Intervista a Dario Faini: il Festival di Sanremo visto dal produttore di Mahmood

Polistrumentista, autore e compositore, Dario Faini è l’uomo della discografia italiana del momento. Merito del talento e del background personale, Faini è il produttore che ha saputo intercettare ed investire su progetti discografici che si son rivelati musica che scala le classifiche e che anima gli animi.

Tra gli ultimi progetti che ha appoggiato ci sono: “LOVE”, l’ultimo disco dei The Giornalisti e “Una nuova Rosalaba in città”, il nuovo album di Arisa in uscita l’8 febbraio per Sugar.  In questi giorni è a Sanremo in veste di produttore di Mahmood per il brano “Soldi” ed è Direttore d’orchestra per lo stesso Mahmood e per gli Ex-Otago.

Lo abbiamo incontrato tra un’intervista ed un incontro nel pomeriggio sanremese pre-festivale e ci ha raccontato di Mahmood, di Tommaso Paradiso e di come vive il Festival nell’edizione in cui è proprio lui che dà il via all’esibizione di ben due cantanti in gara.

Come si capsce su chi investire?

Non c’è una regola. C’è sicuramente un intuito. Ognuno ha un immaginario musicale. Ha dei gusti. Io cerco di ascoltare sempre tutto, di formare una mia visione musicale. Quindi, anche di appassionarmi di alcuni aristi come è stato per  i TheGiornalisti o per Mahmood successivamente. Alessandro Mahmmod mi ha colpito in particolare perché aveva una visione contemporanea molto innovativa, unendo il cantautorato italiano con alcune influenze più esotiche che mi hanno sempre incuriosito. Poi a livello di sonorità, Mahmood ha dei gusti che vanno dalla trap all’elettronica quindi mi sono trovato benissimo con lui e di lavorare a “Soldi”, il pezzo in gara al Festival e che non avremmo mai immaginato che sarebbe arrivato a Sanremo, addirittura tra i Big.

Siamo al Festival di Sanremo. Ventiqauttro canzoni nuove. Oltre Mahmood, cosa ti è piaciuto?

Mi sono piaciuti molto Achille Lauro e Daniele Silvestri soprattutto con l’intervento di Rancore.

In questa edizione del Festival, sei anche il Direttore d’orchestra per Mahmood e gli Ex Otago. Com’è stare lì e dare il via all’esecuzione canora?

È una bella esperienza. Ti senti al timone, al comando di un’astronave fatta di tanti elementi. Hai una grossa responsabilità, però devo dire che una volta che si arriva alla diretta del Festival, il più è stato fatto alle prove. Quindi, il giorno dell’esibizione è più un proforma, una formalità.

Qual è la tua canzone del cuore di sempre del Festival di Sanremo?

“Il cielo è vuoto” di Cristiano De Andrè. È un brano che ho scritto con Diego Mancino e che porterò sempre nel cuore. Credo sia il brano più bello che abbia mai scritto, forse, a livello di musica.

Parliamo dei TheGiornalisti. Appari nel video ufficiale dell’ultimo singolo estratto da “LOVE”, ossia “New York”. Lavorare insieme ad un progetto discografico, ti ha portato anche ad instaurare un rapporto d’amicizia con Tommaso Paradiso?

C’è una grandissima amicizia e stima. C’è un rapporto giornaliero fatto di messaggi, whatsapp, telefonate, scambi di video. Lunedì, tra l’altro, dopo Sanremo, saremo già a casa a lavorare per fare del materiale nuovo. Abbiamo un bellissimo rapporto.

Sei anche uno dei produttori di “Una nuova Rosalba in città”, il nuovo progetto discografico di Arisa in uscita l’otto febbraio. Perché hai deciso di appoggiare il progetto? Come è stato lavorare con lei?

Ho appoggiato il progetto proprio per dare una mia visione diversa a quello che era Arisa fino ad oggi. C’era un brano sempre scritto con Diego Mancino. Non ho avuto modo di lavorare con lei in studio, avendo i tempi molto stretti. Lei, a scatola chiusa, ha accettato di farmi lavorare senza relazionarci o incontrarci. È stato un bell’esperimento. Lei è rimasta contenta. Ce lo siamo già detti in questi giorni, la prossima volta lavoriamo insieme in studio.

Sandy Sciuto