Hashtag maniac: usi e abusi del povero cancelletto

Hashtag. Una parola che ormai fa parte abitualmente del nostro repertorio, della nostra quotidianità, della nostra vita. Fa chic, international, è fashion. Eppure è qualcosa che esiste da sempre, addirittura le nostre nonne lo conoscono. Cancelletto. Ecco come si è sempre chiamato, ma nell’era digitale, l’uso di tale simbolo davanti ad ogni sorta di parola fa figo. Talmente tanto figo che ormai sembra diventata un’ossessione. La mania degli hashtag ha contagiato tutto e tutti, diventando una vera e propria malattia. Ora, va bene associarla a qualche argomento, ma cosa vuol dire postare la proprio foto al mare con una didascalia lunga quasi come la Salerno-Reggio Calabria tutta in inglese e con termini a caso? #forsequestamodavistasfuggendounpodimano!

Gli hashtag sono nati a quanto pare quando un genio di nome Nate che li aggiunse davanti a “sandiegofire” nel 2007 per etichettare le news sugli incendi nella zona di San Diego. Il povero Nate doveva essere profondamente turbato e impaurito, tanto che invece di scappare a gambe levate come tutti i comuni mortali, è rimasto lì a fotografare e dare avvio ad una delle grandi piaghe del mondo moderno. Comunque così nacquero gli hashtag, da una disgrazia! ù

Sono utili, si dice. Fanno tendenza. Ti valorizzano. Fanno ottenere un sacco di clic. Fanno guadagnare stima. Armonia. Ed ora questo ci tocca sopportare: stati o aggiornamenti su Facebook e Twitter carichi di cancelletti che nemmeno le case popolari del Bronx. Sono gratis e alla portata di tutti, va bene, ma ogni hashtag ha una sua dignità, così come la pazienza di ognuno di noi ha un limite.

Per questo, noi di Social Up abbiamo pensato a 5 consigli da seguire per un corretto uso degli hashtag per non cadere nella trappola infernale degli hashtag “#allacazzodicane”!

  1. Contenetevi. Non date di matto usando hashtag a caso e a profusione. Davvero siate sintetici e placate la vostra voglia di inserire tante parole a caso e prive di senso, #ancheperchèsembratedavveroidioti!
  2. Se non siete un guru del web, un consiglio che è quasi una preghiera: non inventatevi gli hashtag e soprattutto non utilizzate termini il cui significato vi è poco chiaro, per non dire sconosciuto. Non siete più fighi o intelligenti, ma solo ridicoli! #newsunglass come didascalia di un paio di occhiali da vista nuovi è la peggior cosa che possiate fare!
  3. Se usate un hashtag e poi mettete gli spazi, lo state facendo davvero, ma davvero nel modo sbagliato. Dopo il simbolo #nientespazimiraccomando!
  4. Usate gli hashtag in modo diverso in base al social che state utilizzando: su Instragram potrete usarne a profusione, su twitter usateli con criterio, google plus lasciatelo fare e facebook, no davvero, abbiate contegno!
  5. L’hashtag se usato correttamente è utile, ma leggere cose del tipo #sole #luna #amore #mare #dammitreparole #ioeteeilcanedelvicino è dannoso: se non volete essere accusati di omicidio prestate attenzione alle parole che utilizzate.

La vita nei Social Network è come nella realtà: non si ammettono ignoranti… #SAPPIATELO!!! #Ciaone!

Catiuscia Polzella