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I Bastille giocano con metaverso e realtà aumentata in Give Me The Future

I Bastille sono tornati con il loro nuovo disco Give Me The Future, il quarto in studio rilasciato dalla band indie-pop in un’epoca in cui questo genere musicale sembra andare sempre più alla deriva, avendo perso alcuni dei suoi riferimenti principali eccetto, appunto, la band londinese. Con questo grande comeback Dan Smith e i suoi tre colleghi hanno plasmato un disco pieno di riferimenti a film e opere fantascientifiche, oltre ad alcuni dei videogiochi più iconici ed il ruolo ormai rilevante della realtà virtuale, per proiettare il loro punto di vista sulla società attuale, sempre più tecnologica e meno interessata alla vita umana.

Anticipato dal singolo Distorted Light Beam, che aveva catalizzato da subito l’attenzione del pubblico su questa nuova direzione artistica, mirata ad un viaggio sia nel passato ma soprattutto nel futuro per permettere ai loro fan di dare spazio alla loro immaginazione e abbracciare questa nuova ondata tecnologica, Give Me The Future è un disco eccellente, non solo perché conferma la band come una delle migliori nel suo campo musicale, ma anche perché dimostra la possibilità di trattare temi estremamente attuali, nonché interessanti, senza smettere di proporre un progetto musicalmente attraente e coerente con il proprio stile distintivo.

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Per anticipare al meglio questo concetto tecnologico post-futurista, che a quanto pare ormai non è poi così futurista, la band di Pompeii ha rilasciato il video del loro ultimo singolo promozionale, Shut Off The Lights, un mix di riferimenti tecnologici che presenta la società attuale senza allontanarsi troppo dalla vera realtà. La band mostra le reazioni delle persone ad un ipotetico switch off tecnologico che le costringerebbe a dover connettersi di nuovo con la vita reale, tornando a dare importanza alla connessione umana e mettendo da parte i loro universi digitali.

In fondo è proprio questo il messaggio che la band vuole veicolare con il suo nuovo progetto, dimostrare come la dipendenza tecnologica e gli imponenti sviluppi digitali ci stiano portando ad essere pienamente connessi a questo nuova realtà, l’ipnotico metaverso, eppure sempre più distanti dal mondo reale. Cosa succederebbe se questo affascinante mondo digitale smettesse di funzionare d’un tratto e dovessimo tornare alla vita pre-tecnologica? Il video di Shut Off The Lights è sicuramente una delle metafore più belle in risposta a questa domanda esistenziale, ad oggi sempre più ricorrente.

Dan Smith, cantante e fondatore originale della band, racconta com’è nata l’idea di Shut Off The Lights e perché ha rivestito un ruolo fondamentale nella costruzione del disco:

Volevamo fare qualcosa che potesse riflettere l’euforia e il divertimento della stessa canzone. Il tema intorno a cui gira Shut Off The Lights è un momento d’umanità, normalità e intimità nell’album, ed è per questo che un video che potesse celebrare i piccoli momenti più divertenti delle nostre giornate sembrava avere completamente senso. In più, abbiamo tanta voglia di ballare, quindi ci è sembrato corretto includere anche questo lato in questo nuova era.

Il resto del disco continua a trattare in maniera stupefacente le mille sfaccettature della vita futuristica, caratterizzata dal desiderio di evadere citato in Thelma e Louise, che omaggia uno dei film femministi più iconici giunto al suo ventesimo anniversario, oltre agli aspetti più puramente tecnologici che “giustificano” la dipendenza digitale della società (Distorted Light Beam, Club 57 e Back To The Future sono alcuni dei più evidenti). La band lascia spazio anche al suo lato leggermente più malinconico in brani come No Bad Days, uno dei migliori del disco, e Give Me The Future, in cui trattano tutti questi temi da un punto di vista devastante senza però perdere la speranza che contraddistingue il messaggio centrale del disco.

Top ?: Distorted Light Beam, No Bad Days, Back To The Future, Plug In…

Flop ?: Club 57

Voto: 9/10

Marco Russano