Questo mese la rivista Ms. fondata dalla scrittrice e attivista Gloria Steinem, festeggia l’anniversario dei 50 anni. Ironicamente, con l’attuale clima statunitense sui diritti delle donne, non c’è molto da festeggiare.
La rivista è nata nel 1972, ed è subito stata bandita da molte edicole e osteggiata dalla classe politica dell’epoca. Gloria Steinem e altre donne famose avevano firmato una lettera aperta in cui annunciavano di aver praticato l’aborto. All’epoca, l’aborto non era ancora legale – lo sarebbe diventato un anno dopo, con la “Roe contro Wade”. L’atto ha avuto subito enorme risonanza, facendo uscire dalla vergogna e dal segreto molte donne. In quel momento, ciò che tutti sapevano e di cui nessuno parlava è diventato di dominio pubblico e aperto alla discussione.
Il primo numero della rivista è passato alla storia, arrivando presto al tutto esaurito. Gloria Steinem è sempre stata in prima fila per l’attivismo femminista anni Settanta, e non delude neanche stavolta.
Controllare la riproduzione è il primo passo di ogni regime totalitario.
Commenta Gloria Steinem, adesso ottantottenne ma lucidissima, al rovesciamento della “Roe contro Wade”. Un monito a tutte le donne: non dare mai per scontati i diritti acquisiti, perché possono essere portati via in ogni momento.
Gloria Steinem non è però stanca di combattere: la scrittrice apre la sua casa alle donne che vogliono abortire:
Ho una camera degli ospiti, se decidete di venire nello stato di New York. Ogni piccolo sforzo conta.
Perché non dobbiamo dimenticare che, ad oggi, non tutti gli Stati americani hanno bandito l’aborto. Non è, tuttavia, una buona ragione per riposare sugli allori. Il rovesciamento della “Roe contro Wade” è una doccia fredda per tutti coloro che erano ingenuamente convinti di aver sconfitto il patriarcato.
Sono orgogliosa, ma anche arrabbiata nera perché siamo sempre di fronte agli stessi problemi.
L’iniziativa di Gloria Steinem non è una novità. Da tempo importanti personalità femminili mettono a disposizione le loro case per creare luoghi sicuri per le donne: come Maggie Lena Walker, giornalista, e l’imprenditrice Madam C. J. Walker.
Il mio appartamento non è solo la mia casa, è un centro politico. Un posto dove le persone vengono per sentirsi al sicuro.
Non è infatti la prima volta che la scrittrice offre la sua casa in aiuto a diverse categorie di persone, e non solo le donne. È stata usata anche da dei lavoratori in fabbrica come quartier generale per discutere un aumento dei salari.
Perseguitata in gioventù dal timore di rimanere senza casa, nessuno come Gloria Steinem può attestare l’importanza di avere un posto in cui tornare, un posto in cui essere al sicuro. L’attivista ama viaggiare per gli States, ma anche i viaggi si affrontano a cuor leggero quando si ha la sicurezza di un nido. Nel suo caso, una casa a Manhattan acquistata nel 1968.
Un’iniziativa lodevole, che si spera venga imitata da altre personalità dell’attivismo femminista che hanno avuto la fortuna di costruirsi una carriera.