Swing Time (1936) Pers: Ginger Rogers, Fred Astaire Dir: George Stevens Ref: SWI004CE Photo Credit: [ RKO / The Kobal Collection ] Editorial use only related to cinema, television and personalities. Not for cover use, advertising or fictional works without specific prior agreement

Ginger e Fred, due corpi e un anima a passo di danza

Un ritaglio di carta raffigurante due ballerini illuminato da una lampada appoggiato sul piatto del giradischi gira e proietta la sua ombra ingigantita sulla parete della stanza per simulare un’ingannevole presenza. Sulle note spumeggianti di The Continental, premio Oscar alla migliore canzone del 1935, Fred Astaire e Ginger Rogers sgattaiolano furtivi verso la pista da ballo mentre la silhouette continua a roteare sul disco che suona. Grazie a questo espediente trovano così l’occasione di ballare e irresistibili mostrano tutta la loro bravura. Si muovono con grazia e destrezza circondati da un frusciante corpo di ballo; disinvolti e frizzanti volteggiano leggeri con movenze eleganti; al suono di una musica raffinata e sullo sfondo di atmosfere sfavillanti disegnano intrecci di corpi in sintonia coi loro piedi: ritmano scalpiccii di passi sul  levigato pavimento che diventano  strumento musicale a percussione  e al contempo accogliente tappeto di bambagia.

In questa scena di Cerco il mio amore del 1934, il loro primo film da protagonisti, Ginger e Fred, oltre ad imporsi come provetti ballerini lasciano intravedere quelle doti di cantanti e attori che in seguito anche come coreografi avrebbero ridisegnato e rinnovato il musical.

 “ Il caso è solo il nome che lo sciocco dà al fato”, questa frase reiterata era il leitmotiv con cui sulla scena lui apostrofava lei, ma il caso è anche lo pseudonimo con cui si definiscono le scelte umane e infatti dopo aver a lungo soggiornato nello stesso ambiente, essi avevano  incrociato fatalmente le loro strade sul set del film Carioca, un anno prima. Malgrado interpretassero parti secondarie, in una scena dove era previsto un numero di samba, vennero a galla con le loro eccezionali qualità naturali accoppiate a un affiatamento spontaneo: danzando era come se raccontassero una fiaba.

Nato a Omaha nel 1899, Frederick Austerlitz, questo il suo vero nome, dimostrò fin da bambino passione per il ballo e da giovanissimo fece coppia danzando con la sorella Adele a Broadway dove ebbero un così grande successo da esibirsi oltreoceano a Londra nella metà degli anni venti. Slanciato, morbido, creativo e perfezionista interpretò con un suo stile personale e particolare abilità numeri di tip tap, e nelle sue coreografie  cercava di unire il ritmo del Jazz all’elegante cadenza europea. Rimasto da solo dopo il matrimonio della sorella, all’inizio degli anni trenta, decise di tentare la carriera cinematografica.

“In scena facevo tutto quello che faceva Fred, e per lo più all’indietro e sui tacchi alti”. In questa perentoria affermazione si rifletteva tutta la debordante personalità di Virginia Katherine Mc Math, alias Ginger Rogers, classe 1911. Bionda, attraente, spiritosa e sensuale, talento precoce del ballo ancora adolescente vinse un concorso di Charleston e approdò a New York, dove sulla scia del successo ottenuto nel musical Girl Crazy in quel frangente, siamo nell’anno 1933, avvenne il loro incontro fatale.

Fu l’inizio della leggenda che fece dei due ballerini, prima la coppia più famosa del cinema americano e poi di tutti i tempi: musical costruiti su trame di semplice fattura per raccontare storie scontate con il preciso scopo di rendere la danza protagonista esaltandola con le loro sofisticate, gradevoli e singolari interpretazioni. Un’eccezionale filmografia impreziosita dalle indimenticabili melodie scritte da gente del calibro di George Gershwin, Cole Porter, Irving Berlin e Jerome Kern; contraddistinta dalle fantasmagoriche scenografie dell’eccentrico Van Nest Polgas e quasi tutte dirette dal raffinato Mark Sandrich. A cominciare dal già citato Cerco il mio amore e dal festaiolo Roberta dello stesso anno; cui seguì lo straordinario Cappello a cilindro l’anno dopo; e ancora il delizioso Seguendo la flotta, lo sfavillante Follie d’inverno e il pregiato Voglio danzare con te, tutti del 1936; a chiudere la lista il romantico Girandola del 1938 e il biografico e tragico La vita di Vernon e Irene Castle, anno 1939.

Dieci anni dopo i due ritornarono assieme per girare l’elegante I Barkelys di Broadway.  Nonostante qualche inevitabile ruggine il duo mostrò ancora sprazzi di classe e spruzzi di modernità opportuni a risollevare il tono un pò troppo rimasticato del film. La Rogers rivelando doti nascoste di attrice drammatica aveva vinto nel frattempo un Oscar nel 1941 per l’interpretazione di Kitty Foyle, ragazza innamorata, mentre Astaire, nei suoi numeri di danza veniva affiancato da altre splendide attrici, quali  Rita Hayworth e Judy Garland.

Le scelte dei due fatalmente non combaciarono più segnando la fine del loro sodalizio artistico: Fred continuò a ballare con Cyd Charisse e Audrey Hepburn nel proseguimento della carriera cinematografica, con la notevole impennata di essere candidato al premio Oscar come attore non protagonista per il ruolo di Harlee Claiborne nel film L’inferno di cristallo del 1974; Ginger visse altri momenti cinematografici non necessariamente dai connotati musicali e dopo aver lavorato in televisione, ritornò al suo antico amore: il teatro.

Impareggiabili, inossidabili e indissolubili, loro due restano nell’immaginario collettivo per le loro straordinarie perfomance che decretarono un grande successo internazionale a coronamento di una splendida carriera. Ogniqualvolta Ginger e Fred appaiono sullo schermo danzano oltre il malinconico tramonto di un’epoca romantica, diventano moderni esecutori di numeri in cui il ballo esprime la sua assoluta magia: l’eterna poesia sulle note di un simbolico girotondo in chiaroscuro come l’ombra di quel ritaglio di carta.

Vincenzo Filippo Bumbica