Ghali e il nuovo album DNA: la sincerità prima di tutto

Il nuovo album di Ghali “DNA” è finalmente arrivato e rappresenta una vera e propria sorpresa, una boccata d’aria per il mercato musicale italiano.

Ghali non è più quello di tre anni fa, semi-sconosciuto, timido e con tanta voglia di dimostrare, in primis a sé stesso e al mondo, che i propri sogni vanno seguiti e coltivati.

Il nome del nuovo disco lo descrive alla perfezione: DNA rappresenta la lente d’ingrandimento per esplorare a fondo la personalità di Ghali, con sogni, esperienze e paure annesse. I temi trattati nel disco sono tanti, così come le collaborazioni di spessore, prime fra tutti quelle con Salmo in “Boogieman” e theSupreme in “Marymango”.

Il nuovo album, rispetto al precedente, si caratterizza per la mancanza di barriere, con la volontà di Ghali di affrontare e dire quello che pensa senza mezzi termini.

L’artista milanese, infatti, ha spiegato in più interviste di aver deciso di dare un taglio diverso ai propri lavori, in cui raccontare le proprie esperienze e sensazioni senza filtri, quasi si sentisse in debito con il successo raggiunto.

DNA: un viaggio nel profondo di Ghali

In DNA si percepisce da subito come ogni tema trattato, dall’amore, al bullismo, fino alle difficoltà d’integrazione, siano stati vissuti in prima persona dall’artista, direttamente o tramite persone a lui care, e che vi sia una voglia di riportare la propria esperienza.

La traccia emblema del disco è sicuramente “Flashback”, in cui Ghali ripercorre velocemente i momenti importanti della sua vita, soffermandosi sul rapporto difficile con il proprio padre. Senza mezzi termini, Ghali racconta la sua verità, la sua rabbia provata nei confronti del genitore che non c’è stato.

Oltre ai temi “storici”, che hanno formato e contraddistinto la produzione artistica del rapper milanese, in DNA emerge anche la fragilità e la vulnerabilità di un giovane musicista che all’improvviso incontra la cosa più bella e pericolosa che ci sia: il successo.

Ghali e la convivenza con il successo

Ghali non si vergogna di ammettere di aver avuto difficoltà a gestirlo, di essere stato investito a nemmeno 25 anni da una massa di fan e persone, fidate e meno fidate, senza avere il tempo di interrogarsi davvero sulla propria musica.

Dopo “Cara Italia”, lettera d’amore dedicata al Belpaese, fin troppo strumentalizzata ed utilizzata per metterlo in cattiva luce, Ghali ha deciso che l’essere se stessi fosse l’unica cosa importante nella propria arte.

Forte di questa volontà ha deciso creare DNA, variando e divertendosi a scrivere di qualsiasi cosa, affidandosi a diversi produttori di diversa estrazione. Ed è così che nello stesso album si passa dai ritmi arabi, alla dance europea, fino all’immancabile trap, passando per un accenno di funky ed elettronica.

DNA è un disco vero, un atlante del pianeta Ghali che ogni appassionato di musica, ma in primis ogni essere umano, dovrebbe ascoltare per la propria crescita personale.

Paride Rossi