. Tutto ciò è possibile solo insegnando ai più piccoli le buone pratiche di igiene. Una delle armi che abbiamo contro la diffusione del Coronavirus è proprio la prevenzione che passa attraverso il lavaggio le mani e la sanificazione degli ambienti.
Insegnare ai bambini piccoli come lavarsi le mani e sensibilizzarli sulla necessità di compiere questo gesto, è fondamentale per la loro tutela e quella di tutti quanti. Se c’è infatti una cosa che ci ha insegnato la pandemia è che l’igiene personale non è più una questione privata ma ha altresì un impatto sulla collettività. Quando lavo le mani tutelo me stesso ma anche chi mi sta intorno!
Di cosa si tratta nello specifico?
Il progetto nasce a marzo del 2020, proprio quando inizia la fase più critica della pandemia. Napisan comprende sin da subito di voler avere un ruolo centrale nell’emergenza sanitaria. Il brand come primo step ha fatto una donazione all’ospedale San Raffaele di Milano per l’ampiamento dei posti di terapia intensiva e sub-intensiva. Si è poi attivato per organizzare laboratori online per i bambini e fornire un concreto aiuto nello spiegare ai più piccoli cosa stava succedendo facendo comprendere loro l’importanza dell’igiene.
Successivamente, cessata la fase più critica, Napisan ha cominciato organizzare incontri (virtuali) con docenti e studenti per portare avanti il progetto. Sono stati donati a circa un milione di studenti materiale informativo e kit per l’igiene per un valore complessivo pari a 2 milioni di euro. Da settembre a dicembre si è registrato una diffusione del progetto “Igiene insieme”: sono stati coinvolte circa 5 000 scuole per un totale di 700 000 studenti.
Il progetto però non si è concluso con la fine dell’anno. Solo nel primo mese del 2021 il numero delle scuole che ha aderito è cresciuto di ben 3000 unità, arrivando ad un totale di circa 7000 istituti coinvolti. Tutto ciò comporterà un impegno ancor più grande da parte del brand nel suo ruolo di guida utile a coinvolgere i bambini, ma anche i genitori e gli insegnanti, in una diffusione, sempre più ampia, delle buone e corrette pratiche di igiene. Partecipare è semplice: basta iscriversi e inoltrare la domanda sull’apposito sito.
Alcuni dati interessanti del progetto
Napisan, con l’aiuto de La Fabbrica, con il fine di evidenziare se ci siano stati cambiamenti rispetto all’igiene ha condotto uno studio intervistando circa 1000 docenti della scuola dell’infanzia e primarie. La maggior parte del personale che ha partecipato all’indagine (circa il 70%) ha dichiarato di aver notato un incremento delle pratiche di igiene tra i loro studenti. Il comportamento che si è diffuso maggiormente è quello dell’igienizzazione delle mani: molti bambini si recano spesso ai servizi per usare acqua e sapone, e altrettanti utilizzano i gel disinfettanti. Importante anche l’incremento dell’attenzione per la pulizia del proprio banco: il 44% degli intervistati ha dichiarato di aver osservato una maggiore meticolosità nella gestione del proprio tavolo da parte dei bambini.
Gli aspetti più difficili da gestire rispetto alle norme per la prevenzione della diffusione del contagio sono quelli di tipo eminentemente sociale. I bambini dell’infanzia e delle scuole primarie faticano infatti a mantenere la distanza interpersonale in maniera continuativa. E del resto non bisogna stupirsi di questo dato, son pur sempre bambini e in quanto tale per loro il contatto fisico è di fondamentale importanza. Dobbiamo sempre tener a mente della grandezza dello sforzo che stiamo chiedendo loro: mantenere il distanziamento sociale non è semplice per gli adulti figuriamoci per chi è in quell’età in cui trae conforto dal contatto fisico con l’altro. Quindi seppur non in maniera totale, i bambini si stanno davvero dimostrando responsabili in questa fase emergenziale.