Manca poco alla notte più importante per il cinema italiano. Stasera registi, attori, attrici e tutti gli addetti al fantastico mondo del cinema si troveranno alla 62° cerimonia dei David di Donatello e scopriranno chi saranno i vincitori delle statuette tanto contese.
La kermesse vede candidati 27 film tra i quali hanno ricevuto il maggior numero di candidature “Ammore e malavita” (15 nomination), “Napoli Velata” (11 nomination) e “La tenerezza”, “The Place” e “Nico” (8 nomination).
Tra i ventisette film candidati, però, a nostro modesto avviso, vi sono storie imperdibili che – ne siamo certi – diventeranno dei cult! Ne abbiamo scelti dieci basandoci essenzialmente sul nostro gusto personale, sulla bravura dei registi e sulla trama.
Sembra che anche la kermesse che premia il cinema italiano abbia voluto valorizzare il tema del rapporto sud e criminalità organizzata. Ed ecco, quindi, che nella cinquina della categoria Miglior Film vi sono “A Ciambra” e “Ammore e malavita” oltre “Gatta Cenerentola”.
“A ciambra” è un film che si è fatto molto notare a livello internazionale per svariati motivi. È stato diretto da Jonas Carpignano; è stato proiettato durante il Festival di Cannes 2017 ed era in lista per rappresentare l’Italia agli Oscar 2018 per essere in seguito escluso. Racconta la storia di Pio che vive nella Ciambra. Pio è un adolescente sveglio e smaliziato. Come il fratello Cosimo, si dà alla malavita relazionandosi con il degrado del suo quartiere. Ma sarà proprio quando il padre e Cosimo verranno arrestati che Pio dimostrerà di essere più adulto della sua età anagrafica.
Perché così tanto interesse attorno a questa pellicola? Perché è un film che dà speranza e spiega come si possa essere artefici della propria condizione personale oltre ogni preconcetto o identità familiare.
“Ammore e malavita”, invece, è ambientato nel napoletano ed è la prima prova cinematografica dei Manetti Bros., ideatori e registi de “L’ispettore Coliandro”. La trama sembra già vista: due ragazzi (Giampaolo Morelli e Serena Russo) si amavano, poi le loro strade si sono divise per ritorvarsi oramai adulti proprio nel momento meno opportuno. Dall’incontro i due scoprono di amarsi come i primi tempi, tuttavia devono fare i conti con la criminalità organizzata a cui lui appartiene. Apparentemente non c’è scampo per il futuro dei due come coppia, ma poi la pellicola prende un’altra piega e…tocca vederla! Per il loro debutto cinematografico, i Manetti Bros. hanno scelto un modo di raccontare che è un mix di generi: si passa dalla commedia, al dramma fino al musical. È un frullato che a tratti stona, ma coinvolge. Più che bravi Claudia Gerini e Carlo Buccirosso.
La 62° edizione dei David di Donatello dà anche modo di scoprire la poliedricità e la versatilità di un attore come Alessandro Borghi che è presente in ben tre film candidati in diverse categorie. A tal proposito, l’attore romano, è in gara per il David nella categoria come “Miglior attore protagonista” per il film “Napoli Velata” e come “Miglior attore non protagonista” in “Fortunata”. Ma Borghi è presente pure in “The Place”.
Andiamo con ordine!
“Napoli Velata” è l’ultimo film di Ferzan Ozpetek che stavolta si è cimentato in qualcosa di completamente diverso dalla sua filmografia. Per l’occasione si è affidato ad Alessandro Borghi e a Giovanna Mezzogiorno per i ruoli da protagonisti e il risultato è stato all’altezza delle aspettative. Il genere è un mistery – thriller nel quale una sedotta e abbandonata Giovanna Mezzogiorno è ossessionata dall’uomo incontrato una sera e ritrovato il giorno dopo morto sul lettino dell’obitorio. La sua ossessione la porterà a trovarlo ovunque fino a scoprire realtà che neppure immaginava in una Napoli palcoscenico dell’intreccio.
“Fortunata”, diretto da Sergio Castellitto, racconta di vite semplici ma complicate dalle famiglie di provenienza, dal contesto in cui vivono e dai desideri inafferrabili. Qui Alessandro Borghi è trasformato nelle sembianze e nel ruolo con Jasmine Trinca crea un’armonia interpretativa rara e magnetica. Interessante il ruolo di Stefano Accorsi.
Dopo il grande successo di “Perfetti sconosciuti”, Paolo Genovese ci riprova con “The Place”. Il film è da vedere ma lascia perplessi perché – anche gli antichi lo dicevano – la prima volta non si ripete mai. Nonostante la scelta di una sola location per girare il film e di un cast di attori italiani veramente invidiabile, il messaggio della pellicola non arriva in maniera chiara, nitida e trasparente. Resta qualcosa di non detto o di incomprensibile pure per chi l’ha pensato, forse. Valerio Mastandrea, in un ruolo che gli calza molto bene, è un guru che riceve al bar The Place gente che vuole essere felice. In cambio della felicità, uomini e donne che si alternano devono fare qualcosa su commissione di Mastandrea. Di fronte a Mastandrea si siede chiunque con richieste astruse. Anche in questo caso Borghi interpreta un ragazzo cieco che vuole tornare a vedere: prova d’attore magistrale!
Manco a dirlo ma Alessadro Borghi, a parer nostro, stasera deve vincere un David di Donatello.
Non sono da meno i film “Brutti e cattivi”, “Una questione privata” e “La ragazza nella nebbia” in cui troviamo un Claudio Santamaria come non si era mai visto, una certezza del cinema italiano col nome di Luca Marinelli e Donato Carrisi, alla sua prima esperienza come regista esordiente.
“Brutti e cattivi”, diretto da Cosimo Gomez, è stato presentato durante la Mostra internazionale del cinema di Venezia nella categoria Orizzonti. Il Papero (Claudio Santamaria), mendicante privo di gambe, decide di mettere in atto una rapina ai danni di un boss di un clan della mafia cinese. Per organizzarla ed attuarla, si fa coaudiuvare da Ballerina (Sara Serraiocco), la moglie senza braccia, e da due amici con altrettanto strane caratteristiche. Si sa, però, che sarebbe fin troppo facile se tutto filasse liscio e invece… Plauso a Marco D’Amore, attore con la A maiuscola!
“Una questione privata” è l’adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Beppe Fenoglio. Con la regia dei fratelli Taviani, Luca Marinelli interpreta Milton, il partigiano che combatte contro i nazifascisti, fa amicizia con i compagni di brigata e ama clandestinamente Fulvia (Valentina Bellè). Il film è stato presentato al Toronto Film Festival ed è uno di quei rari casi in cui il cinema fa rivivere degnamente uno dei classici della letteratura italiana del Novecento.
Finora Donato Carrisi è stato celebre per i suoi libri tradotti in tutto il mondo. Ha deciso però di darsi al cinema diventando regista della sua opera prima “La ragazza nella nebbia”. Come ogni libro di Carrisi, anche il film non può essere raccontato ma va visto. Va detto però che nel cast ci sono nomi del calibro di Toni Servillo, Jean Reno e Alessio Boni e che la pellicola è candidata a tre David, tra cui anche per la categoria “Miglior regista esordiente”.
Per concludere la nostra rassegna non potevano mancare “Il colore nascosto delle cose” e “Sole Cuore Amore”.
Diretto da Silvio Soldini, “Il colore nascosto delle cose” racconta una storia d’amore tra un uomo e una donna che conducono vite diverse. Teo ed Emma – rispettivamente interpretati da Adriano Giannini e Valeria Golino – si incontrano per caso e nonostante la vita frenetica di lui e la cecità di lei, si ritrovano a condividere un sentimento che li unirà fino ad annullare qualsiasi diversità. Per il ruolo di Emma, Valeria Golino è in lista per il David nella categoria “Miglior attrice protagonista” ed oltre con le colleghe Paola Cortellesi, Jasmine Trinca e Giovanna Mezzogiorno, se la gioca anche con Isabella Rgonese.
Quest’ultima, per l’appunto, è protagonista di “Sole Cuore e Amore”, film diretto da Daniele Vicari. La pellicola racconta il paese reale attraverso la storia di Eli costretta a lavorare duramente per mantenere la famiglia numerosa e a rinunciare ai propri sogni. Di lavoro e di fatica si può anche morire però…Un’attenzione particolare per un convincente Francesco Montanari nel ruolo del marito di Eli.
E voi la pensate come noi?
Nell’attesa di conoscere i vincitori del David di Donatello, non ci resta che dirvi buona visione!